«Terni in crisi, serve una guida autorevole»

Atttilio Romanelli (Cgil) e Angelo Manzotti (Cisl) dicono la loro sulla situazione di palazzo Spada e su un territorio che necessita di una ‘scossa’: «Città debole anche politicamente»

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Le famose ‘parti sociali’, spesso menzionate quando si dice di voler ‘fare quadrato’ per cercare una soluzione ai tanti problemi della città, meno spesso interpellate quando si tratta di decidere concretamente. Talvolta edotte solo a giochi fatti. Ma qual è l’idea dei sindacati sulla lunga fase critica che sta vivendo l’amministrazione comunale di Terni? Ne abbiamo parlato con il segretario generale della Camera del lavoro, Attilio Romanelli, e con il coordinatore della Cisl per l’area di Terni, Angelo Manzotti.

Attilio Romanelli (Cgil Terni)

La Cgil Con Romanelli si parte dal ‘tema caldo’, le dimissioni – in attesa di conferma o meno – del sindaco Di Girolamo e le ipotesi legate al voto amministrativo: «La città – afferma il segretario della Cgil di Terni – ha bisogno di un governo autorevole, rappresentativo e riconosciuto. Il voto, oltre a restituire ai cittadini il diritto ad esprimersi, può rimettere ordine nelle istituzioni e anche nei rapporti con le forze sociali. Prima o poi anche a Terni – osserva – si dovrà tornare a discutere, in una città in crisi anche per l’assenza di coloro che sanno dialogare e mediare fra interessi diversi. La strada, comunque, non può essere quella delle urla, delle invettive e di una delegittimazione che preoccupa e non poco. La sala consiliare – spiega Attilio Romanelli – non può essere trasformata in un’arena. A quel luogo riconosco un valore istituzionale, formale, straordinario. Perché è lì che si manifesta il valore democratico della città. Se diventa un ring, si crea una rottura dannosa e pericolosa».

«Città più debole» «Il sindacato è autonomo dai partiti – prosegue il segretario della Camera del lavoro di Terni -ma propone progetti politici di intervento nelle criticità locali, come già fatto attraverso il piano del lavoro umbro, e non può fare a meno di osservare e informarsi su ciò che accade. Non sfugge a nessuno che Terni si sta meridionalizzando sempre di più, dal punto di vista sociale, economico e culturale. Ciò imporrebbe un governo autorevole con un’idea e una visione della città e della comunità. Al momento questo non c’è. E la situazione pesa anche sul tema degli assetti istituzionali, con le strutture regionali che tendono sempre di più a centralizzarsi, superando il concetto delle province. Ad esempio – spiega Romanelli – la sede amministrativa della Usl Umbria 2 deve restare a Terni, in linea con lo spirito della legge regionale che prevede due ambiti territoriali in Umbria. L’organizzazione della sanità è un terreno su cui i singoli Comuni devono stare in prima linea e avere voce in capitolo. Ciò vale anche per l’ospedale perché se si discute di posti letto, di riorganizzazione dei reparti, delle eccellenze che attraggono sempre più pazienti da fuori regione, l’amministrazione locale deve far sentire il proprio peso sui ‘tavoli’ che contano. Ad oggi quella di Terni sconta, a mio giudizio, anche una mancanza di efficacia che potrebbe influire sulla definizione del nuovo piano sanitario regionale».

Il ricorso sulle farmacie Ma la Cgil di Terni è anche il sindacato del ricorso al Tar sulla privatizzazione di FarmaciaTerni. Un ‘colpo’ che l’amministrazione comunale, già provata da vicissitudini politiche e giudiziarie, ha accusato, anche se la giustizia amministrativa non si è ancora espressa sul punto. «Non avvamo condiviso l’ipotesi della vendita delle farmacie pubbliche – ricorda Romanelli – scontrandoci con il punto di vista in base al quale il Comune si sarebbe dovuto ‘ritirare’ da tutta una serie di prestazioni non ritenute di propria competenza. Ma proprio sui farmaci si gioca invece un pezzo importante di ragionamento attorno al welfare, tenendo anche conto che sempre più persone, per ragioni economiche, non riescono a curarsi».

«Dialogo assente» Tornando all’attualità politica, al piano di riequilibrio economico finanziario presentato dal Comune e poi bocciato dalla magistratura contabile, cosa è mancato? «Dal nostro punto di vista – osserva il segretario della Cgil ternana – non si è mai voluto aprire un confronto con la città per capire le cause della sofferenza economico finanziaria ed individuare qualche soluzione. Il Comune ha elaborato la proposta motu proprio ed i sindacati sono stati chiamati solo ‘a giochi fatti’. Informati ma senza possibilità di incidere. La Cgil aveva anche avanzato una proposta sull’applicazione della pre-Fornero per favorire il pensionamento, senza perdita alcuna per i diretti interessati, di diversi dipendenti del Comune, alleggerendo in questo modo le uscite dell’ente. Poteva essere l’inizio di una riflessione sul funzionamento della macchina comunale a cui non basta un maquillage superficiale, ma serve una ‘manutenzione’ importante. Avevamo poi sollecitato un ragionamento sulle proprietà immobiliari del Comune che, fra alienazioni e interventi di recupero, potrebbero dare una spinta al settore dell’edilizia locale. Infine lo strumento dell’area di crisi complessa non solo per creare lavoro, ma anche per far entrare in funzione alcune infrastrutture che, come la piattaforma logistica di Maratta, possono portare anche benefici ambientali ad una città attraversata ogni giorno da cinquecento tir».

Briccialdi e Fondazione Sullo sfondo, un altro tema di cui il sindacato si è occupato: il futuro dell’istituto Briccialdi. «La statizzazione è uno dei passaggi cruciali per la protezione e il rilancio di un’eccellenza culturale del territorio. Al Comune avevamo chiesto di essere protagonista di un’azione coordinata, ma un ruolo decisivo è quello della Fondazione Carit che in una fase di ricostruzione della comunità, qual è quella che si dovrà aprire, non può restare ai margini. La Fondazione dispone di risorse che possono essere estremamente utili, se unite ad una guida forte e ad un’idea di città che siamo tutti chiamati a costruire atttraverso il dialogo e la riflessione».

La Cisl Non molto diverso il punto di vista del coordinatore della Cisl per l’area di Terni, Angelo Manzotti, che rimane però leggermente più distante dai temi politici d’attualità: «La situazione del Comune, fra dissesto e dimissioni, desta preoccuazione e va ad appesantire le difficoltà di un territorio già provato dalla crisi, più grave che nel resto della regione. Questo stato di cose – osserva – produrrà effetti devastanti anche su molte realtà imprenditoriali collegate al Comune».

Angelo Manzotti

«Quadro desolante» «Sinceramente non vediamo spiragli di ripresa, come qualcuno vuole far intendere, ma solo un territorio che perde posizioni e che si sta trasformando in campo di conquista per speculatori provenienti da fuori regione. Tornando al Comune, il commissariamento non può essere la panacea di tutti i mali, visto ciò che accadrà ad aliquote e tariffe. Oggi i cittadini di Terni non possono permettersi tale situazione. La crisi di questi anni ha dilatato la spaccatura esistente fra gli ‘inclusi’ e gli ‘esclusi’ che sono molti di più. La società di mezzo, la famiglia che si reggeva sul lavoro dipendente, è stata quasi spazzata via. Il nuovo ammortizzatore REI approvato nella legge di stabilità fotografa chiaramente la situazione del territorio: molte famiglie composte da tre-quattro persone – spiega Manzotti – vivono con 220 euro mensili. Per il 50% sono immigrati che hanno perso il lavoro, ma l’altra metà è composta da famiglie ternane».

«Serve progetto comune» Di recente la Cisl di Terni è stata fortemente contrapposta all’amministrazione comunale anche per la vicenda dei lavoratori delle pulizie, ‘impoveriti’ di ore e guadagni dopo l’affidamento degli ultimi appalti al massimo ribasso: «Con questi criteri ci troviamo di fronte a persone costrette a lavorare in condizioni disumane e con salari bassissimi. Una situazione che abbiamo denunciato e portato anche all’attenzione del prefetto perché venga definito un protocollo in grado di regolare la politica degli appalti. Altrimenti a pagare saranno sempre gli stessi. A questo territorio non serve occupazione saltuaria, sottopagata o di bassa qualità, ma un progetto di sviluppo condiviso da tutti gli attori – sindacati, istituzioni e associazioni datoriali – partendo dall’esistente sviluppabile. Lo strumento dell’area di crisi complessa è un’occasione importante ma bisogna stringere i tempi e finanziare progetti che danno certezze nei termini di un’occupazione professionale e stabile».

Debolezza della politica «Oggi questo territorio va difeso come e più di ieri – aggiunge il responsabile territoriale della Cisl -, puntando anche su comparti, come quello turistico, che riteniamo pieni di potenzialità. Ma esigendo anche una politica ambientale seria in grado di dare respiro alla filiera turismo-cultura-ambiente dove una parte consistente del ternano può trovare nuovi spazi. Ogni giorno ci troviamo di fronte ad esempi di depauperamento, come rischia di accadere con le agenzie Inps di Narni e Amelia che si vuole trasformare in ‘punti Inps’. L’azione della direzione regionale dell’istituto non incontra le esigenze di una popolazione sempre più anziana, segnata da difficoltà logistiche spesso insormontabili. Ciò racchiude un problema più grande che, per essere posto, necessita di una politica forte di cui ad oggi si sente la mancanza».

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