Trasporto disabili, confronto dal sindaco

Terni, quattro esponenti del comitato familiari hanno incontrato Latini per esporre le criticità del nuovo servizio: «Si è reso conto dei problemi». Proposto tavolo di lavoro

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La questione è seria e alle 9 erano lì, a pochi metri dall’ufficio del sindaco Leonardo Latini per parlarne in maniera approfondita. E direttamente con lui: mercoledì mattina quattro esponenti del comitato dei familiari delle persone con disabilità – coinvolte in prima persona nei problemi legati al trasporto – si sono confrontate con il primo cittadino di Terni per fargli capire – in sostanza – che le cose non vanno e che il servizio è partito nel peggiore dei modi. E il capogruppo Dem Francesco Filipponi denuncia un nuovo caso.

SCATTA L’ESPOSTO SUL TRASPORTO DISABILI

I ritardi 

Che il servizio – 15 maggio – sia partito con il piede sbagliato è cosa nota e sul tema lo scontro politico è acceso da diverse settimane. Anche nelle ultime giornate – nonché proprio mercoledì mattina con comunicazione in real time al sindaco – si è verificato il problema relativo al lungo trasporto: c’è chi è stato prelevato alle 7.35 ed è arrivato a destinazione alle 10.08, come ha spiegato una donna del comitato. Latini ha quindi fissato un appuntamento con il comitato per capire la situazione: «Al sindaco sono state evidenziate le criticità. Il focus – hanno sottolineato al termine del colloquio – ha riguardato tre punti di vista e arriva dopo il monitoraggio effettuato sul servizio. Innanzitutto prima c’erano sette-otto mezzi e ora sono quattro, è quindi impossibile rispettare i tempi di viaggio: si sono notevolmente allungati, anche fino alle due ore e trenta. E sono aumentate le problematiche dei ragazzi: alcuni si sentono male, c’è una questione legata proprio al benessere della persona».

BAGARRE LEGA VS M5S SUL TRASPORTO DISABILI

Over 64 e nuove utenze

Non l’unico punto esposto al sindaco: «Altra cosa da risolvere – hanno proseguito – è quella degli ultra 64enni, è nel limbo. La terza questione è riferita ai ragazzi che, compiuti 18 anni, faranno domanda di accesso ai centri. Non è obbligatorio, ma per chi deciderà di andarci ci sono dei problemi: come lo prendono il pulmino se già ora non riescono a gestire? Nel risparmio doveva essere previsto l’ingresso di nuove utenze». Sul tavolo di Latini c’è una proposta: «Abbiamo chiesto di istituire un tavolo di lavoro di concertazione perché alcune cose sono state burocratizzate e ciò complica la vita a tutti. Un tavolo, nel rispetto della legge, per cercare di snellire le pratiche per far sì che le famiglie dei disabili non debbano sopportare ulteriori perdite di tempo».

LA ‘DIFESA’ DI CECCONI: «ADESSO BASTA MENZOGNE»

Il feedback di Latini

Al sindaco è stato lasciato un promemoria con tutti i guai in essere. «Latini ha detto – hanno concluso – che ci dà disponibilità e ha chiesto dei giorni di tempo per studiarsi la cosa. Ci ha detto che si deve fidare dei propri collaboratori e non può essere a conoscenza di tutto: ha preso atto dei problemi e gli è stato lasciato un promemoria, l’importante è che si sia reso conto della situazione e crediamo lo abbia fatto per le risposte che ci ha dato. A noi interessa solo il benessere dei ragazzi e dei familiari: la libertà di scelta è ok, ma che sia fatta bene». Previsti ulteriori incontri per approfondire ancora: «Se Cecconi – il passaggio sull’assessore – non ci risponde ed è fermo sui suoi punti, noi andiamo ‘sopra’: d’altronde Latini è la massima autorità sanitaria e noi siamo disposti ad un confronto pacifico e tranquillo, senza alcuna strumentalizzazione».

La nuova ‘denuncia’

In serata il capogruppo Dem Francesco Filipponi ha portato alla ribalta un nuovo caso: «Da oggi scompaiono – il messaggio su facebook – anche le persone. Sembra una bufala, ma è cosi. Una famiglia fruitrice non vedendo tornare il proprio familiare dal centro diurno, ha chiamato la struttura (da dove la persona risultava partita) e l’autista del pulmino che pure l’aveva caricata, ma nessuno era in grado di dare notizie. Trascorsa oltre un’ora dalla chiamata (il centro e l’abitazione sono a 2 chilometri circa), dopo una notevole apprensione degli anziani genitori la persona finalmente ricompare a casa».

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