Abusi sulla figlia, mamma di Baschi condannata a 6 anni

A febbraio era stata arrestata insieme al compagno 41enne di Grosseto e ad una donna di Reggio Emilia con accuse pesantissime

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Ventuno anni di reclusione: a tanto ammontano complessivamente le tre condanne inflitte giovedì dal gup di Firenze Gianluca Mancuso, con le modalità del rito abbreviato, alle persone coinvolte nell’inchiesta della polizia postale della Toscana ed emersa lo scorso febbraio con gli arresti di un 41enne di Grosseto, della compagna 38enne di Baschi (Terni) e di una donna di Reggio Emilia. Tutti accusati di produzione di materiale pedopornografico e violenza sessuale aggravata.

PRESTIGIATORE-PEDOFILO ARRESTATO AD ORVIETO

Vicenda pesante

La terribile vicenda racconta di abusi su due bambine di età inferiore ai 10 anni – la figlia della 38enne e quella della donna emiliana – perpetrati, secondo l’accusa, con la partecipazione (nel primo caso) e su input (nel secondo) dell’uomo, compagno della donna umbra e pregiudicato per reati analoghi, anche al fine di produrre materiali pedopornografici come foto e video da far girare su alcune chat di pedofili. In aula l’accusa, rappresentata dal pubblico ministero Giovanni Solinas, aveva chiesto 10 anni per il 41enne e 6 anni per ciascuna delle due donne. Il tribunale fiorentino ha inteso condannare il primo a 9 anni di reclusione, accogliendo invece in pieno le richieste relative alle altre due imputate.

Le accuse

L’uomo, attualmente ristretto in carcere, era il principale imputato del processo, coinvolto in tutte le contestazioni emerse nel corso dell’indagine. La donna di Reggio Emilia, agli arresti domiciliari, era invece accusata di violenze sulla figlia e di aver prodotto materiale pedopornografico su commissione del 41enne e dietro pagamento di un corrispettivo. La 38enne di Baschi, anche lei ai domiciliari, era accusata di produzione di materiale pedopornografico e violenza sessuale in concorso con il compagno, quest’ultimo reato attuato – secondo la procura – con modalità meno cruente rispetto a quanto emerso in altre situazioni della stessa indagine. I tre sono stati condannati anche a liquidare una provvisionale di 30 mila euro alle vittime della vicenda, con il danno complessivo che dovrà essere stabilito in sede civile.

Il commento

Così l’avvocato Giancarlo Ascanio, difensore della madre di Baschi: «La decisione mi ha sinceramente colto di sopresa – afferma -, tenuto soprattutto conto di quanto emerso durante l’udienza. Posso ipotizzare, in attesa delle motivazioni, che la mia assistita sia stata sostanzialmente condannata sulla base di un solo elemento istruttorio, ovvero le conversazioni di messaggistica reperite sul cellulare del coimputato, peraltro oggettivamente incompleto mancando la trascrizione dei messaggi vocali. La condanna per tutti i capi di imputazione sorprende soprattutto alla luce del fatto che il coimputato, nel corso dell’udienza di oggi (giovedì, ndR), ha ribadito la totale estraneità della mia cliente rispetto a due delle tre ipotesi contestate nel capo di imputazione, ed in presenza di un conclamato ed accertato stato di soggezione emotiva della stessa. Mi ha sorpreso altresì il mancato accoglimento delle richieste di perizia anche sulla minore, perchè avrebbe consentito di accertare la non perpetrazione di atti violenti. Quantomeno è stata però definitivamente smentita l’orrenda ipotesi circolata nell’immediatezza dell’arresto, secondo la quale vi sarebbe stata una procreazione finalizzata alla perpetrazione di abusi e sono state escluse, grazie alla consulenza psicologica della professoressa Laura Volpini, la sussistenza di tendenze pedofile della mia assistita. Bisognerà adesso attendere le motivazioni (30 giorni il termine fissato dal giudice, ndR) per capire le ragioni della condanna e valutare la proposizione dell’appello».

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