Detenuto musulmano aggredisce agente

Perugia, a denunciare l’episodio è il Sappe: «Il soggetto è violento e votato alla Jihad. Episodio grave che deve far riflettere»

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Un’aggressione «vigliacca, violenta e ingiustificata»: è quella denunciata dal sindacato autonomo di polizia penitenziaria Sappe e che sarebbe stata messa in atto da un detenuto di nazionalità straniera – «votato alla causa della Jihad e particolarmente violento», specifica il sindacato – nei confronti di un agente in servizio all’interno del carcere di Capanne (Perugia).

La denuncia «Il detenuto – afferma il segretario regionale del Sappe – è già noto alle cronache penitenziarie per il suo fondamentalismo islamico e per essere stato protagonista di molti eventi critici durante la detenzione. Ha aggredito senza una ragione e vigliaccamente il poliziotto penitenziario di servizio e ha fomentato gli altri detenuti islamici, invitandoli a lesionarsi il corpo. Quanto accaduto – aggiunge Bonio – deve fare seriamente riflettere visto che il fatto è stato commesso da un detenuto votato alla causa della Jihad e particolarmente violento. Al collega ferito va la nostra solidarietà e vicinanza ma, ripeto, quel che è successo deve fare seriamente riflettere».

La protesta Una denuncia seguita da quella del segretario nazionale del sindacato, Donato Capece: «La polizia penitenziaria – afferma – monitora costantemente la situazione delle carceri, attraverso gruppi selezionati e preparati, per accertare l’eventuale opera di proselitismo del fondamentalismo islamico nelle celle, anche alla luce dei tragici fatti accaduti all’estero. Ma per fare questo servono fondi per la formazione e l’aggiornamento professionale dei poliziotti penitenziari e nuovi agenti. Il ministero della Giustizia – spiega Capece – parla della presenza di 39 detenuti radicalizzati e di almeno 300 ritenuti a rischio di radicalizzazione. A nostro avviso è un dato sottostimato, se solo si considera che sui 54.195 detenuti ‘ospitati’ nelle carceri italiani, ben 18.311 sono stranieri. Di questi, 10 mila sono musulmani, la stragrande maggioranza dei quali è praticante. Tutto ciò nonostante la polizia penitenziaria sia sotto organico di 8 mila agenti e la legge di Stabilità abbia bocciato un emendamento che avrebbe permesso l’assunzione di nuovi agenti, a cominciare da quelli idonei non vincitori dei precedenti concorsi, già pronti a frequentare i corsi di formazione».

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