Terni Biomassa, politica faccia il suo

La soluzione del caso rischia di essere demandata alla Magistratura, ma è chi ricopre un ruolo politico che deve portare argomenti, idee, prese di posizione

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di Walter Patalocco

Sarà la Magistratura a decidere sull’apertura dell’inceneritore Terni Biomassa? Il ricorso al Tar, il Tribunale amministrativo, da parte dei proprietari dell’impianto potrebbe avere l’esito di veder riconosciuta la validità delle argomentazioni addotte a sostegno del diritto di avviare l’attività.

Nonostante l’opposizione dei cittadini ternani, che trova sostegno nei rapporti dell’Asl sulla qualità dell’aria e nella posizione dell’amministrazione locale.

Un’opposizione che rischia di essere nemmeno presa in considerazione. E’ il pericolo che si corre quando, mettendo da parte la politica, si pensa di trovare conforto nel potere dei giudici. Loro applicano la legge al caso specifico su cui sono chiamati ad esprimere giudizio. Che è incanalato e ingessato dentro le questioni tecnico legislative.

Vale a dire: se il Tar è chiamato ad esprimersi sulla base dei permessi acquisiti o meno dai titolari di Terni Biomassa e dei dati dell’inquinamento prodotto da quella singola ciminiera, non esprime valutazioni che tengano conto di una situazione ambientale particolare, in cui – come nel caso in ispecie – un microgrammo, che da solo sarebbe poca cosa, diventa l’elemento che spinge oltre il limite di sicurezza la qualità dell’aria.

Si sa, una goccia d’acqua che cade in un bicchiere vuoto, lo bagna appena. Ma se il bicchiere è pieno fino all’orlo, lo fa traboccare.

Valutazioni più generali, che tengano conto di tutta una serie di fattori, spettano alla politica. Cui è – ovviamente – richiesta serietà, efficienza, onestà. Ma solo attraverso la politica si potrà trovare una soluzione che risulti rispettosa di tutte le varie esigenze di una comunità.

Ecco perché se si abdica alla politica e si chiede ai Magistrati di svolgere – come accade sempre più spesso – compiti di governo della cosa pubblica (che oltretutto non spetterebbe a loro stando ai dettati costituzionali) non si fanno gli interessi della comunità.

Chi ricopre un ruolo politico è chiamato a contrastare decisioni che reputa sbagliate o dannose per i cittadini che rappresenta, con argomenti, idee, prese di posizione, magari dirompenti ed estreme.

Invece non mancano esponenti politici che privilegiano la pratica di nascondere la scarsa attitudine a ricoprire il loro ruolo, dietro le denunce, gli esposti, le richieste di controllo ad enti superiori. In generale chiamando altri ad occuparsi della politica al posto loro.

Troppo spesso indossano la divisa del poliziotto, dimenticando che i poliziotti non si eleggono.

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