Carsulae, nuovi scavi e ulteriori sorprese

Terni, prosegue il lavoro dell’associazione Astra finanziato dalla fondazione Carit: focus sul domus, peristilio e altri ambienti venuti alla luce. Visita guidata il 4 novembre

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Nuovi scavi – indagini e ricerche archeologiche finanziate dalla fondazione Carit su concessione del ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo – e scoperte per i ragazzi dell’Associazione Astra di Terni nell’area del foro dell’antico centro di Carsulae: focus sul lato sud all’altezza dei templi gemelli e lungo il lato occidentale, completamente ripulito nel corso della campagna 2017. Concentrazione in particolar sul domus, sul peristilio e ulteriori ambienti venuti alla luce.

OTTOBRE 2016, L’AMBASCIATORE AUSTRALIANO GREG FRENCH IN VISITA A CARSULAE

Il domus

Per quel che concerne la grande residenza, individuata nel 2017 e del quale si conservano quasi esclusivamente le pavimentazioni decorate con mosaici recanti figurazioni geometriche, era stata indagata per una superficie di circa 160 metri quadrati trovando parte dell’atrio e dell’impluvio, il tablino, l’ala destra, una vasca e parte di un triclinio; nel corso del 2018 la superficie indagata è stata notevolmente ampliata superando i 500 metri quadrati: ciò ha permesso di definire con maggiore certezza la planimetria della domus la quale si è confermata avere dimensioni del tutto eccezionali. «Lo scavo ha, infatti, permesso di rimettere – specifica la fondazione Carit – completamente in luce sia il triclinio che il grande ambiente al suo fianco il quale, verosimilmente, doveva essere utilizzato come sala per banchetti, date le sue dimensioni del tutto eccezionali (circa 17×8 metri)».

Le novità e la visita guidata

A sud gli scavi hanno consentito di scoprire una prima porizione del peristilio (spazio colonnato) mentre in direzione ovest, oltre alla sala ber banchetti, «sono stati individuati degli ulteriori ambienti (sempre facenti parte della grande domus) e un vano ipogeo (forse una cisterna o una grande vasca) la cui indagine è rimandata alla campagna 2019. Sempre pertinenti alla domus sono inoltre un paio di vani documentati all’angolo nord-ovest dello scavo (gli unici che non presentano pavimentazioni musive ma dei semplici mattoncini disposti a spina di pesce) i quali sarebbero da interpretarsi come delle tabernae (ovvero delle botteghe che si affacciavano direttamente sulla strada o su un’area pubblica)». Il 4 novembre alle 10.30 sarà organizzata una visita guidata agli scavi al fine di illustrare i risultati conseguiti nel corso del 2018 con particolare riguardo per le pavimentazioni musive ripulite e restaurate: saranno ricoperte in vista dell’inverno.

I mosaici

Il lavoro ha interessato anche il restauro dei mosaici trovati nel 2017, eseguito dagli studenti dei laboratori di restauro del Dibaf dell’università della Tuscia), «una prima ripulitura e un consolidamento dei mosaici e delle strutture rinvenute nel 2018 (ad opera del personale dell’Associazione Astra) oltre alla pulizia, inventariazione e restauro dei reperti mobili tra cui spiccano numerosi frammenti di intonaci dipinti e stucchi di pregevolissima fattura. Nel secondo settore si è, invece, iniziato lo scavo di una poderosa struttura posta in asse con l’ingresso monumentale del foro la quale dovrebbe con ogni probabilità essere identificata con il Capitolium (ovvero il tempio dedicato alla triade capitolina: Giove, Giunone e Minerva) i cui resti si presentavano completamente ricoperti da una poderosa macera (ovvero un grande accumulo di pietrame frutto dell’opera di dissodamento dei campi circostanti da parte dei contadini dei secoli scorsi) il cui volume superava i 100 metri cubi. Nel corso del 2018 è stata rimossa poco più della metà delle pietre riportando alla luce le murature perimetrali del tempio oltre ad una ulteriore struttura semi-ipogea ad esso affiancata lungo il lato sud, il cui scavo promette di riservare interessantissime sorprese».

I protagonisti

Jaye McKenzie-Clark, Greg French e Clelia March Doeve

A condurre le operazioni sono gli archeologici Luca Donnini e Massimiliano Gasperini (direttori di scavo), coadiuvati da Valerio Chiaraluce (archeologo), Nicola Bruni (restauratore e presidente dell’associazione Astra), Angelica Catozzi (tecnico per i beni culturali) sotto la supervisione di Elena Roscini (funzionario archeologo della Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio dell’Umbria) e in collaborazione con la direzione del parco di Carsulae, diretto da Fabio Pagano. Da ricordare che alle indagini hanno preso parte diversi studenti di discipline archeologiche provenienti per lo più dall’università della Tuscia e dalle università australiane Macquarie di Sydney e Monash di Melbourne, quest’ultimo coordinati dalla professoressa Jaye McKenzie-Clark.

«Il Comune insista sui progetti di qualità»

«Il risultato – il commento del gruppo consigliare del Pd con una nota firmata Francesco Filipponi – deve spingere il  Comune di Terni ad insistere sui progetti di qualità che puntano a  valorizzare e a promuovere proprio il sito archeologico di Carsulae, inserendolo in un Piano integrato d’area per la valorizzazione e per la promozione di un piano tattico di marketing turistico, in grado di attrarre un numero più elevato di turisti. Un  Piano integrato d’area può puntare alla gestione, alla valorizzazione di varie iniziative di carattere culturale, attraverso la creazione di una rete che punta alla promozione del territorio e all’avvio di iniziative formative e di acquisizione di competenze».

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