Terni, Briccialdi: «Progetto pronto»

Il presidente Vincenzo Bisconti, alla vigilia del vertice con palazzo Spada, mette in chiaro la posizione dell’istituto musicale

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«Il nostro progetto per il rilancio definitivo del Briccialdi è pronto e non vediamo l’ora di presentarlo al Comune di Terni, alla Fondazione Carit e ad altri possibili partner privati con cui vorremmo collaborare per iniziare un percorso virtuoso che permetta alla scuola di adempiere ancor meglio al suo ruolo, che è quello di formare musicisti di livello superiore. Cosa che, peraltro, la scuola ha già fatto e fa con successo». Vincenzo Bisconti, il presidente dell’istituto musicale Briccialdi, magari quel progetto lo farà pure vedere, giovedì, a chi rappresenterà il Comune di Terni nel primo incontro che si terrà dopo la clamorosa decisione di Bisconti di ‘chiudere’ la scuola.

Giorgio Armillei

Giorgio Armillei

Le posizioni Perché a palazzo Spada, intanto, si registra una voglia di apparire ai minimi storici. L’assessore alla cultura, Giorgio Armillei, alla domanda su chi prenderà le decisioni finali, risponde lapidariamente: «Il sindaco». Eppure, solo sabato scorso aveva garantito che «i ternani sono orgogliosi del loro conservatorio, del loro istituto musicale Briccialdi, e neanche ci pensano a farne a meno. Con l’idea di un progetto di lungo termine, sono stati coinvolti anche la Regione (nuovo finanziatore grazie all’azione del sindaco) e la Fondazione Carit. Continui sono i contatti con il Miur e con il Governo. Il Briccialdi, al tempo stesso, ha fatto la sua parte con grande impegno: ha fatto di più con meno, ristrutturando le proprie attività a fronte di un taglio dei trasferimenti comunali di un milione di euro di euro in due anni».

Il bilancio L’assessore al bilancio, Vittorio Piacenti D’Ubaldi, invece, manco risponde. Al Briccialdi, invece, hanno voglia di parlare e spiegare: «La nostra disponibilità al dialogo è massima – insiste Bisconti – e siamo convinti che sia giusta la richiesta di una verifica complessiva che è arrivata dal Comune di Terni. Come è indispensabile dar vita ad una nuova piattaforma progettuale, che ridisegni l’organizzazione e le attività didattiche».

I ragazzi della Briccialdi Big Band

I ragazzi della Briccialdi Big Band

La gestione Da palazzo Spada, per la verità era stata anche chiesta – dire pretesa sembrerà brutto, ma di fatto questo è – una maggiore possibilità di controllo sulla gestione: «Per come io intendo il ‘nuovo’ Briccialdi – dice il presidente Bisconti – direi che questo sarà nelle cose. Io immagino una scuola che non avrà più il Comune come unico sostenitore, ma che potrà contare su investitori ‘istituzionali’ forti, come la Fondazione Carit per esempio, ma anche su partner privati ed a tutti dovrà essere garantita, oltre ad un ‘posto’ nella cabina di regìa, anche la completa e puntuale verifica della gestione dell’istituto. Chi investe, io ne sono assolutamente convinto, lo fa per ottenere dei risultati e deve poter controllare come questo avviene».

Gabriele Catalucci

Gabriele Catalucci, il direttore

Le premesse Si parte, però, da una situazione chiara: il Briccialdi deve un sacco di soldi al Comune e prima di ogni altra cosa si dovrà chiarire come farà a darglieli. «La verità – spiega Vincenzo Bisconti – in effetti è un’altra. Il Comune, questo è innegabile, ha anticipato tanti soldi, ma il vero debitore non è il Briccialdi, ma il governo che ad un certo punto ha smesso di rifondere a palazzo Spada le somme che vengono pagate per il personale ‘in comando’. Ovvio, però, che quelle somme dovranno essere riconosciute al Comune, attraverso un piano di rientro che sia, però, praticabile».

I partner Per l’istituto musicale il partner ideale che dovrebbe affiancare, con un impegno maggiore rispetto al passato, il Comune dovrebbe essere la Fondazione Carit «che potrebbe certamente avere interesse, visto che una sua mission è certamente quella di creare ‘ricchezza’ per il territorio, a contribuire a valorizzare il nostro lavoro, visto che offriamo dei ritorni qualitativi di livello molto elevato», ma il presidente Bisconti pensa «anche alle grandi imprese private che operano sul territorio che potrebbero trovare interessante affiancare il loro nome a quello di un’istituzione i cui allievi conquistano riconoscimenti di prestigio in giro per il mondo». Ora non resta che aspettare giovedì: e magari di vedere il progetto messo a punto dall’istituto.

 

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