Terni, omicidio Livi: chiesti 18 anni

Il pm ha chiesto una condanna a 27 anni, ridotta di un terzo dall’abbreviato. Chiesti 3,5 milioni di risarcimento per i familiari

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di Fra.Tor. e F.T.

È il giorno della sentenza per Franco Sorgenti, il pensionato ternano di 67 anni – ex operaio Ast – che nella notte fra il 28 e il 29 ottobre 2014 ha ucciso a coltellate la moglie Laura Livi (36) all’interno dell’appartamento di via Gramsci dove la coppia viveva insieme alle figlie di 3 e 8 anni. Sorgenti, accusato di omicidio volontario aggravato dal rapporto di coniugio, verrà giudicato con rito abbreviato dal gip Massimo Zanetti. La sentenza è attesa nel pomeriggio di mercoledì.

La richiesta In aula il pm Camilla Coraggio ha chiesto una condanna a 27 anni per l’omicida sulla base dell’accusa di omicidio volontario aggravato dal rapporto di coniugio con la vittima. Richiesta che – trattandosi di giudizio abbreviato – viene ridotta automaticamente di un terzo e quindi a 18 anni di reclusione. L’avvocato Roberto Spoldi, che rappresenta i familiari di Laura Livi, ha sostenuto la sussistenza di due aggravanti sin qui escluse dall’accusa: i futili motivi – con la reazione di Franco Sorgenti apostrofato «vecchiaccio» dalla vittima, durante la lite – e l’aver approfittato di circostante di tempo (notte) e luogo (l’abitazione di famiglia) per compiere l’omicidio, impedendo alla vittima ogni possibilità di difesa. I legali difensori del 67enne, gli avvocati Manlio Morcella ed Enrico De Luca – hanno invece letto il fatto in una chiave diversa, sostenendo le ipotesi di omicidio colposo o, quantomeno, preterintenzionale.

Terni processo Livi associazioni donne sindaco Leopoldo Di Girolamo (12)

Il sindaco al presidio

Parti civili Oltre ai familiari della donna – i genitori, il fratello e le due figlie minori – anche il Comune di Terni (avvocato Paolo Gennari) e le associazioni ‘Libera…Mente Donna’ (avvocato Raquel Grifoni) e ‘Terni Donne’ (avvocato Suzana Korriku) hanno avanzato richiesta di costituzione di parte civile. Richieste che sono state tutte ammesse dal gip Zanetti.

IL COMUNE DI TERNI PARTE CIVILE: LE PAROLE DEL SINDACO

Risarcimenti L’avvocato Spoldi ha chiesto risarcimenti pari ad un milione di euro a testa per le due figlie minori di tre e otto anni, e 500 mila euro ciascuno per il padre, la madre e il fratello della vittima. Il Comune di Terni ha quantificato il danno in 50 mila euro da destinarsi ad attività sociali a sostegno delle donne vittime di violenza e lo stesso hanno fatto le due associazioni, precisando che l’eventuale risarcimento verrà impegnato nel potenziamento delle attività di prevenzione e assistenza già condotte sul territorio.

Rossi  La decisione del giudice, secondo il senatore Gianluca Rossi (Pd), è «un gradissimo passo avanti per chi, come me, ritiene che sia un reato che affonda le sue radici in un retroterra culturale fatto di stereotipi da sconfiggere, quelli che vedono la donna come elemento inferiore all’interno delle società e quindi nelle famiglie. La violenza è figlia di questo e oggi abbiamo fatto un passo avanti: le vittime siamo anche noi, l’intera società. Con questa scelta – conclude il senatore – si stabilisce, tra l’altro, un nesso tra il reato di femminicidio e una cultura maschilista e ossessionata dal corpo della donna».

Il presidio Le associazioni ‘Terni donne’ e ‘Libera…mente donna’ sono lì. Sotto al tribunale. «Un presidio per chiedere libertà e giustizia per tutte le donne, per dimostrare la nostra solidarietà alla famiglia di Laura e alle sue figlie. Per chiedere che venga fatta giustizia, per ricordare che solo una vera alleanza tra tutte le istituzioni del territorio può mettere fine a questa tragedia».

LE IMMAGINI DEL PRESIDIO

Terni processo Livi associazioni donne (5)

Le associazioni sotto il tribunale

Nuova cultura La società «è impregnata di una cultura maschilista, che ci imprigiona tutti, donne e uomini, in ruoli stereotipati. una cultura che nega l’unicità di ognuna di noi, il diritto delle donne di essere diverse, di essere ciò che siamo e vogliamo essere. E’ arrivato il momento di diffondere una nuova cultura del femminile e del maschile, di rispetto e valorizzazione della diversità».

Tutti insieme «E’ il momento di realizzare reali pari opportunità, proporre nuovi linguaggi e una cultura del rispetto dei diritti, compreso il diritto ad una vita sessuale fondata sul piacere e la libertà di scelta e non sul sacrificio, il dolore e la dominanza. Questo è possibile solo se tutte e tutti insieme, donne, uomini e istituzioni, ripudiamo questa cultura maschilista e patriarcale in cui nasce, matura e viene perpetrata la violenza contro le donne». Il femminicidio «non è mai un raptus di follia: è l’atto finale e consapevole dell’esercizio di potere che l’uomo e la società esercitano sulla donna».

PARLANO LE DONNE: GUARDA IL VIDEO

Terni processo Livi associazioni donne (2)Le istituzioni Le associazioni invitano le istituzioni a «sostenere azioni educative e informative da attuare prima di tutto nelle scuole e in tutti gli spazi che abbiano finalità aggregative o educative e di diffondere capillarmente i contatti e la conoscenza dei servizi antiviolenza attivi sul territorio, in modo da arrivare a tutte le donne e metterle nella condizione di potervi accedere».

Legge regionale «Chiediamo, per l’ennesima volta, che il Consiglio regionale giunga all’approvazione della legge sulle ‘Politiche di genere e per una nuova civiltà delle relazioni tra donne e uomini’, affinché si dia certezza ai finanziamenti dei servizi antiviolenza attivi nella nostra regione. Inoltre, affinché tutte le istituzioni, a partire dai Comuni fino ad arrivare alla Regione, possano costituirsi parte civile ogni volta che si celebrano processi come quello del 22 luglio 2015».

 

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