Orti urbani Terni, prodotti vendibili

Approvati gli emendamenti in consiglio comunale: «Piccola ma incentivante possibilità di attività a scopo di lucro»

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Possibilità di coltivare e vendere i prodotti agricoli prodotti, creando in questo modo «una piccola ma incentivante possibilità di attività a scopo di lucro». È la novità fondamentale in merito alla modifica del regolamento degli orti urbani a Terni: lunedì pomeriggio è arrivata l’approvazione in consiglio comunale con 23 sì e 8 astenuti in seguito all’iniziativa lanciata da Monia Santini della Lega. Via libera anche all’emendamento lanciato da Francesco Filipponi del Pd.

L’AVVISO 2018-2020 PER GLI ORTI URBANI

Monia Santini

Il rilancio

A fare il punto della situazione è la rappresentante del Carroccio: «Il progetto orti urbani – sottolinea – e la costituzione della relativa commissione nascono nel 2017 con la precedente amministrazione Di Girolamo come per altre situazioni, purtroppo, il progetto si è arenato in un limbo di inutilità che ha fatto avviluppare il progetto su se stesso. L’informazione inesistente o quasi vista la bassissima percentuale di assegnazioni – meno di 1/3 delle aree – e la poca lungimiranza pratica vista la promozione di attività che favorissero esclusivamente la socializzazione escludendo a priori qualsiasi forma di vendita dei prodotti coltivati, hanno fatto sì che un’iniziativa nata con i migliori presupposti, venisse completamente lasciata nel dimenticatoio di un’amministrazione impreparata e poco attenta. Con un pizzico di spirito imprenditoriale, la sottoscritta ha rispolverato e attualizzato il tutto alla luce della realtà cittadina odierna, presentando numerosi emendamenti al regolamento che introducono la fondamentale innovazione della possibilità di coltivare ma anche vendere i prodotti agricoli prodotti, creando una piccola ma incentivante possibilità di attività a scopo di lucro».

IL VIA LIBERA PER 11 LOTTI

Francesco Filipponi

L’incentivazione

Gli emendamenti dunque – il giudizio – «migliorano il regolamento ma mantengono integro il suo spirito sociale originario fondamentale per fasce da tutelare come le famiglie non abbienti che possono autoprodurre prodotti di prima necessità così come la fascia di popolazione più anziana che trova da sempre nella coltivazione dell’orto un motivo di svago e occasione di incontro vitale. Ciò nonostante gli emendamenti presentati vorrebbero costituire un’utile risorsa di incentivazione per la piccola imprenditoria locale soprattutto giovanile che potrebbe avvicinarsi e intraprendere a piccoli passi, inizialmente a costo zero, un’attività ormai quasi in disuso, soprattutto appunto tra i giovani, come quella della coltivazione della terra; infine bisogna anche sottolineare l’ulteriore utilità della riuscita del progetto che permette di mantenere pulite e manutentate aree ad oggi inutilizzate di proprietà del Comune».

Centri sociali

Per quel che concerne la modifica richiesta da Filipponi, il capogruppo Pd spiega che «il mio apporto è teso ad arricchire le integrazioni proposte dando la possibilità anche ai centri sociali anziani di partecipare alle procedure di aggiudicazione degli spazi; da estensore del regolamento vigente ritengo che le modifiche apportate oggi dal consiglio non snaturino lo spirito iniziale con cui è stato pensato all’epoca l’atto. Ci auguriamo una maggiore partecipazione dei cittadini al prossimo bando pubblico anche alla luce delle integrazioni prodotte».

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