Terni, alla Cascata guerra ai bagarini

Dal Comune partono le denunce contro i ‘furbetti’: il fenomeno va avanti da anni e in tempi recenti ha trovato qualche soluzione

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Chi pensa che il bagarinaggio sia un fenomeno legato solo alle partite di calcio e ai concerti, si sbaglia di grosso. Un esempio che la vendita di biglietti ‘sotto banco’ può interessare anche i punti di attrazione turistica di un territorio, lo offre la Cascata delle Marmore, dove il problema, noto da tempo, ha spinto il Comune di Terni a trovare soluzioni pratiche e anche ‘legali’, con tanto di denuncia verso i presunti responsabili.

Il ‘vecchio’ sistema Il presupposto è che tutti i cittadini residenti nel territorio del comune di Terni, previo ritiro del biglietto a loro riservato, possono accedere gratuitamente ai percorsi della Cascata delle Marmore. L’apice del fenomeno risale probabilmente agli anni in cui i biglietti non erano ‘elettronici’, ma semplicemente ‘strappati’ da blocchetti privi di data e di altri dettagli. A quell’epoca, chi ha la memoria lunga sostiene che non pochi fossero i ternani che ritiravano ogni giorno decine di biglietti – spesso usando documenti di identità di amici e familiari – per poi ‘spacciarli’ a prezzi scontati ai turisti, ben contenti di risparmiare qualche euro rispetto alla tariffa ‘intera’.

Le prime soluzioni Un primo argine è stato posto con l’introduzione del biglietto ‘elettronico’, valido solo nell’arco del giorno in cui viene ritirato. Ciò ha reso un più complicato costituire delle ‘riserve’ per turisti e amici provenienti da fuori provincia, anche se il meccanismo è rimasto teoricamente – e praticamente – possibile. Tanto che i numeri fanno ipotizzare un danno consistente per le casse comunali nel corso degli anni, a cui l’amministrazione avrebbe risposto con una dettagliata denuncia all’autorità giudiziaria.

Numeri Per fare un esempio, ‘solo’ mille ingressi non autorizzati (e la Cascata nel 2015 ha registrato circa 380 mila visitatori) rappresentano un ammanco di circa 9 mila euro. E a quanto pare, i numeri del ‘nero’ sarebbero molto più consistenti. Dei circa 50 mila biglietti gratuiti rilasciati nel 2015, non tutti, va detto, sono stati concessi ai residenti, visto che l’agevolazione spetta anche a bambini, invalidi e persone al di sopra dei 70 anni di età.

Convenzioni Altra soluzione, piuttosto efficace, è stata quella di creare convenzioni fra strutture alberghiere e Cascata delle Marmore, che da tempo consentono ai turisti di acquistare biglietti validi per 2 giorni al prezzo ‘politico’ di 5 euro.

Documento, prego La soluzione più efficace è stata invece adottata in tempi più recenti: per entrare alla Cascata delle Marmore – che conta due ingressi, superiore e inferiore – con il biglietto ‘ternano’, oggi si deve esibire il proprio documento di identità per dimostrare di essere effettivamente residenti. Semplice in realtà, anche se la cosa – soprattutto nei giorni di maggiore afflusso – crea sempre qualche piccola tensione ai punti di accesso, in particolare con i solerti addetti.

La spiegazione «Il controllo dei documenti – spiega Stefano Notari di 165m Marmore Falls – serve proprio a scongiurare situazioni, come il ‘bagarinaggio’, indecorose per la stessa Cascata che è patrimonio non solo di Terni ma dell’Europa e del mondo, e per tutti i cittadini ternani. Qualche disagio, soprattutto nei giorni e negli orari di maggiore accesso, è inevitabile, ma il buonsenso dei nostri addetti contribuisce a stemperare eventuali situazioni di tensione».

Fenomeno residuo Resta però un altro fenomeno ai confini fra il bagarinaggio e la truffa: sembra che alcune persone continuino a ritirare i biglietti per residenti – avendone evidentemente la possibilità – e a rivenderli ai turisti appena arrivati che ignorano di dover mostrare il documento all’ingresso e quindi pagano il ‘bagarino’, senza sapere che poi verranno stoppati ai cancelli. Una ‘fregatura’ – e non si può dire che uno non se la sia cercata – che lascia però più di qualche spicciolo in tasca ai bagarini domenicali.

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