Arresti di Assisi: «Gestore all’oscuro»

L’avocato Paolo Gentili, che difende Fulvio Fraternale, spiega che «è chiamato a rispondere per la sua posizione e non certo per la partecipazione ad episodi di maltrattamento verso i pazienti»

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Proseguono, in un riserbo strettissimo, le indagini dei carabinieri che hanno portato all’arresto, per presunti maltrattamenti nei confronti di pazienti ospiti, di cinque operatori della comunità per malati psichici Alveare di Torchiagina (Assisi) e del titolare della struttura – per lui non ci sarebbero accuse di violenza – e che sono tutti ai ‘domiciliari’.

La tecnologia Sulla base di una denuncia i militari avrebbero chiesto ed ottenuto dal magistrato l’autorizzazione alle intercettazioni e all’installazione di telecamere di sorveglianza: le immagini filmate avrebbero confermato i maltrattamenti su alcuni ospiti.

Il legale Fra gli arrestati c’è anche Fulvio Fraternale, legale rappresentante de l’Alveare. A parlare per lui è il suo avvocato, Paolo Gentili del foro di Perugia: «Sulla base degli elementi desumibili dall’ordinanza di custodia cautelare – afferma il legale ad umbriaOn – preciso che lo stesso è chiamato a rispondere per la sua posizione e non certo per la partecipazione ad episodi di maltrattamento verso i pazienti. Reputo assolutamente sproporzionato il provvedimento di sequestro dell’intera struttura».

La storia «L’Alveare – si legge sul suo sito internet – è un’associazione di volontariato per l’educazione alla salute, promossa da Fulvio Fraternale con la collaborazione di alcuni volontari nel gennaio del 1992. L’associazione è una Onlus e non ha scopo di lucro. Si propone di sensibilizzare la comunità civile alla tutela della salute intesa come pieno benessere, individuale, sociale ed ambientale». L’Associazione Alveare ha ottenuto l’accreditamento istituzionale dalla Regione Umbria.

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