di Francesca Torricelli
Qualcuna, va detto, è pure simpatica. Altre raccontano di amori nati e finiti, o di rivendicazioni politiche o sportive. Altre ancora sono semplicemente stupide. Di sicuro sono brutte e quella dei muri che ‘parlano’ è una delle vergogne cittadine. Certamente Terni la condivide con altre realtà urbane, ma non è una consolazione.
I fondi Il Comune aveva anche pensato, per la verità, di mettere in cantiere qualche iniziativa – anche la Regione si era attivata, erogando a maggio del 2015, 30 mila euro – per dare una pittata ai muri. Ma se lo ha fatto, se ne sono accorti in pochi. Visto che, le immagini che mostriamo sono state scattate tutte nel mese di marzo di quest’anno, la situazione è davvero drammatica. Anche perché – tanto per dimostrare che la madre degli imbecilli è sempre incinta – le scritte si moltiplicano ad una velocità imbarazzante. Molte, per la verità fatte da una stessa mano (ci sono le ‘firme’) che potrebbe essere facilmente rintracciata.
Pulizia della città E poi c’è chi ha deciso di rendersi utile per Terni. Come l’iniziativa ‘Retake’, ovvero i cittadini volontari per la pulizia della città, ha trovato fondamento e promozione nella figura della professoressa Elisabetta Vannuzzi, la quale ha riunito intorno a se un gruppo di ternani che rivogliono la città pulita e libera da zone malsane. «Sono molteplici le zone in cui siamo intervenuti», spiega la professoressa. «Venerdì scorso, ad esempio, siamo intervenuti a largo Frankl per togliere l’erba cresciuta tra le mattonelle e il bordo delle aiole. Piano piano le abbiamo tolte e cercato di pulire il più possibile».
L’INTERVISTA A ELISABETTA VANNUZZI – IL VIDEO
Le scritte I volontari, inoltre, si sono adoperati per pulire «le porte degli ascensori e i cartelli della segnaletica macchiati dalle scritte con le bombolette spray. Ci siamo attrezzati con ‘raschietto’ spruzzino, detersivi e tanta forza di volontà». A Terni le scritte sui muri ormai si trovano in ogni angolo. «Una cosa indegna», esclama Elisabetta Vannuzzi. Ma una soluzione, secondo lei, c’è «ed è senz’altro pulire. E pulire. E ripulire. Anche se qualcuno vorrà risporcare. Trovare sporco vuol dire invitare qualcun altro a sporcare ancora. Ad aggiungere sporcizia alla sporcizia. Noi siamo instancabili e non ci arrendiamo, anche perché quello che facciamo noi dovrebbe essere un esempio per tutti i cittadini. Ognuno, nel suo piccolo, può fare qualcosa».