Terni, caso mense: genitori non mollano

«Solo nel caso in cui venga garantito il mantenimento delle cucine in loco, potrebbe aprirsi un’ipotesi di equo scaglionamento della tariffa»

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del Comitato servizi educativi comunali (Cosec) di Terni

In seguito agli eventi verificatisi nel corso del Consiglio Comunale del 21/12/2015, e dopo aver conferito nell’ambito della conferenza dei capigruppo, il Co.SEC ha ottenuto di partecipare alla discussione in II Commissione, in seno alla quale verranno presi in esame gli atti di indirizzo approvati in data 21/12. Il Comitato sarà ben lieto di offrire la massima collaborazione nelle sedi istituzionali, allo scopo di avviare un processo costruttivo che dia vita a soluzioni condivise ed innovative, e contribuirà affinché la discussione si svolga in un clima sereno e disteso.

Ciò non di meno, il Comitato tiene ad evidenziare alcuni punti:

Citiamo testuali le parole del Presidente Mascio “entro il 30, così come era stato informato malamente qualcuno di voi, non verrà presa alcuna decisione in un verso o in un’altro rispetto all’unico centro di cottura o meno, non è il 30 dicembre la data ultima per prendere questa decisione, come è stato comunicato in maniera impropria”. Ci sembra alquanto singolare che in data 10/12 l’Assessore Carla Riccardi non abbia saputo dare delucidazione alcuna all’utenza, e dopo soli dieci giorni sia stato già sdoganato il concetto di centro unico di cottura.

Il Comitato auspica che, nel caso in cui si procedesse con il piano di realizzazione di un centro unico di cottura cittadino, l’utenza possa beneficiare, grazie al raggiungimento degli obiettivi di economicità, di una diminuzione della quota di compartecipazione. Nel caso in cui venga garantito il mantenimento delle cucine in loco, solo allora potrebbe aprirsi un’ipotesi di equo scaglionamento della tariffa per fasce di reddito, certificate tramite ISEE.

Prendiamo atto dell’utilizzo decontestualizzato di termini quali “biologico”, “filiera corta”, “chilometro zero”, rispetto alla tesi cui si vuole dare forza e legittimazione. Questi termini vanno applicati non solo alla fornitura delle materie prime, ma con riguardo all’intero processo di erogazione del pasto, sino alla messa in campo di strategie anti-spreco alimentare e zero-rifiuti.

Ci spiace che alcuni consiglieri comunali stiano tentando di sminuire quanto accaduto in consiglio comunale come una bagarre orchestrata da pochi scalmanati fomentati dai partiti di minoranza. Ci spiace non abbiano capito che il Co.SEC è dotato di testa pensante, rappresenta l’utenza insoddisfatta, delusa e stanca, che desidera strenuamente che in futuro altri possano usufruire del servizio così come noi stessi lo abbiamo conosciuto ed apprezzato.

Ci spiace che l’Assessore Riccardi, mentre eravamo impegnati nella contestazione, ci bacchettava a mezzo stampa, sulle nostre imprecisioni. Per quanto riguarda i questionari somministrati all’utenza, da informazioni in nostro possesso risulta che siano state scelte a campione due scuole per ciascuna tipologia di erogazione del pasto. Per quanto riguarda le scuole comunali, quindi, il caso ha voluto che i questionari venissero somministrati solo alle scuole dell’infanzia di Campitello e Borgo Trebisonda, che sempre per puro caso hanno le cucine in loco.

Invitiamo l’Assessore Riccardi a rendere pubblici e consultabili, quanto prima, i risultati emersi dall’indagine. Ipotiziamo che gli stessi non siano utilizzabili, perché viziati dalle incongruenze dello strumento utilizzato per la rilevazione.

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