Terni, Fiom: «Ora risposte su Ast»

Le rsu all’attacco dell’azienda: «Manca una strategia, sono i lavoratori a pagare la cattiva gestione della fabbrica»

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Lo stato di difficoltà che sta attraversando lo stabilimento Ast non è dettato solo dalle criticità del mercato siderurgico, ma anche da «un problema di strategie» aziendali: ad una settimana dal nuovo incontro previsto al ministero dello Sviluppo economico, ad intervenire sulla situazione dell’acciaieria di Terni sono le rsu della Fiom Cgil, che tornano all’attacco del management.

Gestione nel mirino

L’ultimo spunto di riflessione in ordine di tempo è rappresentato dalle fermate produttive di febbraio, in merito alle quali il sindacato critica anche la gestione, «testimonianza da un lato dei problemi di ordinativi che ci sono e dall’altro di una volontà precisa di scaricare sui lavoratori questa situazione, facendo ‘pagare’ ai soliti noti le criticità gestionali aziendali». «Oltre alle difficoltà esterne – spiega la Fiom in una nota -, non c’è chiarezza sulla strategia commerciale, sulle prospettive, sul portafoglio ordini dei mesi futuri, sull’utilizzo impianti e sull’organizzazione del lavoro. Ma mix produttivo, manutenzioni, attività lavorative e via dicendo non possono essere un optional per un’azienda complessa come Acciai Speciali Terni».

Stallo sull’integrativo

La Fiom torna anche sulla questione del contratto integrativo aziendale, stigmatizzando il fatto che nonostante «l’8 gennaio l’azienda abbia assunto l’impegno di formulare una proposta rapida per il rinnovo», ad oggi «non ci sia nemmeno la convocazione, esempio lampante di una strategia tutta tesa a prendere tempo, senza affrontare le questioni e dare risposte precise ai lavoratori». «È evidente che tutte queste questioni non aiutano un sistema di relazioni che dovrebbe, in questa fase delicata, essere costruttivo e finalizzato a superare le difficoltà presenti in Ast, attraverso la partecipazione dei lavoratori».

Le richieste

Per questo, sempre a detta delle rsu della Fiom, «gli annunci e i buoni propositi ormai non tengono più». «Serve chiarezza di strategia, e risposte certe e concrete sulle questioni da troppo tempo aperte. Ormai i nodi sono giunti al pettine – concludono – e non possiamo esimerci dall’evidenziare, al netto delle difficoltà oggettive, una gestione delle relazioni e dei rapporti non costruttiva e non utile agli obiettivi che più volte vengono annunciati».

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