Amianto, i sindacati: «Troppi morti»

I Umbria 418 persone, nell’ultimo decennio, sono state colpite da un tumore dipendente da esposizione

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L’amianto non è un problema solo del passato, ma anche del presente e del futuro. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità il picco dei suoi effetti sulla salute delle persone e,quindi, il picco dei tumori si raggiungerà tra il 2015 e il 2022. E l’Umbria non ne è certo immune: secondo i dati del registro tumori umbro, nell’ultimo decennio 418 persone sono state colpite da mesotelioma nella nostra regione, un tumore considerato in via esclusiva dipendente da esposizione ad amianto.

Quadro allarmante Da qui parte la piattaforma regionale di Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria ‘L’Amianto uccide il diritto di ogni cittadino a vivere in un ambiente sano’, presentata venerdì, presso la Scuola edile di Perugia. Un documento che offre prima di tutto una fotografia della gravità del fenomeno. Secondo un’elaborazione di Legambiente (presente all’incontro), in Umbria è accertata la presenza d’amianto in almeno 84 edifici pubblici e 104 privati, per un’estensione pari a 269mila metri quadrati. «Ma – dicono i sindacati – questo è un quadro ancora incompleto, ed è necessario procedere pertanto ad una mappatura continua, supportata da tecnologie adeguate, con un sistema di rilevazione e censimento che deve restare in capo all’Arpa».

Mappatura Una volta eseguita si dovrà, naturalmente, fare una bonifica complessiva: «Le quantità di amianto presenti in Umbria sono notevoli – si legge ancora nella piattaforma – pertanto occorre mettere insieme un progetto generale, fiscalmente incentivato, di rimozione e bonifica in tempi certi. Chiediamo alla Regione di farsi parte attiva, in particolare – scrivono Cgil, Cisl e Uil – a partire dai siti pubblici, scuole per prime». Per questo, i sindacati ritengono necessario il coinvolgimento del ministero dell’Istruzione, per mettere in atto e «completare in 3 o 5 anni» i necessari interventi di bonifica, «garantendo almeno la prevenzione per i nostri figli». «In questo modo – osservano Cgil, Cisl e Uil – non solo si contribuirebbe ad accrescere i livelli di salute della popolazione umbra, ma si creerebbe anche una grande spinta all’occupazione. Dunque, da problema, l’amianto può divenire un’opportunità».

Molti i contributi portati all’iniziativa di presentazione della piattaforma, coordinata da Franca Gasparri della Cgil regionale. Oltre ai rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil (Vasco Cajarelli, Claudio Iannilli, Giuseppe D’Ercole e Marco Lupi), sono intervenuti Anna Maria Pollichieni, direttrice dell’Inail Umbria, Giacomo Muzzi dell’istituto di Medicina del lavoro di Perugia, Nicola Marziani, presidente regionale Simlii Umbria (Società italiana di medicina del lavoro ed Igiene Industriale), la dottoressa Fiorella Belpoggi, direttrice del centro ricerche sul cancro Cesare Maltoni di Bologna, e l’assessore regionale all’ambiente Silvano Rometti, il quale ha espresso a nome della Regione apprezzamento per la piattaforma dei sindacati e sottolineato l’opportunità del coinvolgimento degli uffici regionali in un tavolo permanente, con Inail e parti sociali, come richiesto dalle organizzazioni sindacali.

Temi della piattaforma Dalla sicurezza sul lavoro («aspetto fortemente penalizzato dalla crisi economica in atto»), alla sorveglianza sanitaria (soprattutto degli ex esposti), fino alle malattie professionali e al fondo vittime amianto. Infine, Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria annunciano l’impegno a costituirsi parte civile in ogni processo riguardante danni da amianto e si impegnano a destinare eventuali risorse economiche che ne dovessero derivare a progetti di formazione e informazione sulla sicurezza.

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