Terni, violento attacco alla Fondazione Carit

Dalla Camera di commercio e dal suo presidente, Giuseppe Flamini, una sortita shock che potrebbe rivelarsi un boomerang

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di M.T.

La sortita è ‘a freddo’. Una presa di posizione, decisamente dura nei confronti della Fondazione Carit e che viene annunciata come frutto degli «organi della Camera di Commercio di Terni». Detto che non sfugge a nessuno la scelta di tempo, visto che nel pomeriggio di mercoledì il comitato di indirizzo della Fondazione Carit dovrà scegliere il nuovo presidente, è bene cercare di capire meglio.

Il consiglio direttivo della Camera di commercio

Il consiglio direttivo della Camera di commercio

Il «rammarico» Stando a quanto viene fatto trapelare, ‘gli organi della Camera di commercio’, «con una vasta maggioranza e con grande rammarico» avrebbero sottolineato «la difficoltà da parte della Fondazione di aprire un proficuo dialogo con le varie componenti cittadine in occasione del rinnovo dei propri organi. L’auspicio corale era che da una costruttiva trama di relazioni uscisse una composizione degli organi rappresentativa di un sistema locale che negli ultimi tempi è stato in profondo e rapido mutamento, preda di una crisi che non accenna a finire».

La Fondazione Carit

La Fondazione Carit

«Quadro non equilibrato» Invece, stando a quanto dice la nota, «quello che si è composto è stato tuttavia un quadro che, in questo momento così difficile per il sistema socio-economico cittadino, non appare equilibrato rispetto ai sistemi di rappresentanza locali. Pur convinti dell’assoluta autonomia della Fondazione non possiamo non rimarcare la non sufficiente rappresentatività che viene ancora una volta riservata al sistema produttivo locale».

L’accusa Tanto che, insistono ‘gli organi della Camera di commercio’, «risulta di difficile comprensione come si possa pensare che il comitato di indirizzo della Fondazione, organo deputato alla scelta delle strategie e della governance dell’ente, possa essere composto per la stragrande maggioranza da professionisti in settori quali la sanità o altre libere professioni, sicuramente stimati e rispettati nei propri ambiti di attività ma di certo non profondi conoscitori del sistema produttivo locale e delle importanti connessioni territoriali ad esso legate».

Dissensi Dentro la Camera di commercio, però, la presa di posizione potrebbe dar luogo a più di un mal di pancia, in quanto non mancherebbero le opinioni – pure autorevoli – non in sintonia con i contenuti della nota, che peraltro è stata fatta circolare in maniera ‘originale’. Nel senso che la sua distribuzione è stata decisa con criteri che, in quanto a trasparenza, sembrano seguire pedissequamente l’orientamento camerale e basta fare un giro sul sito internet dell’ente per rendersi conto di quanto quel termine sia un pochino trascurato.

Luigi Carlini e Antonio Alunni

Luigi Carlini e Antonio Alunni

Le nomine Di recente, peraltro, la stessa Camera di Commercio ha nominato due propri rappresentanti proprio all’interno del comitato di indirizzo della Fondazione Carit: Antonio Alunni (uno dei due candidati alla presidenza, come Luigi Carlini, su cui si voterà mercoledì pomeriggio) e Giuliano Sciannameo. Mentre non risulterebbe – almeno sul sito camerale non ce n’è traccia – che l’argomento della nota sia stato mai messo all’ordine del giorno di una seduta del consiglio camerale né che esista una qualche delibera al riguardo.

I dubbi Ecco che, allora, un dubbio, relativo alla «vasta maggioranza», serpeggia: soprattutto perché più di uno, tra i 23 membri del consiglio camerale e che rappresentano il sistema economico e produttivo locale, avrebbe saputo di questa nota solo a cose fatte ed avrebbe espresso più di una perplessità sui contenuti, soprattutto in relazione alla mancanza, in precedenza, di prese di posizione di carattere propositivo da parte del mondo camerale e non recepite dalla Fondazione Carit.

Le ripercussioni Quella che potrebbe succedere, adesso, è una cosa molto semplice: per cominciare a qualcuno, tra i 23 del consiglio camerale, è probabile che venga il desiderio di sapere, magari, se oltre al presidente Giuseppe Flamini, tutti e sei i membri della giunta fossero tutti a conoscenza della cosa. Poi, magari, se almeno tra di loro si siano confrontati sul tema. E, infine, non è escluso che si richieda la convocazione di un consiglio camerale con questo argomento all’ordine del giorno. Ed è più che probabile che, quello, non sarà un consiglio tranquillo.

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