Arpa Umbria: «Potere tutto per il dg»

La Fials di Terni attacca su Walter Ganapini: «Ripristinare l’originario assetto organizzativo con istituzione dei dipartimenti autonomi di Perugia e Terni»

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«Ripristinare l’originario assetto organizzativo dell’agenzia così come previsto dall’attuale legge istitutiva dell’Arpa, essenzialmente nella prima fase, con l’istituzione dei due dipartimenti autonomi di Terni e Perugia, conseguenti anche al variato assetto istituzionale delle Usl dell’Umbria». La missiva è della segretaria generale della Fials – Federazione italiana autonomie locali e sanità – di Terni, Rossana Fiocchi, ed è diretta alla presidente della Regione Catiuscia Marini, all’assessore regionale all’ambiente Fernanda Cecchini, ai capigruppo dell’assemblea regionale e ai sindaci di Perugia e Terni, Andrea Romizi e Leonardo Latini. Nel mirino c’è l’assetto organizzativo «disposto in forma monocratica» dal direttore generale dell’Arpa, Walter Ganapini.

«CHI HA PAURA DI WALTER GANAPINI?»

Il cambio

Walter Ganapini

La Fials di Terni in sostanza lamenta il troppo potere nelle mani di una singola persona: «Abbiamo sempre denunciato – scrive la Fiocchi – che l’attuale assetto organizzativo disposto in forma monocratica da Ganapini è in evidente contrasto con la legge istitutiva dell’agenzia, in quanto in detto assetto, approvato oltretutto dalla giunta regionale vengono ad essere soppresse le funzioni di autonomia gestionale ed economica delle strutture dipartimentali. Tali strutture gestionali complesse sono state per tutti gli anni trascorsi il cardine operativo delle attività dell’agenzia e ne hanno determinato risultati operativi generando notevole beneficio per i territori grazie anche al proficuo lavoro di integrazione con i dipartimenti di prevenzione delle relative aziende sanitarie, in un concetto più generale di prevenzione».

Il problema Terni e clima conflittuale

In particolar modo si parla di Terni: «Per una città a prevalenza industriale, la presenza del dipartimento autonomo ha significato la garanzia della costituzione di un presidio professionale attivo a tutela dell’ambiente e della sicurezza ambientale dei cittadini. Attualmente la soppressione delle autonomie dipartimentali con la relativa concentrazione di ogni potere nelle mani del solo dg, così come delineato dal protocollo di riorganizzazione dello stesso, viene a sottolineare il superamento di ogni autonomia dirigenziale prevista dai contratti nazionali nonché un demansionamento discrezionale dei direttori, dirigenti e dipendenti. Il conseguente clima conflittuale nonché la mancanza di un’organizzazione incentrata su ruoli definiti e competenze chiare, hanno di fatto reso inefficace e inutile il ruolo, le prerogative – specifica – e le capacità operative di risposta alle forti tematiche ambientali sollevate dalla città, ingenerando pericolose psicosi collettive su presunte o reali patologie di natura ambientale sollevate da gruppi di cittadini e per le quali non c’è stata risposta. In conseguenza, il malessere organizzativo, si è ripercosso in termini generali attraverso stress lavoro-correlato come è anche emerso dai questionari di valutazione sottoposti ai dipendenti dell’agenzia».

La sollecitazione

La Fials ricorda di «aver già depositato da circa un anno i propri atti di denuncia in apposita audizione della terza commissione consiliare del Comune di Terni, viene pertanto a sollecitare la Regione a voler ripristinare l’originario assetto organizzativo dell’agenzia così come previsto dall’attuale legge istitutiva dell’Arpa essenzialmente nella prima fase, con l’istituzione dei due dipartimenti autonomi di Terni e Perugia, conseguenti anche al variato assetto istituzionale delle Usl dell’Umbria ed a demandare con rito d’urgenza attraverso nota d’indirizzo vincolante della Regione dell’Umbria i due direttori di dipartimento a volerne ridefinirne gli assetti organizzativi. Conseguentemente si invita la giunta regionale ad assumere tutti gli adempimenti immediati relativi al vincolo di mandato dell’attuale direttore generale rispetto alla verifica dei risultati ottenuti». Infine c’è la richiesta di «verificare se ci sono conflitti di incompatibilità ai sensi della legge regionale 21 marzo 1995, n. 11 e s.m.».

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