Umbria, in netto calo gli immigrati accolti

Audizione dei prefetti di Perugia e Terni mercoledì in prima commissione regionale. Arrivi scendono del 30% così come la spesa sostenuta

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I prefetti di Perugia e Terni, Claudio Sgaraglia e Paolo De Biagi, sono stati ascoltati mercoledì mattina a palazzo Cesaroni dalla prima commissione del consiglio regionale dell’Umbria, presieduta da Andrea Smacchi (Pd), per una informativa sui flussi migratori e sulle novità contenute nel decreto sicurezza in votazione in questi giorni e le relative incognite.

Paolo De Biagi e Claudio Sgaraglia

Mille ‘ospiti’ in meno

Dall’incontro è emerso che il sistema dell’accoglienza diffusa predisposto sul territorio regionale ha consentito «di non creare impattanti strutture collettive». I nuovi arrivi, legati essenzialmente agli sbarchi, si sono ridotti fortemente, come pure sono calati gli ospiti complessivi dei centri di accoglienza straordinaria e del sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar), con 1.000 ospiti in meno tra il 2017 e il 2018 (da 3.150 a 2.150 pari al 30% in meno). Della stessa percentuale si è ridotta la spesa complessiva per l’accoglienza dei migranti che, nelle province di Perugia e Terni, ammontano rispettivamente allo 0,35% e 0,38% della popolazione.

Cosa cambia

Le nuove disposizioni previste dal decreto sicurezza comporteranno un’ulteriore riduzione dei soggetti che possono richiedere protezione. Dovrà essere cancellato il permesso umanitario mentre rimarranno due soli canali di accoglienza. Resta da sciogliere il nodo del regime transitorio per chi vedrà revocato il regime di accoglienza nei Cas e negli Sprar. Ancora aperte alcune incognite legate alla definitiva applicazione dettagliata delle nuove norme.

«Il lavoro prosegue»

A margine dei lavori il presidente Smacchi ha sottolineato l’importanza di verificare gli effetti delle disposizioni del ‘decreto sicurezza’ che a breve verrà convertito in legge dal parlamento: «Porteremo avanti gli approfondimenti sugli effetti delle nuove normative che assegnano agli Spar le funzioni di integrazione dei soggetti a cui viene riconosciuto il diritto di asilo, prevedendo nei prossimi mesi un’ulteriore audizione con prefetti e rappresentanti dell’Anci, visto che i comuni sono direttamente coinvolti nel Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati».

Le situazioni a Perugia e Terni

Nella provincia di Perugia, ha spiegato il prefetto Sgaraglia, esiste un sistema di accoglienza diffusa con tre sole strutture più grandi: Ponte Felcino, Corciano e Colfiorito. I richiedenti accolti nel 2018 sono stati 1.405 rispetto a 1.960 del 2017. La relativa spesa è passata da 23 a 18 milioni di euro. Anche in provincia di Terni, ha chiarito il prefetto De Biagi, si registra una riduzione complessiva dei numeri dovuta alla riduzione di nuovi arrivi. Sono stati accolti 554 migranti in 94 piccole strutture (Cas della prefettura) in un sistema di accoglienza diffusa che è meno impattante ma rende più complessi i controlli. Gli Sprar gestiti da comuni e ministero dell’Interno ospitano 216 migranti. Nel 2018 ci sono stati 65 nuovi arrivi a fronte di consistenti abbandoni volontari o trasferimenti negli Sprar (100) e 18 revoche di accoglienza per comportamenti sbagliati o denunce penali. La spesa complessiva, tra il 2017 e il 2018, è passata da 8,5 a 5,4 milioni di euro.

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