«Il nostro progetto per il nuovo ‘Santa Maria’. Costi contenuti e solo fondi pubblici»

Terni – Lo hanno presentato i manager sanitari Gianni Giovannini e Roberto Ruscica. La videointervista. La presa di posizione di Corridore

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È stato ufficialmente presentato giovedì mattina in Bct, a Terni, il progetto per il nuovo ospedale ‘Santa Maria’ di Terni elaborato da due manager della sanità di lungo corso come Gianni Giovannini e Roberto Ruscica. Il progetto, basato interamente su fondi pubblici, prende le mosse dal confronto sviluppatosi all’interno del gruppo Facebook ‘Sanità, salute e partecipazione’. Di seguito l’intervista in cui Giovannini illustra i contenuti del progetto messo a disposizione delle istituzioni locali – Comune e Regione in testa – e della cittadinanza. Arriverà poi la presa di posizione del vicesindaco Riccardo Corridore.


Roberto Ruscica e Gianni Giovannini


Corridore

Corridore: «Disponibili al confronto»

«Ho avuto modo di ascoltare – il commento di Corridore nella giornata di lunedì – sui social una ipotetica nuova proposta per l’ospedale di Terni. Da quanto mi è dato capire (non ho avuto il modo di valutare il progetto tecnico) si propone di abbandonare l’idea che Terni possa avere, come merita, un nuovo ospedale moderno, funzionale, tecnicamente efficiente. Al contrario si propone di mantenere in piedi una struttura pensata oltre 70 anni fa e realizzata circa 50 anni orsono con tutte le sue problematiche: deficit strutturali, inefficienza energetica, assenza di un sistema efficiente di climatizzazione, ambienti degenze non rispondenti a minimi standard di accoglienza. Non basta certo realizzare un nuovo padiglione dedicato ad ospitare circa la metà dei ricoverati per risolvere le problematiche esistenti. Nella proposta si parla di parcheggi dedicati ai servizi (oncologia, nefrologia, malattie infettive), ma questi servizi – conclude – resterebbero confinati nelle attuali carenti strutture. L’amministrazione comunale rimane ampiamente disponibile al confronto su un tema di fondamentale importanza ma non accetterà mai compromessi al ribasso. Non concedo alibi all’amministrazione regionale: Terni merita un nuovo ospedale moderno ed efficiente».


di Gianni Giovannini e Roberto Ruscica

Il vicesindaco di Terni ha replicato alla nostra proposta di realizzare a Terni un ospedale rinnovato e sostenibile adducendo un parere negativo motivato dal non accettare compromessi al ribasso, tuttavia, non ha chiuso la porta al dialogo e confidiamo in un prossimo incontro di approfondimento. Ci preme sin d’ora sottolineare che la nostra iniziativa si fonda sui presupposti della LR 2/2023 che sollecita una partecipazione attiva dei cittadini nella co-programmazione e co-progettazione su materie di interesse generale. Il nodo fondamentale della nostra proposta verte sulla sostenibilità finanziaria dell’intervento sull’ospedale e sul miglioramento della vivibilità dello stesso e del quartiere in cui è inserito. Entrambe le proposte in ballo, che vogliono un ospedale nuovo di zecca, presuppongono un indebitamento cospicuo. Secondo le nostre stime, con il project financing si richiederebbe la contrazione di un debito pari a 200 milioni di euro che con 30 anni di interessi rischia di raddoppiare; mentre nel caso Inail la spesa sarà legata al solo canone di affitto, che dovrebbe ammontare intorno al 2,5% dell’intero investimento (circa 300 milioni) per un canone annuo di 7,5 milioni di euro a tempo indeterminato. Queste cifre impatteranno sulla spesa corrente dell’azienda ospedaliera interferendo con l’erogazione dei servizi. Esemplificando solo la rata annua da corrispondere all’Inail risulterebbe pari al costo per un anno intero di un insieme di 40 medici più 80 infermieri; mentre per il project la rata sarebbe circa il doppio anche se solo per 30 anni. Da ciò deriva la nostra preoccupazione per la sostenibilità finanziaria, che rappresenta un prezzo troppo alto per giustificare un intervento completamente innovativo, soprattutto alla luce del fatto che la struttura attuale non versa in condizioni così drammatiche da richiederne la dismissione. Da ternani duole constatare che gli altri ospedali regionali (Orvieto, Città di Castello, Perugia, Foligno, Pantalla) sono stati finanziati con fondi statali, mentre per Terni la novità di entrambe queste ipotesi è quella che saranno i ternani a pagarselo. In conclusione, si fa presente che alcune regioni italiane (Veneto, Toscana, Abruzzo e Marche) che avevano intrapreso la strada del project financing vi hanno rinunciato proprio per la sperimentata insostenibilità finanziaria e non possiamo non richiamare l’attenzione sui riflessi, di natura politica, amministrativa e sociale, di scelte incaute per un contesto già critico come quello ternano».

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