Gesenu, dimissioni: Silvio Gentile lascia

Perugia, l’azienda si oppone alla richiesta di accesso agli atti del M5S: «Un fatto gravissimo»

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L.P.

Una lettera al Sindaco, Andrea Romizi, al presidente Luca Marconi e agli altri vertici della società. Dice così addio alla Gesenu Silvio Gentile, che mercoledì pomeriggio si è dimesso da amministratore delegato della partecipata
del Comune che gestisce il servizio di raccolta dei rifiuti. La stessa decisione è stata presa anche per l’incarico di amministratore unico della Gest. Dimissioni irrevocabili e con efficacia immediata dopo l’inchiesta che ha coinvolto la società e l’interdittiva antimafia firmata nelle scorse settimane dal prefetto di Perugia Antonella De Miro.

Le dimissioni «Benché lo stesso provvedimento prefettizio relativo a Gest – scrive Gentile – chiarisca che figurano cause ostative ai sensi della vigente legislazione antimafia, ho preso atto della volontà dei soci privati di Gesenu di ‘sterilizzare’ integralmente i componenti da loro nominati in seno al Consiglio di amministrazione quale misura straordinaria da attuarsi, inter alia, nel tentativo di evitare il commissariamento dei principali contratti-rami di azienda del gruppo Gesenu. Proprio perché condivido pienamente la suddetta finalità e l’interesse prioritario su tutto a preservare la totale operatività del gruppo Gesenu, ho accettato con spirito di servizio di rimettere i suddetti incarichi».

Interdittiva E proprio a causa del documento firmato dal prefetto ora, per il Comune di Perugia, si profilano nuove grane. Mentre altrove, in città, va in scena l’ultimo atto di un’assemblea dei soci che sarà ricordata come tra le più infuocate della storia, a palazzo dei Priori si infiamma, nuovamente, la polemica. A scatenarla è di nuovo il Movimento 5 Stelle che denuncia «un atto grave, gravissimo, per la vita democratica di questa città». Sono queste le parole di Cristina Rosetti, capogruppo in consiglio comunale che si è vista negare l’accesso agli atti su tutta la
vicenda Gesenu.

La lettera della Gesenu

La lettera della Gesenu

I fatti Circa una decina di giorni fa era partita la richiesta d’accesso agli atti formulata con urgenza dal consigliere dei 5 stelle, come previsto dal Regolamento del consiglio comunale. «Visto che la risposta tardava ad arrivare – racconta la Rosetti – ho sollecitato gli uffici. E oggi mi sono vista recapitare una lettera direttamente dalla Gesenu». In mezzo, tutta una serie di rimpalli tra uffici. La prima risposta negativa viene dall’area servizi finanziari e di controllo, unità operativa controllo partecipate e citizen satisfaction. Loro l’interdittiva non ce l’hanno, così come il documento non è arrivato all’ufficio risorse ambientali, smart city ed innovazione. La richiesta viene girata direttamente agli uffici della Gesenu che, oggi, hanno risposto.

La risposta ‘Fermo restando che la Gesenu sta predisponendo le misure necessarie per chiarire alcuni elementi travisati dalla Prefettura, per porre rimedio ad alcune criticità, rappresentate nel provvedimento e per tutelare gli interessi della società e dei suoi soci innanzi alle competenti autorità, si ritiene necessario differire l’accesso agli atti richiesto dal consigliere comunale Cristina Rosetti anche in ragione della peculiare natura dell’atto e della riservatezza dei relativi contenuti, a seguito dell’adozione di predette misure’. Firmato Silvio Gentile, ormai ex amministratore delegato Gesenu.

Solo bugie Forse l’ultimo atto ufficiale prima di lasciare, quelle poche ma molto eloquenti righe in realtà la dicono lunga, secondo la Rosetti, su come stanno le cose. «Questa è una violazione gravissima del diritto fondamentale che ha ogni consigliere comunale di accedere agli atti che riguardano l’Amministrazione», ha affermato la Rosetti,
ricordando come i consiglieri comunali sono tenuti al rispetto della riservatezza e del segreto per quegli atti per i quali lo prescrive la legge. «Non solo il Comune mente quando afferma di non essere in possesso dell’interdittiva – continua il capogruppo – ma gira anche, senza alcuna autorizzazione da parte della sottoscritta, la richiesta alla società Gesenu». Una pratica, quella di inoltrare richieste d’accesso agli atti, più volte denunciata anche da Andrea Liberati, capogruppo in Regione dei 5 Stelle, sulla battaglia che il Movimento sta portando avanti al fianco dei cittadini contro il colosso delle acque minerali Rocchetta.

Legale rappresentante A destare preoccupazione, ora, è però il tono con cui la società ha risposto alla richiesta fatta in Comune: nessun documento finché la vicenda non sarà chiarita. Nella missiva l’ex ad Gentile non manca di sottolineare come il documento firmato dal Prefetto De Miro non sia del tutto corrispondente alla realtà e assicura che l’azienda sta predisponendo le misure necessarie per chiarire alcuni ‘elementi travisati dalla Prefettura’. Un compito che, dopo l’addio, qualcun altro sarà chiamato a portare avanti. «Dalla lettera – prosegue poi la Rosetti – mi sembra abbastanza evidente che nonostante le dichiarazioni ad effetto della giunta e del Sindaco Romizi, che ha elogiato l’operato del Prefetto in favore della legalità, la Gesenu è di tutt’altro orientamento quando dice che verranno prese tutte le misure del caso a tutela della società e dei suoi soci».

Fuori dalla porta La faccenda non sembra chiudersi qui, dunque. «Ora noi attiveremo tutte le procedure a garanzia del nostro operato. Sicuramente faremo ricorso e investiremo della questione il Prefetto stesso. Al di là del fatto che anche fuori dagli uffici comunali qualcuno è in possesso del documento, a noi interessa poter lavorare in modo trasparente. Questa è una grave mancanza di rispetto nei confronti di tutti i cittadini e dei loro rappresentanti lasciati fuori dalla porta mentre in alcune stanze vengono decise le sorti di un’azienda il cui 45% è detenuto dal Comune, quindi dai cittadini che ci mettono i soldi. Noi abbiamo il dovere, oltre che il diritto, di essere informati su quanto è accaduto e quanto sta accadendo, dobbiamo conoscere i risvolti giuridici che sono seguiti al provvedimento del Prefetto: è solo analizzando tutti i documenti che potremo attuare un piano alternativo per la gestione dei rifiuti e per la società stessa».

Schiaffo morale L’ennesima brutta figura per l’amministrazione comunale, conclude il Movimento 5 Stelle, sottolineando la poca incisività dimostrata dalle istituzioni nella gestione di un caso che ha notevoli ripercussioni sotto i più svariati profili. «Mi chiedo io – chiosa la Rosetti – come è possibile che abbiamo dovuto leggere dell’interdittiva su tutti i giornali e non ci è stato comunicato diversamente in altra sede? Come è possibile che, all’indomani di un provvedimento di tale entità, il Sindaco non ha ritenuto doveroso riunire tutti noi consiglieri per capire come affrontare la situazione in maniera unitaria e compatta?»

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