Terni, nodo Cospea Alta: «Momento conflittuale». Si va verso la ‘rottura’

Ennesimo focus sulla situazione per le opere di urbanizzazione e le problematiche su verde/decoro. Altro sopralluogo in arrivo il 30 maggio, si va verso escussione fidejussione

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di S.F.

Via Castellani

‘Cospea Alta’, la lottizzazione che vede interessate le ditte Petrollini & Co. srl, Ital C.E.I.A. srl e G.P. Ideoplast e il completamento delle opere di urbanizzazione, ci risiamo. Altra giornata di confronto sul tema che, in particolar modo, riguarda lo sviluppo del sottopasso ferroviario da 4 milioni di euro con soppressione del passaggio a livello esistente: la sensazione è che sia in arrivo l’escussione della polizza fidejussoria, a meno che non si sblocchi l’impasse. Parola del dirigente all’urbanistica Claudio Bedini, uno dei tecnici comunali ascoltati mercoledì mattina in I commissione.

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Il rapporto conflittuale

Schierati a palazzo Spada Bedini, la collega Gioconda Sassi – comandante della polizia Locale e dirigente -, la posizione di elevata qualificazione Antonino Cuzzucoli e la pari livello Manuela Schibeci. Motivo? Parlare dei sopralluoghi effettuati in ambito di vigilanza edilizia, decoro e cura del verde. D’altronde i problemi non mancano e sono noti da anni: «Il 22 aprile – ha esordito la Sassi – c’è stata una ricognizione per una serie di situazioni riguardanti il deposito di rifiuti presso alcuni siti. Per altre questioni è stato fissato un sopralluogo il 30 maggio insieme alla direzione pianificazione territoriale ed edilizia privata». Nel dettaglio ci è entrato Cuzzucoli, il Rup della complessa partita che impegna il Comune da quasi due decenni: «Si parla del verde pubblico della lottizzazione nell’ambito delle opere di urbanizzazione, il lavoro non è ultimato ed è stato fatto per 2/3. Abbiamo già comunicato che, rispetto al progetto approvato, molte cose sono da realizzare. In particolare per il numero di alberi da mettere a dimora e gli arredi urbani. Anche se loro hanno dichiarato la conclusione dei lavori e richiesto lo svincolo della fidejussione, al momento non siamo in condizioni di accertare la conformità delle opere. Fino a dieci giorni fa c’era l’erba alta un metro. Le aree sono conferite in gestione alla ditta Petrollini e il Comune le riprenderà soltanto dopo la verifica delle opere». Di mezzo c’è anche il percorso pedonale realizzato trasversalmente tra le varie unità: «Tutti sappiamo le problematiche della lottizzazione e delle particolarità per il sottopasso, siamo in un momento piuttosto conflittuale con la ditta. La questione del verde si inserisce in questo quadro». Tutt’altro che serafico a quanto pare.

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Il ritardo e la firma che non c’è

In tutto ciò si innesta lo scontro politico: «Apprezzo gli interventi ma chiedo un sopralluogo, c’è degrado totale – le parole di Pierluigi Spinelli del PD – e le promesse dell’amministrazione sono rimaste tali. C’è esasperazione da parte dei cittadini, non è cambiato nulla». Per Federica Mengaroni (AP) ci «sono responsabilità del costruttore e comunque 10 mesi sono meno di 17 anni durante i quali non si è fatto nulla. Sono state fatte delle multe?». In aula anche l’assessore Marco Iapadre: «Spinelli mi obbliga ad intervenire. Le precedenti amministrazioni non hanno mai messo in condizione il lottizzante di realizzare tutto e non accampare scuse. Il 12 aprile è stata chiusa la conferenza di servizi con tanto di parere Rfi, poi in giunta è andato il progetto di fattibilità complessivo e il primo stralcio a carico del lottizzante. Per l’ente c’è enorme disagio e il ritardo non è dovuto a noi. Se il lottizzante non si presenta per firmare la nuova convenzione non è che possiamo mettergli la pistola alla testa. Ma possiamo utilizzare gli strumenti a nostra disposizione, ovvero l’escussione della polizza fidejussoria». Storia lunga. «Come è possibile tollerare un cantiere aperto in questo modo? Ci sono ferri, materiale edilizio e recinzioni tagliate. Ci sono dei bimbi nel quartiere. Perché al costruttore non si può dire nulla?», l’attacco di Agnese Passoni (AP). «Ci sono decisioni sbagliate a monte che hanno permesso ai costruttori di fare ciò che volevano», ha aggiunto Valdimiro Orsini (Terni Masselli Sindaco). «Su Cospea questa amministrazione aveva detto di fare il sottopasso in pochi mesi. Ma sapevate che non sarebbe stato possibile. Il costruttore si sta mettendo di traverso per il completamento delle opere di urbanizzazione». Richiesta di sopralluogo anche da parte di Francesco Maria Ferranti (FI).

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Il passaggio a livello

L’affanno

Vicenda tortuosa: «Quando siamo arrivati, il soggetto lottizzante si diceva oltremodo disponibile e ‘accusava’ il Comune di non averlo mai messo nelle condizioni di procedere. Ora, se avesse firmato, sarebbe già potuto essere in cantiere. Ad oggi non è così. La polizza fidejussoria – ha puntualizzato Iapadre – è più alta rispetto all’1,3 milioni di euro in capo a loro. Il problema è un altro e già abbiamo cambiato per il futuro: se si procede con l’escussione, al Comune poi in realtà l’opera costa di più per la ditta interessata è vincolata ad una cifra pari all’importo lavori da computo metrico. Senza Iva, spese tecniche ed imprevisti. Noi abbiamo modificato l’allegato 1 al regolamento, sovradimensionando la polizza del 30% in funzione degli oneri aggiuntivi». Marco Cecconi (FdI) ha chiesto altro: «Bene, ma cosa diciamo alla città sui problemi? Che cosa farete dopo l’ispezione?». Da Mirko Presciuttini (AP) una domanda generale sui costruttori inadempimenti: «Ma non si può fare una black list?». La collega di partito Roberta Trippini ha voluto evidenziare che «ci stiamo mettendo la faccia e non ci nascondiamo». Poi un momento curioso.

La comandante Sassi

Bedini ‘scuda’ la Sassi, Passoni critica

La comandante ha ricordato ai consiglieri che «sono state emesse sanzioni a carico di privati in seguito ai controlli. Alcuni lotti sono del Comune e abbiamo segnalato al decoro urbano di intervenire per il taglio dell’erba. Resta la parte della vigilanza edilizia in merito ai manufatti delle ditte lasciate». La Passoni si scalda in merito al sopralluogo del 30 maggio: «Perché va pianificato per verificare? Le recinzioni aperte sono a ridosso dei marciapiedi e ci sono macchinari, è pericoloso. Ci sono bambini. Va fatta una cosa immediata, non ci credo che non è possibile andare ad un chilometro dal centro. La capisco, ma non accetto che dica che si deve pianificare», la replica alla dirigente della polizia Locale. A questo punto è Bedini che fa passare un messaggio: «Intervengo anche per discolpare la comandante perché ci ha fatto una richiesta di sopralluogo in tempi strettissimi, per il 13 maggio. Purtroppo io prima del 30 non posso». Sarà interrotto dalla Passoni: «In cinque mesi nulla», ha detto tirando in ballo la data del 31 gennaio 2024. Il dirigente ha mantenuto la calma: «Mi sembra necessario ricordare che non abbiamo fatto un solo sopralluogo. Se fossi in grado di contabilizzare l’attività degli uffici ed il tempo impiegato, potrei fornire dei dati che percentualmente assorbono questa tematica in modo prevalente e prioritario. Ho colleghi, quelli rimasti, che si impegnano mattina e pomeriggio senza limiti di rientri pomeridiani. A parte il mio impegno personale. Vorrei ricordare che annualmente facciamo diffide al lottizzante per la manutenzione del verde, è uno degli elementi da controllare. Poi l’esecuzione delle opere da convenzione sottoscritta. Non dimenticate che ci sono una serie di normative che afferiscono alle responsabilità di ciascuna impresa in aree private». Ad incalzare Bedini ci ha pensato anche il presidente di commissione, Andrea Sterlini (AP): «Sono 17 anni che si fanno sopralluoghi, evidentemente non stati emessi provvedimenti idonei». Si arriva ai rimedi.

Iapadre e Cuzzucoli

La pressione psicologica e l’arma finale

Il dirigente all’urbanistica ha messo in fila una serie di cose. Non nascondendo che, sul tema, c’è una certa fretta del Comune: «I rimedi? Diffide, sanzioni e ordinanze di vigilanza edilizia. Riscontro che il lottizzante ha semplicemente interesse ad allungare i tempi e non spendere soldi facendo quei lavori che è obbligato a fare. L’arma finale è l’incameramento della fidejussione con il Comune che si prende in carico tutti i lavori. Per arrivare a questo abbiamo lavorato in tutti questi mesi, c’è un fortissimo sollecito e quasi direi – con sguardo rivolto a Iapadre – pressione psicologica costante. Abbiamo tuttavia lavorato anche prima, l’ufficio non è stato inerme. Di certo l’amministrazione attuale ha chiesto una enorme accelerazione. Operiamo in questo senso. Ma non è oro tutto ciò che luccica: ciò che incameriamo dovrà essere valutato e distribuito su una serie di interventi, il sottopasso è uno. Poi le opere non completate. La sensazione è che non ci siano altre strade. Black list dei costruttori inadempimenti? Non ci sono elementi normativi a supporto. Infine un’ulteriore specifica della Sassi: «Le sanzioni elevate prevedono qualche centinaia di euro, se non c’è l’ottemperanza si passa all’esecuzione in danno. Oltre la beffa, il danno perché c’è chi paga e chi no». Cenno poi ad una segnalazione di presunto abuso edilizio per alcune lavorazioni (cancello carrabile, pedonale ecc.) su una strada al momento lasciata come pubblica: «Ci hanno dato fantasiose spiegazioni, è di proprietà comunale e c’è l’utilizzo improprio. La violazione è per 50 metri lineari», ha spiegato Bedini. C’è ancora molto da attendere per i cittadini.

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