«A Terni c’è una ‘baby gang’ che terrorizza e deruba i giovani»

La denuncia di un genitore: «Sono sei, sette. Dominano alcune zone, hanno coltelli e rapinano i nostri ragazzi. Non voltiamoci dall’altra parte»

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«I nostri figli hanno semplicemente paura. Perché a Terni c’è un gruppetto composto da sei/sette ragazzi, fra cui un maggiorenne, che girano armati di coltelli, minacciano, derubano, vogliono farti provare la droga sennò sei un ‘finocchio’. E la situazione sta diventando sempre più insostenibile».

Il raggio d’azione

La denuncia viene da un genitore ternano ed è convidivisa da diversi altri che si trovano a vivere una situazione simile: «Parlo spesso con mio figlio e i suoi amici – racconta – e, parola dopo parola, viene fuori uno spaccato inquietante. Ad esempio fra di loro c’è chi non va più alle carrozzelle perché sa di potersi di fronte questi soggetti che ‘dominano’ la zona come fossero un clan, una banda. Si tratta di giovani che gravitano nell’area di Cospea, ma non solo. E credo che, anche da parte nostra, voltarsi dall’altra parte non porti ad alcuna soluzione».

Fatti gravi mai denunciati

In attesa che le forze dell’ordine – allertate – mettano in campo i necessari accertamenti per fare luce su una situazione definita «pesante e che crea paura ed apprensione», la realtà è fatta anche di episodi che non sono stati denunciati proprio per timore di ritorsioni. Fra questi, due rapine – tecnicamente possono essere definite tali – che hanno visto come vittime un ragazzo che nella zona di Ponte Allende si è visto portare via le scarpe nuove che aveva ai piedi e che è dovuto tornare a casa scalzo. Ed una ragazza che, consapevole del fatto che questi giovanissimi girino armati di coltelli, ha consegnato i soldi che aveva in tasca per comprarsi dei vestiti – 170 euro – piuttosto che passare guai.

«È ora di agire»

«Nel modus operandi di questa baby gang – prosegue il genitore – rientra anche il fatto che fermino coetanei per strada, chiedano piccole somme, 5/10 euro, e poi se uno non glieli dà, prendono il portafogli della vittima e quindi i soldi che gli servono. Una cosa inaccettabile per la città, che è tranquilla e vede le forze di polizia molto attente, per noi genitori che abbiamo a cuore la serenità dei nostri ragazzi e per chi si trova a vivere in un contesto ‘contaminato’. Tutti sanno chi sono queste 6/7 persone ed ora è giusto che gli inquirenti ci mettano mano».

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