Castello San Girolamo: «Paglia non c’entra»

Terni, il Gip, Simona Tordelli archivia la sua posizione: la diocesi «prende atto»

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La notizia, alla fine di maggio, aveva provocato un piccolo terremoto: il sostituto procuratore Elisabetta Massini aveva chiesto di indagare su due alti prelati come l’ex vescovo di Terni-Narni-Amelia Vincenzo Paglia – attuale presidente del Pontificio consiglio per la famiglia – e il vicario episcopale della diocesi Francesco De Santis (nel frattempo dimessosi e sostituito dal vescovo Giuseppe Piemontese), oltre che sul presidente dell’Istituto diocesano per il sostentamento del clero, Giampaolo Cianchetta.

Il castello La vicenda è quella relativa alla compravendita del castello di San Girolamo, a Narni, che nel luglio del 2013 aveva portato in carcere tre persone – Luca Galletti (ex direttore dell’ufficio tecnico della diocesi di Terni), Paolo Zappelli (economo della diocesi) e Antonio Zitti (dirigente dell’ufficio urbanistica del comune di Narni) – accusate, al tempo insieme ad altre nove, di aver dato vita ad un’associazione a delinquere finalizzata alla turbativa d’asta e alla truffa.

Archiviazione Dopo la conclusione delle indagini preliminari, invece, il magistrato inquirente ha formulato la richiesta di proscioglimento per la totale estraneità dell’ex vescovo in relazione ai fatti contestati. Nel decreto di archiviazione del Gip Simona Tordelli si definisce «certa la totale estraneità» di monsignor Paglia «il quale, anzi, risulta avere agito sempre nell’espletamento del suo mandato pastorale con l’unico meritorio obiettivo di assicurare alla realtà cittadina un riscatto in termini sociali e culturali».

Paglia L’ex vescovo di Terni commenta così la decisione: «Ho sempre confidato nel lavoro della magistratura. Quando seppi della chiusura delle indagini che mi riguardavano dissi che credevo anche nella ‘giustizia terrena’. Prendo atto con grande soddisfazione della decisione presa dal magistrato inquirente che sancisce la mia totale estraneità ai fatti contestati o a eventuali altri illeciti. Termina così per me un non facile periodo di prova. Ringrazio coloro che hanno contribuito all’emergere della verità e i tanti che mi sono stati vicini in questo tempo con amicizia e fiducia. Sono certo che un approccio all’intera vicenda più sereno e disteso aiuterà il popolo cristiano di Terni-Narni-Amelia a continuare il suo impegno evangelico e a vivere con intensità l’anno giubilare della Misericordia».

L'avvocato Manlio Morcella, a sinistra

L’avvocato Manlio Morcella, a sinistra

Morcella L’avvocato Manlio Morcella, legale dell’ex vescovo Paglia, esprime «enorme soddisfazione perché è stata finalmente ristabilita la verità dei fatti e viene riconsciuta la completa estreaneità di monsignor Vincenzo Paglia, una personalità che è stata e continuerà ad essere un imprescindibile punto di riferimento per l’intera comunità locale».

La decisione Secondo il legale «è stata innegabilmente premiata la scelta di monsignor Vincenzo Paglia di difendersi nel procedimento e non dal procedimento. La difesa, sia attraverso la produzione di una lunga memoria, corredata da una molteplicità di documenti, sia attraverso un articolato interrogatorio richiesto dall’interessato e prontamente concesso dal pm, ha provato la completa estraneità del vescovo dai fatti che erano stati ipotizzati a suo carico. La svolta delle indagini è stata dunque determinata dagli inconfutabili chiarimenti offerti all’organo inquirente da monsignor Paglia».

Il ‘buco’ L’avvocato Morcella parla anche della questione dei debiti della diocesi di Terni: «Deve essere precisato  che l’argomento è in tutto e per tutto autonomo dalle contestazioni che in sede penale erano state mosse a
carico del vescovo Paglia. E’ comunque necessario rilevare che la consistenza patrimoniale della diocesi è stata
significativamente aumentata durante il ministero del vescovo Paglia: per valori espressi in milioni di euro, di gran lunga superiori alla esposizione debitoria. Non certo occasionalmente, proprio in forza della garanzia connaturata a tale patrimonio immobiliare per la diocesi siè reso possibile ricevere i finanziamenti dallo Ior e dalla Cei utilizzati per l’estinzione degli scoperti bancari. E sarà infine la conversione di tale patrimonio che da un lato, permetterà alla diocesi di rimborsare i crediti vantati dalla Cei e dallo Ior, mentre d’altro lato, consentirà ad essa nuovi investimenti».

Il vescovo Giuseppe Piemontese

Il vescovo Giuseppe Piemontese

Il vescovo La comunità diocesana, si legge in una nota attribuibile al vescovo Giuseppe Piemontese, «prende atto con soddisfazione dell’archiviazione del procedimento nei confronti di monsignor Vincenzo Paglia, vescovo emerito della diocesi di Terni-Narni-Amelia. Abbiamo sempre avuto fiducia nella buona fede dell’operato del vescovo Paglia riguardo alla vicenda della compravendita del castello-convento di San Girolamo, e ora gioiamo nel vedere riconosciuta, dall’autorità giudiziaria, l’estraneità dai fatti che gli erano stati contestati. Molti, nei due anni trascorsi, hanno dimenticato che una persona è innocente fino a sentenza definitiva. Nel contempo continuiamo ad avere fiducia nella magistratura, che certamente chiarirà le responsabilità di tutti i soggetti coinvolti in questa vicenda, dalla quale la diocesi ha ricevuto un notevole danno».

Seguono aggiornamenti

 

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