Choco-bar a Perugia: «La Curia lo fermi»

Un gruppo di cittadini chiede un incontro con l’arcivescovo: intanto i lavori sono fermi, ma la Gioform spiega che «si sta semplicemente seguendo un cronoprogranma»

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di L.P.

C’era da scommetterlo. Non sono passati inosservati i lavori sotto le logge del Duomo di Perugia, le Logge di Braccio per la precisione, sotto le quali entro l’estate dovrebbe sorgere un nuovo choco-bar firmato Guarducci.

Il cantiere

Il cantiere

Il progetto Dovrebbe, perché intanto, dopo appena un paio di giorni, i lavori sono stati già interrotti. E c’è chi sussurra che la Soprintendenza potrebbe aver segnalato possibili irregolarità nella conservazione storica delle Logge, patrimonio cittadino. Dopo il negozio a pochi metri di distanza dalla Fontana Maggiore, il patron di Eurochocolate vuole portare a casa un altro risultato, raddoppiando la sua presenza fissa nel centro storico perugino. Con il benestare della Curia. Già perché gli spazi in cui da qualche giorno gli operai stanno lavorando per il rifacimento della pavimentazione esterna sono di proprietà del Capitolo della Cattedrale di San Lorenzo, istituzione con cui la società di Eugenio Guarducci, la Gioform srl, ha condiviso i progetti di ristrutturazione presentati poi agli organi competenti e con cui da luglio scorso è stato firmato un regolare contratto di locazione. In particolare, sottolinea Guarducci, la Curia «aveva condiviso pienamente le finalità di destinazione d’uso, così come l’amministrazione comunale che si è resa particolarmente collaborativa». Dopo aver ottenuto le relative autorizzazioni si è proceduto all’avvio del cantiere, «coinvolgendo aziende specializzate e mettendo in campo un investimento considerevole a totale carico dei privati ed in primis di Gioform Srl».

Il patron di Eurochocolate Eugenio Guarducci

Il patron di Eurochocolate Eugenio Guarducci

Le Logge Bando alle chiacchiere da social network, i lavori sono quindi partiti in piena regola e nelle intenzioni del fondatore di Eurochocolate c’è la volontà di aprire il choco-bar in coincidenza con la rievocazione storica ‘Perugia 1416’. La ristrutturazione del pavimento esterno, realizzato nel dopoguerra, si è resa obbligatoria dato il suo alto livello di deterioramento ma «ovviamente – sottolinea Guarducci – sarà impiegato analogo materiale per il rifacimento della stessa pavimentazione e verrà ripristinata la medesima orditura opportunamente rilevata prima della rimozione». A sue spese, Guarducci, si prenderà carico anche della pulizia e del restauro della facciata che oggi appare annerita e l’intera operazione ridarà lustro a «questo luogo simbolo di Perugia. Luogo che purtroppo da tanti anni era finito nel dimenticatoio diventando un posto abbandonato a sé stesso e dove da secoli si sono alternate numerose attività commerciali di varia natura e purtroppo anche illecite».

Il choco-bar Così le Logge di Braccio torneranno a splendere con un nuovo bar cioccolateria di cui è ancora top secret il nome dell’importante azienda con cui Guarducci ha elaborato il progetto e stipulato il contratto. L’unica certezza, al momento, è che nell’insegna non comparirà il brand ‘Eurochocolate’, la manifestazione che si svolge ogni anno ad ottobre e che richiama in città tantissimi turisti e visitatori ‘mordi e fuggi’ e su cui, ogni anno, piovono polemiche da parte di tutta la città. Se un merito, infatti, Guarducci ce l’ha, è quello di far parlare di sé, bene fuori dall’Umbria, un po’ meno in loco. E così, anche stavolta, la sua iniziativa è la più chiacchierata lungo corso Vannucci, quasi da togliere il primato alla rievocazione di Braccio Fortebracci.

Punto d’incontro Da tempo le logge sotto il Duomo sono diventate un punto di ritrovo per tantissimi giovani che, nelle serate estive ma anche in quelle invernali, si ritrovano con studenti, turisti e stranieri e si improvvisano jam session. Per qualcuno luogo di spaccio e di bivacco, per altri punto di ritrovo come tanti altri in città. Sicuramente, per molti, l’ennesimo spazio pubblico che ora sarà destinato alla privatizzazione da parte di un singolo che ne trarrà profitti personali. Nasce così l’idea da parte di un gruppo di giovani che, tempo fa, hanno organizzato la manifestazione Umbria Grida Terra riportando in vita il Mercato coperto di Perugia, di scrivere una lettera aperta alla Curia affinché si fermi in tempo la realizzazione di questo progetto.

Lettera aperta alla Curia «Assistiamo ad una privatizzazione di uno spazio ad uso pubblico, culturale e sociale, un punto d’incontro in piazza IV Novembre, che sarà destinata come vetrina del cioccolato dei grandi marchi, simbolo di sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Il nome del locale e la multinazionale del cioccolato con cui ha stipulato il contratto rimangono segreti. Ci chiediamo se sia giusto continuare a sottrarre spazi di pubblico interesse per destinarli alla mera speculazione privata,se il cioccolato delle multinazionali, responsabili dello sfruttamento dei lavoratori e delle terre del cacao, possa rappresentare Perugia e il suo territorio e, ancora, se avvallare l’apertura di questa attività sia coerente con il pensiero della Chiesa e di Papa Francesco, se non sia più opportuno incentivare attività etiche e solidali rispettose del lavoro, della natura e del territorio». Per questo sotto l’insegna di quanto fatto in nome e per conto della cittadinanza, con le iniziative al Mercato coperto e quelle, in piazza Grimana, durante Umbria Jazz, «Umbria grida Terra e l’associazione Progetto Paul Beathens chiedono un incontro con l’arcivescovo e invitano tutta la cittadinanza a un momento di confronto, sabato 30 aprile, dalle ore 18.30 davanti al cantiere in corso d’opera «per verificare di persona l’inadeguatezza di tale opera».

La replica La Gioform, che realizza il tutto, però non ci sta e spiega che non è vero, come è stato detto, «che i lavori sono stati sospesi per mancanza di autorizzazioni, ma si sta semplicemente seguendo un cronoprogranma che interessa sia il cantiere in loco che tutte le lavorazioni fuori cantiere relative ad arredi e strutture di completamento interno. In questo cronoprogramma, subito dopo la rimozione del pavimento deteriorato esterno, autorizzata dalla Sovrintendenza alle Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, era prevista una fase di indagine archeologica che evidentemente non poteva che iniziare in questi giorni subito dopo la rimozione di cui sopra. Indagine che vede coinvolta sia la società, attraverso i propri tecnici, che la Sovrintendenza ai Beni Archeologici dell’Umbria».

 

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