Tk-Ast, tagli attuati: rischio sciopero

Gli impianti marciano con un numero ridotto di addetti: le Rsu chiedono la verifica

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di Marco Torricelli

L’azienda tira diritto. Aveva detto che si partiva il 2 marzo e così è stato. Gli impianti, almeno quelli  che lunedì mattina sono stati messi in marcia, ‘viaggiano’ con gli organici ridotti, sulla base del pano di ‘ottimizzazione’ predisposto da Tk-Ast e non condiviso dai sindacati.

La richiesta La riunione, richiesta subito dai delegati delle Rsu, si è messa male abbastanza in fretta: i rappresentanti dell’azienda non hanno voluto sentire ragioni e, insomma, per loro gli impianti devono marciare con gli organici stabiliti. A fronte di questo, dice Massimiliano Angelini, uno dei delegati di base, «riteniamo che, stante una situazione di oggettiva pericolosità, sia necessario ridiscutere con un urgenza l’intero impianto dell’organizzazione decisa unilateralmente dall’Ast».

«Rischio infortuni» Secondo il rappresentante dei lavoratori, infatti, «qui non è in discussione il diritto dell’azienda di studiare delle forme di ottimizzazione dell’utilizzo del personale, ma lo è il modo in cui questi provvedimenti vengono presi e, soprattutto, imposti. Soprattutto perché quella alla quale si assiste è una situazione per la quale il rischio, serio e concreto, di infortuni viene amplificato in maniera preoccupante».

La minaccia Secondo le Rsu di Ast è necessario «da subito (viene anche indicato il termine: le 14 di lunedì; ndr) mettere a verifica i numeri e le idee operative aziendali, perché altrimenti saremo costretti a prendere delle decisioni drastiche. Non possiamo assistere passivamente ad iniziative che mettono seriamente a repentaglio l’incolumità fisica dei lavoratori».

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