Alberto Liguori non è più il procuratore di Terni: ‘paga’ le chat con Luca Palamara

Il plenum del Csm si è espresso mercoledì: 11 voti contrari, 9 favorevoli e 2 astensioni

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Un braccio di ferro risolto a maggioranza (11 voti a 9 e 2 astenuti) per decidere sulla conferma – o meno – di Alberto Liguori a procuratore di Terni. E la decisione finale è stata quella di non confermare il magistrato calabrese, originario di San Demetrio Corone (Cosenza), che ora lascerà palazzo Gazzoli. Mercoledì il plenum del Csm, dopo che nei giori scorsi il ministro Carlo Nordio si era espresso per la conferma di Liguori nell’incarico, è stato chiamato a decidere alla luce dei contenuti delle chat – datate 2017 – fra lo stesso Liguori e l’ex magistrato romano (radiato nel 2020 dal Csm) ed ex presidente dell’Anm, Luca Palamara. In quei dialoghi, fra le altre cose, il togato calabrese caldeggiava la nomina di Paola Lucente a presidente della sezione penale del tribunale di Cosenza, al posto di Salvatore Carpino. Liguori, che ora ha la possibilità e il diritto impugnare la decisione del plenum, è procuratore di Terni dall’aprile del 2016. Fra le indagini di maggiore rilevanza e impatto condotte durante la sua presenza a Terni, c’è senz’altro il filone ‘Spada’ che aveva messo sotto la lente tutta una serie di appalti riconducibili alle giunte guidate dall’ex sindaco Leopoldo Di Girolamo (Pd). Inchieste, queste, sfociate in una raffica di assoluzioni, a differenza di altre – soprattutto nel contrasto alle droghe – che hanno assicurato alla giustizia numerosi personaggi dediti al traffico ed allo spaccio di stupefacenti. Di contro, il tentativo di fare nuovamente luce sulla scomparsa dell’amerina Barbara Corvi, con tanto di arresto dell’ex marito Roberto Lo Giudice, non hanno portato – sin qui – ad una svolta sul piano dell’individuazione delle eventuali responsabilità.

Alberto Liguori

La relazione approvata

Lo scambio di chat, secondo la delibera approvata, fa emergere «un rapporto privilegiato con Palamara, all’epoca consigliere del Csm, in ragione del quale Liguori pone in essere numerosi interventi volti a influenzare future nomine consiliari di incarichi semidirettivi e direttivi» e «chiede che vengano sostenuti gli aspiranti da lui indicati, propone accordi tra rappresentanti in consiglio di diversi gruppi associativi ed esorta Luca Palamara a ricordarli e a farli rispettare». Le chat esaminate, si legge ancora, «restituiscono un’attività che incide concretamente sulla sua indipendenza, emergendo condotte che risultano caratterizzate ed orientate in virtù di condizionamenti, rapporti e vincoli che intaccano certamente la credibilità ed autorevolezza della funzione direttiva ricoperta, poiché inevitabilmente finiscono per sovrapporre, anche in termini di apparenza ed immagine, l’esercizio delle funzioni e l’interesse associativo». Le conversazioni con Palamara erano già state esaminate dal Csm nell’ambito di un procedimento per trasferimento d’ufficio a carico di Liguori, che si era concluso con una delibera di archiviazione votata dal plenum il 13 gennaio 2021.

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