Geotermia, in Regione parla l’azienda

Perugia, audizione in seconda commissione regionale: «Un progetto totalmente ecocompatibile e unico al mondo»

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Audizione in seconda commissione, in Regione, dei rappresentanti della Ltw &Lkw Geotermia Italia, lunedì pomeriggio. L’azienda che vorrebbe installare quattro impianti geotermici per un progetto pilota nella piana dell’Alfina è stata invitata a comparire in consiglio regionale per spiegare alcuni dettagli tecnici dal momento che, per quanto la giunta regionale abbia già dato l’ok, la questione suscita più di qualche dubbio da un punto di vista ambientale e sismico.

Ecocompatibile «Il progetto geotermoelettrico di Castel Giorgio – è stato spiegato – prevede la messa in funzione di una centrale senza emissione di gas in atmosfera e la totale reiniezione del fluido geotermico. Si tratta di un impianto pilota totalmente ecocompatibile,unico al mondo. Per quanto attiene al grado di sismicità, dato che non ci sarà alcuna frattura di rocce, rimane quello attuale, indipendentemente dall’impianto, non viene quindi prodotta sismicità aggiuntiva”. I rappresentanti di Ltw & Lkw hanno quindi assicurato che saranno previste reti di
monitoraggio proprio a partire da quella sismica e dichiarato di essere pronti a rispondere ad ogni domanda e ad ogni dubbio dei sindaci del territorio.

L’azienda Dopo le tensioni emerse durante l’ultima seduta della Commissione presieduta da Giuseppe Biancarelli, in cui i comitati dei cittadini e i sindaci dei Comuni di Castel Giorgio, Castel Viscardo, Monteleone di Orvieto e Allerona avevano espresso la propria contrarietà, finalmente i rappresentanti dell’azienda hanno illustrato il progetto affiancati dai progettisti Franco Barberi, direttore scientifico, Alberto Bottei, coadiuvati da Diego Righini, manager e consigliere delegato e da Pietro Paluello responsabile relazioni esterne.

Come funziona Il progetto per l’impianto pilota geotermico di Castel Giorgio, prevede l’utilizzo dell’energia termica del campo geotermico di Torre Alfina e sarà costituito da 5 pozzi di produzione di acqua calda ubicati in tre piazzole, un sistema di tubazioni di convogliamento che consentirà di condurre l’acqua calda dai pozzi fino all’impianto Orc per la produzione di energia elettrica attraverso il recupero di calore dall’acqua calda geotermica, 4 pozzi di reiniezione dell’acqua geotermica ubicati in un’unica piazzola, una tubazione di collegamento dell’acqua raffreddata in uscita dall’impianto Orc sino ai pozzi di reiniezione e dalla linea elettrica in media tensione di
collegamento alla Rete Nazionale.

Le obiezioni Rispondendo a molteplici domande dei commissari consiliari presenti alla riunione, Barberi e Bottei hanno ricordato, tra l’altro, che l’impianto di Castel Giorgio, attualmente in fase autorizzativa, prevede una
potenza di 5 Mwe, la superficie di terreno occupata sarà molto inferiore a quella necessaria per altri impianti ad energia rinnovabile a parità di produzione elettrica annuale (da 1/20 a 1/30 rispetto al fotovoltaico),previsto un carico di traffico stradale per l’esercizio della centrale sostanzialmente nullo, assenza di immissioni nell’ambiente di prodotti nocivi o con effetto serra, nessun impatto olfattivo nell’ambiente circostante, larga disponibilità di calore per usi termici diretti con ulteriore abbattimento dell’inquinamento da fonti fossili: riscaldamento edifici, acqua uso sanitario e piscine, serricoltura.

I dettagli È stato anche sottolineato che la legge non prevede finanziamenti pubblici per la realizzazione di impianti pilota, ma solo una remunerazione a Kwh venduto, una volta avviato l’esercizio dell’impianto. Quindi il rischio
economico è totalmente a carico della società che effettua l’investimento. Nella fase di costruzione dell’impianto è prevista la possibilità di occupazione lavorativa, di diverso profilo professionale, per lavoratori locali oltre al beneficio economico una tantum per il Comune al quale andrà il 4 per cento del costo degli impianti.

La Lega Tra i rilievi evidenziati da tutti i commissari ai rappresentati dell’azienda, quelli relativi alla contrarietà delle istituzioni locali e dei cittadini dei territori interessati al progetto. Fiorini (Ln) ha chiesto rassicurazioni circa il reperimento dei dati per la realizzazione, se sono stati utilizzati quindi quelli relativi alle perforazioni di Enel negli anni ’70/’80 oppure se per la sperimentazione sono stati perforati nuovi pozzi. All’esponente umbro del Carroccio è stato assicurato che i dati utilizzati sono quelli del 1973. Sull’eventuale rischio sismico, l’azienda ha risposto che «la società deve produrre una fideiussione a garanzia delle attività in programma per le quali viene calcolato a priori il ripristino ambientale». Per Mancini, Lega Nord, resta il fatto che «un politico deve sempre ascoltare i cittadini che in questo caso dicono no all’impianto come del resto ha fatto l’Assemblea legislativa. E nonostante ciò la giunta regionale sembra non aver ascoltato e messo in atto questo indirizzo».

Il M5S «Bisogna partire dalla contrarietà delle 25 amministrazioni comunali umbre e laziali – ha affermato anche Liberati dei 5 Stelle, chiedendo chiarimenti a Barberi circa «relazioni di supporto al progetto predisposte, per conto dell’Ingv, Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia dalla moglie Maria Luisa Carapezza». Nessun conflitto d’interessi secondo Barberi dal momento che sua moglie «è un ricercatore con competenza specifica su argomenti quali i parametri ambientali ed il monitoraggio, ed è l’Istituto a decidere a chi affidare il compito».

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