Ambiente: «Invertire la tendenza a Terni»

Rifondazione Comunista: «Dibattito con gli esperti del settore per capire l’effettiva incidenza dell’inquinamento relativa alle patologie tumorali nella ‘conca’»

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Quella di venerdì è la prima di due giornate di studio ed approfondimento sulle tematiche ambientali che Rifondazione Comunista «ha organizzato – spiega il segretario provinciale, Lorenzo Carletti – per cercare risposte a domande importanti: Qual è l’incidenza effettiva dell’inquinamento relativa alle patologie tumorali nella conca ternana? Come si costruisce e si consolida un movimento di lotta per la difesa dei beni comuni e per la qualità della vita?»

Terni rifondazione comunista ambienteI medici Questa prima giornata prevedeva un’assemblea pubblica, nel corso della quale medici e ricercatori hanno esposto i risultati di studi scientifici sul tema. «La situazione ambientale del ternano è resa complessa dalle emissioni delle attività di produzione dell’acciaio, di incenerimento e da altri fattori come traffico e riscaldamento», ha spiegato Carlo Romagnoli, referente umbro dell’Isde – medici per l’ambiente. «Il passo avanti che compiamo oggi è di mostrare dati dei registri europei sulle emissioni degli inquinanti che riguardano sopratutto le acciaierie». Insieme all’inquinamento dato dall’inceneritore «definirei critica la situazione sanitaria del ternano, con una forte necessità di interventi di prevenzione primaria». Lunedì prossimo, invece – al teatro Secci, con inizio alle 16 – protagonista dell’iniziativa «sarà lo scrittore Erri De Luca, perché occorre sviluppare un dibattito – ha concluso il suo intervento Carletti – per l’estrema necessità di un’inversione di tendenza».

L’INTERVISTA A CARLO ROMAGNOLI – IL VIDEO

Isde Il dottor Carlo Romagnoli di Isde (Associazione medici per l’ambiente) Umbria, nella sua relazione ha spiegato che «come società scientifica che si occupa di advocacy degli esposti, Isde ritiene che l’esposizione ad un rischio, tanto più se involontaria e rilevante la prima e noto e prevenibile il secondo, rappresenti un danno per chi la subisce perché ne peggiora la qualità della vita; un abuso da parte del produttore di rischio perché fa i soldi con la vita e la salute degli altri; un indicatore di collocazione dalla parte sbagliata dei decisori politici, che privilegiano gli interessi dei produttori di rischio rispetto a quelli degli esposti; un indicatore di inefficacia dei servizi di prevenzione».

LA RELAZIONE DEL DOTTOR ROMAGNOLI

«Prevenzione inefficace» Nel territorio del Ternano, ha proseguito Romagnoli, «sono attive da molti anni industrie insalubri di prima classe (alcune delle quali sono in funzione), discariche di rifiuti tossici e nocivi e un vero e proprio polo di incenerimento dei rifiuti, il che prefigura una possibile esposizione involontaria di lungo periodo di lavoratori e della popolazione a sostanze disperse primariamente su aria, acqua e suolo; queste possono raggiungere la popolazione per varie vie ed essere dannose per la salute dando luogo a manifestazioni patologiche tra cui vi sono anche, ma non solo, tumori maligni. Sulla base di questo dato di realtà, Terni ed il suo territorio viene considerato dalla normativa nazionale un sito di interesse nazionale ed è proprio per questi motivi che lo Studio Sentieri ci segnala una importante esposizione involontaria di una ampia parte della popolazione del Ternano a fattori di rischio noti e prevenibili che, di fatto, non è stata efficacemente contrastata attraverso opportuni interventi preventivi».

La Usl2 Il Armando Mattioli del dipartimento di prevenzione della Usl2, presentando lo studio realizzato dal ‘Gruppo lavoro ambiente e salute’, ha detto che «si conferma per Terni un eccesso di mortalità per tutti i tumori nei confronti dell’Umbria. Risultano eccessi di mortalità per il tumore del polmone, soprattutto nel sesso femminile, e per il tumore della vescica nel sesso maschile. Per quanto riguarda l’eccesso di mortalità per il tumore della mammella, anche questo richiederà ulteriori approfondimenti, si ricorda comunque, che è condizionato anche dall’attività di screening e che le indagini geografiche regionali, condotte sui dati del registro, hanno evidenziato aree di elevata incidenza nell’area sud-est della regione non limitate a Terni ma estese anche ai comuni della Valnerina».

LA RELAZIONE DEL DOTTOR MATTIOLI

Gli inceneritori Per valutare l’impatto delle emissioni degli inceneritori sulla salute della popolazione nel comune di Terni, ha poi spiegato Mattioli «è necessario acquisire dall’Arpa una stima del contributo di questi impianti all’inquinamento legato agli attuali livelli di attività, nonché a quelli in progetto, quantomeno con riferimento alle polveri sottili (Pm2,5 e Pm10) che, allo stato di questo primo report, risultano rappresentare il rischio maggiore per la popolazione in termini di mortalità. Un contributo di questi impianti del 5% alla concentrazione delle Pm 2,5, pari ad 1μg/m3 calcolato sul dato 2014, comporterebbe in termini di mortalità di lungo periodo un aumento stimabile in circa 8 morti l’anno, con una ‘forchetta’ compresa fra 2.7 (limite di confidenza inferiore) e 14.0 (limite di confidenza superiore)».

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