Provincia di Terni: «Paghiamo per altri»

La Rsu denuncia: «Non siamo più in grado di erogare servizi al cittadino e a rischio ci sono troppi posti di lavoro»

Condividi questo articolo su

di Fra.Tor.

«Abbiamo aspettato anche troppo, ora siamo al limite. È arrivato il momento di avviare una nuova fase, ‘svuotare il sacco’, e denunciare ciò che stiamo vivendo come lavoratori. La situazione è inaccettabile». Questo il grido d’allarme lanciato giovedì mattina dalla Rsu della Provincia di Terni in una conferenza stampa in cui hanno accusato l’amministrazione provinciale di gestire «tutto da sola, senza mai coinvolgere né le organizzazioni sindacali, né i lavoratori. Abbiamo completa sfiducia nei confronti di chi fa tutto da solo senza dialogo o confronto».

Deterioramento Nel corso della conferenza stampa sono state illustrate le problematiche che «attanagliano l’Ente, a partire dal dissesto finanziario, fino all’assenza di scelte di ordine organizzativo che palesano un quadro di gravi responsabilità in capo alla politica locale e regionale. Il progressivo deteriorarsi dell’Ente riguarda non solo i dipendenti, ma anche il quadro complessivo dei servizi e funzioni fondamentali che devono essere erogati al territorio e alla cittadinanza».

L’INTERVISTA A MATTEO STOICO – IL VIDEO

Conferenza stampa RSU Provincia Terni - 18 febbraio 2016Lo Stato «Il debito complessivo dello Stato – ha spiegato Matteo Stoico, componente della Rsu -, determinato dall’attività amministrativa dei Ministeri, nel 2015 è aumentato di 40,5 miliardi. Nello stesso anno, il debito complessivo degli Enti locali è diminuito di 6,6 miliardi. Queste secondo i dati delle banca d’Italia del 15 febbraio 2016. Il debito complessivo del comparto Stato ammonta a 2.077,5 miliardi, mentre quello complessivo degli Enti locali a 92,3 miliardi. Lo Stato concorre al debito complessivo del Paese di 2.136 miliardi per il 97,26%. Gli Enti locali per il 2,92%. le Regioni concorrono al debito locale per il 34,12%, i Comuni concorrono per il 45,94%, le Province per l’8,45%. Sempre le Province concorrono al debito complessivo della Nazione per lo 0,36%».

‘Guerra Santa’ Secondo Stoico «Non occorrono molti altri numeri per capire che lo Stato impone alle altre amministrazioni spending review, tagli di entrate, restrizioni di ogni genere, mentre aumenta a dismisura proprie spese e deficit. Il Ministero dell’economia fa il censore delle spese altrui, ma non ha il minimo controllo della spesa statale, quella sotto la propria diretta competenza e vigilanza. L’aggressione alle Province vale percentuali infinitesimali e ridicole sia della spesa pubblica che del debito pubblico». Eppure, «è sulle Province che si è scatenata una ‘Guerra Santa’, incapace di produrre qualsiasi risultato utile».

Le province «Dimezzamento del personale, prelievo di risorse pari a oltre 3 miliardi di euro entro il 2016. Il crollo del personale si deve in parte – ha spiegato ancora Matteo Stoico – all’ultima legge di stabilità che prevedeva, alla fine dell’anno in corso, la riduzione del 50% del personale delle Province e del 30% di quello delle città metropolitane. Una riduzione che è avvenuta tramite il trasferimento di personale dalle Province a Regioni e Comuni con cessazioni a vario titolo. A questo crollo del personale addetto alle funzioni fondamentali che restano in capo alle Province, si somma il blocco del turn over al 25% per gli anni 2017 e 2018 e le ulteriori cessazioni di rapporti di lavoro».

20160218041010

La lettera del presidente della Provincia

I servizi «Non siamo più in grado di erogare servizi al cittadino», il grido comune della Rsu. «Questo scenario determinerà la cancellazione di servizi fondamentali per i cittadini, dall’edilizia scolastica alla tutela dell’ambiente, dalla viabilità a trasporti e mobilità. Dalle scuole ad esempio giungono quotidianamente richieste di intervento per manutenzioni ordinarie o straordinarie, ma come espressamente scritto in un documento dal presidente della Provincia Leopoldo Di Girolamo, nelle more dell’incertezza anche finanziaria in cui versa l’Ente, l’amministrazione non può operare essendo esaurite tutte le provviste finanziarie. Per non parlare delle strade, quest’anno il sale da spargere in caso di neve o gelate invernali, ci è stato gentilmente fornito dalla società Anas, altrimenti noi non avremmo avuto i fondi necessari».

La Provincia di Terni ha contribuito al bilancio dello Stato «con 9.624.920,97 di euro, a fronte di entrate correnti pari a circa 23 milioni di euro, al netto delle entrate con vincolo di destinazione». Il disavanzo per il quale sarà necessario un piano di rientro, minimo decennale, «ammonta a circa 4.500.000 euro. La Rsu ha evidenziato la necessità di aprire un contenzioso con il Governo sui prelievi che hanno determinato la condizione di disavanzo e che non rende possibile espletare le funzioni fondamentali attribuite alla Provincia».

I numeri Gli organici, prima della riforma, «erano costituiti da 341 unità di personale. Di loro, 37 sono stati dichiarati in sovrannumero e accompagnati alla pensione. Il personale che è stato trasferito in Regione, su deleghe regionali, è di 77 unità. Il personale dei Centri per l’impiego (funzione regionale) gestito mediante convenzione in avvalimento fino al 31 dicembre 2016, è di 33 unità, che restano in tal modo nel ruolo giuridico della Provincia fino a quella data, in attesa che il Governo sciolga il nodo dell’Agenzia nazionale prevista nel Job Act. Il personale della polizia locale è costituito da 15 unità, tutte inserite nel portale della mobilità, con scelta ritenuta da noi illegittima, vista l’assenza di atti giuridici che la sostengano. Il personale impiegato nella viabilità e strade è costituito da 74 unità, di cui 42 stimate per la viabilità regionale. Restano in carico alla Provincia di Terni circa 185 unità di personale per le funzioni fondamentali e quelle riallocate per le quali la Regione non ha ancora assunto gli atti amministrativi specifici per la loro regolamentazione».

Le domande «Ci si potrà trovare davanti alla possibilità di altri colleghi in esubero? Sono a rischio gli stipendi? Ci sono problemi di cassa? Quali sono le motivazioni che hanno portato la Provincia di Terni in pre dissesto? Come si pensa di procedere in assenza di risposte da parte della Regione?». Queste e molte altre sono le domande che si sta sta ponendo la Rsu, che chiede all’Ente di «mettere in sicurezza i servizi al territorio e salvaguardare la piena occupazione di tutto il personale ad essi dedicato. Chiede, inoltre, alla Provincia di Terni e alla Regione di assumersi la piena responsabilità politica delle scelte necessarie per scongiurare la lenta agonia dell’Ente e il degrado dei servizi».

 

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli