Anche a Terni scatta il #nodeliveryday: riders in sciopero per i diritti

L’iniziativa è prevista venerdì 26 marzo e ha carattere nazionale. «Chiarezza su compensi, assunzioni e sull’algoritmo che discrimina»

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I riders italiani hanno lanciato uno sciopero nazionale il prossimo 26 marzo ed invitano i consumatori a boicottare, per solidarietà alla loro lotta, tutte le piattaforme che recentemente sono state multate per 733 milioni di euro con l’obbligo di assumere, da dipendenti, almeno 60 mila fattorini. «Un colpo colossale ed esemplare – riporta una nota del gruppo riders di Terni – contro la declassificazione del lavoro etero-organizzato, dipendente parasubordinato, svolto dai ciclofattorini coordinati mediante algoritmo a falso lavoro autonomo, basato sul cottimo».

Le ragioni della protesta

«I riders connessi da oltre 200 città, da nord a sud – prosegue la nota -, vogliono rivendicare il ruolo della loro auto-organizzazione che ha cambiato la cultura sindacale che si è imposta all’opinione pubblica. Precisiamo che il rider è un lavoro come tutti gli altri regolato dal contratto nazionale dei corrieri nel settore trasporti. Ogni rider stabilisce autonomamente quante ore lavorare, con pagamento ad ogni consegna e secondo una percentuale fissata dal contratto, senza garanzia di stipendio fisso. Terni – osservano dal gruppo riders cittadino – è una città dove operano quasi 40 fattorini. Dal lunedì al venerdì la situazione è tranquilla ed il boom di ordinazioni arriva nel weekend. Ci sono ritardi nelle consegne che arrivano anche fino a 120 minuti, a causa di un algoritmo che assegna ordini a 10 chilometri di distanza a fattorini in bicicletta, anziché automuniti. Lo sciopero nazionale, a cui aderiremo, è per chiedere maggiore chiarezza su compensi, assunzioni ed un algoritmo che a volte è discriminatorio».

«Fermare gli ordini il 26 marzo»

«Ci uniamo all’appello – le parole di Andrea Marconi della Nidil Cgil di Perugia – rivolto dalle lavoratrici e dai lavoratori ai clienti delle app di food delivery. Il 26 marzo non ordiniamo tramite app, per dire basta allo sfruttamento e alle ingiustizie basate sugli algoritmi. In una settimana molto importante per il mondo del lavoro e per il movimento sindacale, dopo lo storico sciopero in Amazon, anche le lavoratrici e i lavoratori del food delivery hanno deciso di scioperare per rivendicare diritti e sicurezza. Fondamentale sarà il sostegno di tutti i consumatori, nella giornata del 26 marzo – conclude – e tutti gli altri giorni, possiamo scegliere da che parte stare: dalla parte di chi lavora e non di chi sfrutta».

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