Althea, i sindacati: «Esuberi mascherati»

La reazione di Cgil, Cisl e Uil al piano industriale in vista della fusione: «In 40 da Foligno si dovrebbero trasferire a Roma e a Milano»

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Le preoccupazioni erano fondate. A replicare, alle parole rassicuranti di Althea, emerse giovedì dopo l’ennesimo incontro a Roma coi sindacati,  sono la Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil dell’Umbria. Che, dopo la fusione, parlano di ‘esuberi mascherati’.

Piano industriale Chiesto da mesi, giovedì, al centro dell’incontro coi sindacati c’è stato il piano industriale di Althea in conseguenza della fusione di tutte le aziende del gruppo, da Elettronica Biomedicali a Ital Tbs, Crimo Italia, Mesa Italia, Althea ed altre. «Le preoccupazioni lanciate nei giorni scorsi dai sindacati si sono materializzate in tutta la loro pesantezza – replicano i sindacati – quando l’azienda ha dichiarato la chiusura dei siti di Foligno e Fisciano con conseguente esigenza di trasferire tutto il personale amministrativo a Roma – nuova sede legale del gruppo – e a Milano».

Esuberi mascherati Sono 80 i trasferimenti previsti dal piano industriale e insisterebbero per la gran parte a Foligno – secondo i sindacati più di quaranta – e a Fisciano, il tutto a partire dal 2 luglio, data prevista per la fusione. «Dopo ore di alta tensione, dovute alla chiusura da parte dell’azienda alle richieste del sindacato che vede i trasferimenti come esuberi di fatto e la chiusura delle sedi come una vera e propria ristrutturazione industriale da affrontare con gli strumenti idonei tipo la cassa integrazione, il tavolo si è ricomposto sulla necessità di un nuovo incontro, fissato per il 4 luglio, nel quale discutere di possibili soluzioni per un impatto meno traumatico per i lavoratori coinvolti, congelando per il momento ogni azione da parte di Althea».

Preoccupazioni I sindacati affermano che «la vertenza ha un impatto importante non solo nei territori maggiormente coinvolti, ma anche rispetto la capacità del gruppo di mantenere alti i livelli qualitativi del servizio sanitario pubblico e che, per questo, sembra ancor più imbarazzante la solitudine con la quale i rappresentanti dei lavoratori sono costretti ad affrontare la vertenza».

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