Norcia, attività ferme e case inagibili

A più di due settimane dal terremoto c’è chi chiama ingegneri privati per le verifiche sugli edifici. Mentre le attività commerciali ancora non riprendono

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di L.P.

Iniziano ad arrivare i primi freddi, assieme a pioggia e vento, e chi non ha più una casa o non sa se e quando potrà rientrare si lascia prendere dallo sconforto.

Verifiche Non bastano le riunioni e la presenza costante delle istituzioni al campo base operativo di Porta Romana. «Servono fatti, concreti – ci raccontano alcuni sfollati – perché qui la terra continua a tremare e noi non abbiamo più alcuna certezza». I lavori procedono spediti da ormai una settimana e al momento un’abitazione su quattro resta inagibile. Ma fare i conti con i tempi tecnici risulta difficile per chi dorme da più di due settimane all’interno di una palestra o in tenda. Lo stress psicologico e l’ansia per il futuro si mescola a una generale perdita di fiducia, il clima è teso e davanti a sé le prospettive non sembrano migliorare.

Sconforto E’ questo lo stato d’animo più diffuso tra gli sfollati di Norcia e dei comuni limitrofi. Perché se da lunedì i ragazzi riusciranno, in qualche modo, a riprendere le lezioni e a ritrovare una qualsivoglia forma di ‘normalità’, per chi non può lavorare, invece, le cose si fanno più complicate.
«Qui la situazione peggiora di giorno in giorno. E’ tutto fermo, dovranno mandare via tutti dalla tendopoli per trovare una sistemazione negli alberghi. Già stanno spingendo per i primi trasferimenti ma io ho paura, non mi fido», racconta una signora. La voglia di sapere che cosa ne sarà della propria casa e di tutto quello che c’era dentro è forte e, chi può, cerca di anticipare i tempi facendo da sé.

Inagibilità «Noi dormiamo ancora al campo sportivo – racconta una giovane mamma – sono stata tra le prime a fare richiesta per il controllo da parte della Regione. Mia madre è anziana, non posso continuare a farla dormire al campo operativo assieme ad altre duecento persone. I controlli li stanno facendo, ma nessuno è venuto a vedere la nostra abitazione. Allora ho pagato a mie spese un ingegnere privato, per capire l’entità dei danni e anche, eventualmente, la spesa e i tempi tecnici. L’ingegnere ci ha un po’ rassicurato, ci sono danni e la casa è inagibile, ma almeno dicono che il tetto non dovrebbe crollarci addosso se le scosse dovessero continuare».

Hotel E poi ci sono gli alberghi e gli agriturismi della zona, dopo l’accordo sottoscritto tra Protezione civile e regione per l’accoglienza temporanea delle popolazioni colpite dal sisma. «Ma chi ci assicura che quelle strutture sono davvero sicure?» si chiede un giovane. Il sospetto che qualcuno possa approfittarsi della tragedia, spinge più di qualche famiglia a rimanere dov’è, da parenti o amici e persino nella tenda. «Non si sa quando arriveranno le casette – sottolinea un altro abitante di Norcia – parlano di 6 o 7 mesi, quando l’inverno sarà ormai passato. A chi serviranno?».

Aziende e attività C’è poi tutta la questione economica. Le attività che sono state danneggiate, anche se non in maniera permanente, non sono ancora riprese. Ce lo racconta bene una signora che ha una rivendita in pieno centro storico a Norcia. «Nella delibera manca ‘la parolina magica’ – spiega – cioè loro stessi non sanno cosa scrivere e noi non sappiamo quando potremo ritirare su la saracinesca. Non ci possiamo ammalare pure per la nostra attività, come dobbiamo fare? La situazione peggiora ogni giorno di più, c’è un sacco di gente che gira ma non si sa che cosa sono venuti a fare. Oggi una signora era disperata perché doveva andare all’ospedale di Spoleto e non si trovava nessuno che l’accompagnasse».

Istituzioni E mentre le istituzioni si muovono sul piano legislativo, le raccolte fondi, gli aiuti alle popolazioni qui non sono ancora arrivate. «Ma io queste cose, concretamente, non le vedo. Qui continuano a fare riunioni, vengono i sindaci, arrivano consiglieri regionali, la presidente della Regione, il Presidente del Consiglio, il Commissario straordinario Vasco Errani, ma le verifiche proseguono a rilento, la terra continua a tremare e noi abbiamo paura. E, soprattutto, rischiamo di rimanere troppo indietro con le nostre attività. Presenterò il conto di quanti soldi ho perso, qualcuno dovrà restituirceli anche se tra vent’anni».

Richieste «Ci dicono che per non pagare la bolletta della luce dobbiamo fare la richiesta, per non pagare la rata del mutuo dobbiamo fare la richiesta. Tutte richieste dobbiamo fare, poi passano i giorni e i mesi prima che qualcuno si interessi alle nostre necessità», sbotta un altro giovane che ha deciso di comprarsi una tenda. Di alberghi o agriturismi non vuole sentir parlare, aspetterà che i tecnici compilino la scheda della sua abitazione e anche se ci vorranno mesi, per tornare a dormire al chiuso aspetta di poter rientrare a casa.

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