«La mia scommessa sulla carta stampata»

Perugia, l’impresa di Antonio Brizioli e del team Emergenze. A maggio riaprono una vecchia edicola: «Le scelte fanno la differenza»

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di L.P.

Per qualcuno i giornali di carta non sono morti. O, almeno, non tutti. Possono continuare a vivere, se c’è la volontà di investire e continuare a crederci. Così non è impossibile, per alcuni giovani perugini, imbattersi in un’avventura che potrebbe essere destinata a portarli lontano.

Perugia edicola (2)Il collettivo E’ il caso del team Emergenze. Lui, Antonio Brizioli, dopo la laurea a Milano è ritornato nella sua città natale e, assieme al fratello regista e videomaker Alberto, ha deciso di scuotere il sonnacchioso ambiente culturale cittadino riunendo un collettivo di artisti, aspiranti scrittori e giornalisti per un progetto editoriale e culturale innovativo. Si è fatto conoscere in città non solo per aver realizzato un giornale cartaceo, Emergenze appunto, ormai arrivato al quinto numero e slegato dalla cronaca e dalle tradizionali sezioni che compongono i fogli di informazione, ma anche per quel filo rosso che, ancora oggi, collega Porta San Pietro con il Cassero di Porta Sant’Angelo. Un percorso a zig zag lungo tre chilometri per tenere unito il centro storico e che, a un anno dalla conclusione del progetto, si è trasformato in un documentario dal titolo ‘Gros Grain’, fedele autoritratto di una Perugia che era e che è.

Perugia edicola (3)L’edicola A poco più di un anno dall’inizio di tutto, Brizioli è di nuovo pronto a investire in qualcosa che, alla stregua di un giornale di carta, per qualcuno ha i giorni contati. Così il team ha rilevato una vecchia edicola, suggestiva quanto strategica per la posizione, in fondo alle scalette di Sant’Ercolano. «L’idea – racconta – nasce da un’esigenza pratica. Cioè quella di vendere il nostro giornale in un luogo fisico anziché solo durante le iniziative organizzate nel centro storico o fuori regione». Così, quando hanno capito che l’edicola, più che in vendita era in svendita, non ci hanno pensato due volte e si sono impossessati di un incrocio tra tre strade, un luogo vivo, di accesso al centro storico, che pullula di studenti, perugini, stranieri, lavoratori e anziani. Un’iniziativa in controtendenza, sicuramente «le edicole, così come le cabine telefoniche, sono destinate a diventare archeologia urbana. Ma, proprio per questo, il nostro è un progetto pilota».

Perugia edicola (1)Scelte editoriali I margini di guadagno di chi, oggi, vende giornali e riviste è veramente esiguo, appena il 20% sui prodotti venduti nonostante si lavori sette giorni su sette, dalla mattina presto, e con qualsiasi condizione atmosferica. «Siamo consapevoli di questo e stiamo ancora ragionando sulla possibilità di vendere i quotidiani come qualsiasi altra edicola. Quello che è certo è che, liberi da ogni imposizione, selezioneremo con cura i nostri prodotti editoriali. E’ una scelta doverosa e coerente e che nella tradizionale attività di edicolante non è contemplata». Sarà quindi mantenuta la tradizionale filosofia dell’edicola ma verrà dato ampio spazio a riviste e giornali stranieri, per dare un respiro internazionale, e poi libri e progetti collaterali a quello di Emergenze, provenienti da tutta Italia. Mostre, cartoline, esposizioni troveranno spazio accanto a prodotti più tradizionali.

Perugia edicola (4)La sfida La saracinesca si alzerà, di nuovo, a maggio. Intanto ad aprile inizieranno i lavori di ristrutturazione per ripulire lo stabile e risistemare il tetto che, nel frattempo, si era allagato. «L’editoria versa in un pessimo stato, lo sappiamo, ma il problema è la qualità di ciò che viene pubblicato oltre al fatto che si tratta di un sistema chiuso. La sfida è riuscire a trasformare qualcosa che piace, anche agli altri, in un progetto sostenibile. Così, per mantenere in vita il cartaceo di Emergenze proviamo a chiudere il cerchio con un luogo fisico in cui distribuirlo. Senza intermediari, che uccidono il settore». Radicamento, con un progetto di ‘fede’ come quello rappresentato dall’iniziativa editoriale e dall’edicola, e la spinta contraria di allargare quanto più possibile gli orizzonti.

La location La posizione strategica, poi, consentirà a tutti di avvicinarsi al team Emergenze. «Questa è una delle vie d’accesso al centro, qui ogni giorno passano turisti, studenti, lavoratori, gente di ogni tipo. Noi vogliamo consolidare il rapporto con chi già ci conosce e intercettare chi, invece, ancora non abbiamo mai incontrato. Sarà un avamposto sul territorio – sorride Antonio – fuori regione apprezzano i nostri articoli di approfondimento, le mostre fotografiche organizzate, l’analisi storica e culturale che proponiamo. Perugia, oggi, è anche Emergenze e noi vogliamo fornire le nostre lenti per guardare la realtà».

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