Terni, finti incidenti: maxi processo in vista

Scontri simulati solo per incassare i soldi delle assicurazioni: il pm Elisabetta Massini ha chiesto il rinvio a giudizio per 25 persone

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Il sostituto procuratore Elisabetta Massini ha chiesto il rinvio a giudizio per 25 persone finite nei guai in seguito all’indagine ‘Monster’ messa a segno dalla polizia stradale di Terni, coordinata dalla dirigente Katia Grenga. L’operazione ha portato alla luce un’organizzazione in grado di simulare decine di incidenti stradali, anche con feriti ‘gravi’, al solo scopo di ottenere risarcimenti sostanziosi dalle maggiori compagnie assicurative nazionali.

La struttura Un giro vorticoso che, per gli inquirenti, si fondava su cinque persone: un ex agente assicurativo, un meccanico disoccupato e tre agenti della Forestale. Tutti indagati per associazione a delinquere finalizzata alla truffa. Oltre a loro, sono finiti nei guai altri venti soggetti che, di volta in volta, hanno messo a disposizione nomi, testimonianze e, in un caso, anche la propria pelle. Nel senso fisico del termine: fra gli ‘attori’ dei finti incidenti, infatti, c’è anche chi era arrivato al punto di autoprocurarsi abrasioni sugli arti usando la carta vetrata. Il tutto per poter sembrare davvero un ciclista caduto sull’asfalto in seguito all’impatto con un’automobile.

Maxi-messa in scena Incidenti, tamponamenti, investimenti di pedoni e ciclisti, auto contro moto e così via: tutte situazioni inventate o, per meglio dire, simulate ad arte. Così bene che il gruppo era riuscito a mettersi in tasca cifre interessanti senza destare particolari sospetti. Un gioco che è rimasto in piedi fino a quando gli agenti della Polstrada, dopo accurate indagini coordinate dal sostituto procuratore Elisabetta Massini, non hanno scoperto che quella moto distrutta, mostrata al perito per ottenere il risarcimento di un presunto incidente avvenuto a Terni, i danni li aveva sì riportati, ma mesi prima e a Prato, in un sinistro accaduto per davvero.

Il ‘capo’ Sono oltre venti le truffe accertate fra il 2005 e il 2011. A capo del gruppo, secondo la procura, ci sarebbe un 52enne di Terni, ex agente assicurativo molto esperto e conosciuto. Un ruolo basato anche sull’apparente rispettabilità derivante dall’incarico di ‘consulente infortunistico’ iscritto alla camera di commercio. Il tutto nonostante fosse solito incontrare i propri clienti nei bar e trasmettere e ricevere fax nelle tabaccherie. Anche il ruolo dei tre pubblici ufficiali viene definito «fondamentale».

Gli ‘attori’ I ‘figuranti’, gli ‘attori’ degli incidenti stradali venivano scelti – secondo la procura – «tra persone che difficilmente potevano rifiutarsi, o perché in difficoltà economica o perché legate a loro da qualche debito di gratitudine». Come un tipo che sarebbe stato multato più volte da due dei tre agenti e che, in ragione di ciò, si sarebbe prestato al gioco. Anche se su questo aspetto la procura vuole vederci chiaro. Il meccanico, anche lui indagato per associazione a delinquere, viene invece definito «un uomo con problemi di salute e per questo disoccupato, ma comunque indispensabile e capace i smontare in poche ore una moto intatta, rivestendola con i pezzi di un’altra incidentata».

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