Terni, accoltellato: quattro arresti

Una stilettata e un ragazzo rischia la vita: la polizia ha fermato l’autore materiale (un albanese, come la vittima) e tre ternani

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L'arma utilizzata

L’arma utilizzata

di F.T.

Una rissa scoppiata all’interno del locale – Lo Scalo di via Piemonte – per motivi futili. La vittima avrebbe ‘approcciato’ una ragazza ma il fidanzato – e i suoi amici – non avrebbero affatto gradito. Così, con parecchio alcol in corpo, si è passati alle vie di fatto. Prima dentro la discoteca e poi fuori, dove si è consumato l’accoltellamento del giovane, 20enne di nazionalità albanese, che ora lotta fra la vita e la morte.

Il questore e i suoi collaboratori fanno il punto

Il questore e i suoi collaboratori fanno il punto

PARLA IL QUESTORE, CARMINE BELFIORE – L’INTERVISTA

L’indagine è scattata di fatto intorno alle 2.40 di martedì notte, quando all’incrocio fra via Piemonte e via Romagna l’attenzione di una pattuglia della Volante, presente in zona nell’ambito dei controlli disposti dal questore Carmine Belfiore, è stata attratta da un gruppetto di giovani. In mezzo a loro, a terra e già gravissimo, c’era proprio il 20enne. Modesta la ferita esterna, ma il colpo gli aveva già reciso un tratto dell’intestino e, soprattutto, l’aorta addominale, causando una grave emorragia interna.

Il luogo dove il 20enne si è accasciato

Il luogo dove il 20enne si è accasciato

Gli arresti Dopo i soccorsi del 118 e i primi rilievi, gli agenti hanno subito cercato di ricostruire l’accaduto. A partire dalle testimonianze, dalle fotografie scattate all’interno del locale e, soprattutto, individuando la posizione del telefono cellulare della vittima che un suo amico, di nazionalità marocchina e già noto alle forze dell’ordine, aveva preso e portato con sé dopo essersi allontanato dal luogo del fatto. Quest’ultimo, rintracciato dalla polizia, ha fornito precise indicazioni, poi riscontrate dagli agenti della squadra Mobile di Terni, che hanno consentito di risalire all’identità dell’aggressore – Mjeshtri Majec, 21enne albanese – e degli altri giovani che erano con lui. Il bilancio finale è di quattro arresti scattati nel pomeriggio di martedì a poche ore dal fatto: oltre all’accoltellatore sono finiti in manette tre ternani di 34, 32 e 28 anni, tutti accusati di concorso in tentato omicidio.

La polizia sul posto

La polizia sul posto

I fatti La lite, come detto, sarebbe esplosa all’interno del locale dove la vittima aveva prestato alcune ‘attenzioni’ verso la fidanzata del 34enne ternano, definito dagli inquirenti come una sorta di ‘boss’ del gruppo. Quest’ultimo e i suoi amici non hanno fatto cadere la cosa e hanno dato vita a una colluttazione proseguita all’esterno della discoteca con i tratti – secondo gli inquirenti – di un vero e proprio pestaggio (il 20enne in coma ha anche vari traumi cranici e facciali) concluso con il fendente all’addome. Un colpo netto, rifilato da Mjeshtri Majec, come lui stesso ha ammesso: interrogato dagli agenti, ha cercato di giustificarsi dicendo di essersi difeso dall’altro, pronto a colpirlo a sua volta con un coltello.

La polizia sul posto

La polizia sul posto

La vittima Il 20enne ferito, si trova ricoverato nella rianimazione del Santa Maria in condizioni disperate. Trasportato d’urgenza in ospedale, è stato sottoposto, all’alba di martedì, ad un intervento d’urgenza all’addome dalle equipe di chirurgia generale e chirurgia vascolare del nosocomio ternano. Il giovane vive in Italia da 13 anni con la sua famiglia, fa l’operaio e alle spalle ha ‘solo’ piccoli precedenti per reati contro il patrimonio.

Il locale Probabile che il questore Carmine Belfiore – che ha ringraziato il procuratore capo Cesare Martellino, il pm Raffaele Pesiri e gli uomini della Volante e della Mobile per la celerità con cui è stata portata a termine un’indagine tutt’altro che semplice – disponga provvedimenti amministrativi nei confronti del locale di via Piemonte dove tutto ha avuto inizio. A pesare, oltre al grave fatto di sangue, sono anche gli esposti presentati in passato dai residenti della zona. Se ne saprà di più nella giornata di mercoledì. «Con una telefonata al 113 – ha detto il numero uno di via Antiochia – tutto ciò, forse, si sarebbe potuto evitare. Ma nessuno, di fronte alla rissa, ha pensato di segnalare la cosa alla polizia».

La difesa Mjeshtri Majec è difeso dall’avvocato Massimo Proietti che spiega: «Il mio assistito ha detto di essere stato minacciato con un coltello a serramanico e di essersi difeso. Ha colpito per evitare di essere colpito. I contorni della vicenda non sono ancora chiari ma questo elemento è stato ribadito più volte». Dettaglio di non poco conto: sette mesi fa la polizia aveva chiesto all’autorità giudiziaria di applicare misure restrittive nei confronti di alcune dei soggetti coinvolti nei fatti di martedì notte. Una richiesta che, al tempo, era stata respinta.

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