Elettrocarbonium, Sgl venderà: tanti i dubbi

Dopo l’annuncio del liquidatore, nessuna reazione ufficiale: è il segno che da parte della politica e del sindacato non si hanno le idee chiare sul futuro

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Reazioni zero. Almeno a livello ufficiale. E la cosa non è passata inosservata. Dopo che il liquidatore di Sgl, l’avvocato Marco Petrucci, ha annunciato il nome del possibile acquirente dell’Elettrocarbonium di Narni, nessuno ha detto una sola parola. Sindacalisti e politici non pervenuti.

L’annuncio Eppure quella che il liquidatore di Sgl ha presentato come «una lettera di intenti con Gosource Group Ltd per la cessione dello stabilimento di Narni Scalo», spiegando che «verrebbe industrialmente integrato nel Gruppo Sangraf, già operante nel settore della produzione di elettrodi in grafite e che ha anche una propria produzione di nippli», è una notizia importante, visto che l’economia narnese potrebbe ricevere nuovo impulso dalla ripresa del lavoro in quello stabilimento. Ma a ben vedere qualche motivazione, per la mancanza di reazioni, ci potrebbe essere.

Il lavoro Perché Petrucci ha detto anche che Gosource «ha manifestato interesse alla re-industrializzazione dell’area di Narni Scalo e farà tutto quanto in proprio potere per assumere quanti più dipendenti possibile in tale area, in funzione dell’esito delle attività di ‘due diligence’ che verranno condotte nei prossimi due mesi». Ecco, quel «quanti più dipendenti possibile» è uno dei temi che, probabilmente, nelle prossime settimane e nei prossimi mesi – visto che il liquidatore ha specificato che fino al 30 novembre non sarà possibile trattare con altri soggetti – terranno banco.

I dubbi In quanto il numero di lavoratori che potrebbero essere richiamati al lavoro – il Comune di Narni ha sempre ribadito che l’obiettivo è quello del rientro di tutti quelli che erano impiegati prima della chiusura e del successivo e fallimentare interregno di Michele Monachino – sarà strettamente collegato al tipo di attività che a Narni Scalo si andranno a realizzare. Perché Petrucci ha detto che i risultati della trattativa aperta «dipendono dai risultati delle verifiche in corso da parte di Gosource sia quanto alla situazione ambientale, sia e soprattutto quanto alla struttura dei costi con cui lo stabilimento potrebbe tornare a produrre».

Produzione o rifinitura E qui emerge una delle possibili criticità dell’operazione, in quanto non è chiaro se la Sangraf vorrà utilizzare gli impianti di Narni per la produzione completa di elettrodi di grafite o solo per quelle che possono essere definite ‘seconde lavorazioni’ sugli stessi: cioè gli elettrodi si farebbero altrove e passerebbero per Narni – e limitatamente al mercato italiano – per essere personalizzati in funzione del cliente finale.

Differenze Ovvio che nel secondo caso gli impianti narnesi avrebbero bisogno di un numero decisamente ridotto di personale e, forse, anche questo giustifica il silenzio che ha fatto seguito alla sortita del liquidatore: prendere per buona una promessa così poco definita potrebbe essere un rischio.

La bonifica Mentre è chiaro che per Sgl l’ipotesi di tenere in vita una lavorazione analoga alla precedente rappresenta l’occasione per mantenere l’impegno della bonifica «conformemente al piano approvato dalla Conferenza di servizi dello scorso inverno, sostenendone i relativi costi come già a suo tempo stimati e accantonati in bilancio», senza sorprese e costi aggiuntivi.

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