Perugia, ‘pugno duro’ sui locali notturni

Sono già sette le sanzioni comminate a chi, di notte, si fa prendere ‘la mano’ e tiene la musica alta disturbando il sonno dei vicini

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L.P.

Divertirsi sì, ma con moderazione. Soprattutto nel capoluogo perugino è d’obbligo moderare il tono della voce e ancor più quello della musica nei locali cittadini. E gli sconti non si fanno neanche d’estate.

Esposti Capita così che in questi mesi estivi gli esposti presentati da cittadini a residenti al comune abbiano causato multe e sospensione temporanea delle attività. E’ accaduto, ad esempio, ad un locale del centro storico che si estende su tre terrazze esterne. Dopo la presentazione di più esposti da parte di qualcuno che abita proprio lì sopra, e dopo la verifica fonometrica fatta dall’Arpa per verificare il rispetto dei limiti di rumore, un’ordinanza, firmata dal sindaco Romizi, prevedeva il blocco delle attività e l’adozione di tutti gli accorgimenti tecnici necessari per riportare i valori di rumorosità entro i limiti previsti dalla normativa. Nessun concerto metal o esibizione di batteristi, a far superare il livello di tre decibel previsto, solo la musica di sottofondo e il chiacchiericcio degli avventori, come riportato nell’ordinanza.

Decibel Secondo i rilievi effettuati dall’Arpa, se il valore limite è di 3 decibel, di notte la musica messa in sottofondo o il semplice parlare tra più persone in un locale può portare a raggiungere più di 22 decibel, nonostante secondo i parametri dell’agenzia tra i 20 e i 40 decibel la situazione che si riscontra sia ancora ‘tranquilla’, paragonabile a rumori di bisbiglio o al fruscio delle foglie. Ma per chi vuole riposare e dormire sonni tranquilli, la musica di un locale del centro storico che dall’ora di cena prosegue fino a mezzanotte può dare fastidio. Così come il chiacchiericcio.

Violazioni E tra chi vuole riposare e chi, invece, per dormire preferisce il giorno e vuole trascorrere le serate a far baldoria in centro la mediazione a volte risulta difficile. Soprattutto perché, dietro al bancone, c’è chi lavora: magari quei pochi, giovani, che hanno deciso coraggiosamente di investire nel centro storico della propria città e che, magari per una leggerezza, si vede redigere un verbale che comporta una sanzione da mille euro. Nella relazione fatta dagli uffici del comune sull’inquinamento acustico si legge che nel 2013 gli esposti dei cittadini sono stati 21, nove nel 2014 e undici nel 2015, un dato che sostanzialmente si equivale anche per l’anno ancora in corso, come spiegano i dirigenti dell’amministrazione comunale. «Esiste una legge sull’inquinamento acustico – riferiscono – e il comune la deve far rispettare, soprattutto se c’è chi si sente danneggiato».

Autocertificazioni Contro la movida in centro storico e le sagre paesane che producono forti rumori notturni aveva tuonato anche Italia Nostra, nonostante ad infrangere per primi la legge vigente siano, di giorno, il traffico veicolare, quello ferroviario e aeroportuale oltre che i siti di attività industriale, come si legge dalla relazione tecnica del comune che ha redatto anche una mappatura acustica strategica per individuare le zone della città più esposte. «Il problema è quando si apre un nuovo locale si firmano delle autocertificazioni, in cui i proprietari si autovincolano a rispettare la normativa. Se la patente te la dai da solo – spiegano ancora dagli uffici – poi devi rispettare quei limiti».

Deroghe In caso di concerti e spettacoli in piazza, poi, ci sono le autorizzazioni in deroga, 122 concesse solo nello scorso anno. «Bisogna capire quello che si può fare e quello che non si può fare. Se il locale tiene la musica a volume alto e i cittadini si lamentano noi dobbiamo per forza intervenire e, se del caso, comminare sanzioni». Sette nel 2015 e più o meno altrettante anche nel 2016. Ma c’è anche chi si lamenta per il chiacchiericcio e il vociare fuori dai ristoranti che, in estate, apparecchiano tavoli fuori dai locali. «Nessuno ha mai fatto una multa a un ristorante. C’è una legge e dobbiamo farla rispettare – concludono – e tutelare chi si sente danneggiato e vuole dormire la notte».

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