La denuncia che accompagna le foto che ci ha inviato un lettore e che pubblichiamo è accorata: «Sono un pescatore appassionato di questo sport, che attende con ansia l’apertura della pesca alla trota, il 28 febbraio prossimo. Ma il fiume, il nostro fiume Nera, nella zona di Collestatte è ridotto nel modo che vedete. Le immagini parlerebbero da sole, ma io, anche a nome dei tanti appassionati come me, voglio protestare perché sono indignato».
I costi Per poter pescare, spiega il lettore, «è necessaria la licenza di pesca, che costa 35 euro, più un tesserino, che ne costa. Hanno valore per un anno e poi devono essere rinnovati e, ovviamente, ripagati. Allora la mia domanda, e quella di tanti, è questa: tutti questi soldi spesi dai pescatori (che sono tanti) dove vanno a finire se non per pagare chi di dovere per ripulire le zone di pesca o per pagare i guardia pesca che controllino che non venga buttata tutta questa immondizia nel fiume?».
Le regole Tutte cose vere, lo dice anche la Regione, che spiega poi che «il tesserino di pesca è strettamente personale e non cedibile. Nel tesserino vanno registrati immediatamente ed in maniera indelebile: la data di uscita per la pesca; il corso d’acqua; gli esemplari di trota fario catturati. Il numero massimo di catture giornaliere è di 5 trote, la lunghezza minima delle trote che possono essere trattenute è 22 centimetri». Ma non spiega come mai sucedano le cose denunciate dal lettore-pescatore. A cui non resta che sperare che le due settimane che mancano all’apertura della stagione vengano utilizzate per ripristinare una condizione almeno accettabile.