Assisi, Cgil vs Comune: no bando coi voucher

Dura presa di posizione di Filippo Ciavaglia e Mario Bravi: «Un ente pubblico che si impegna a diffondere e ad allargare il caporalato»

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Filippo Ciavaglia, segretario generale della Cgil di Perugia e Mario Bravi, di Ires Cgil Umbria, non ci vanno leggeri e definiscono «clamorosa la scelta della giunta comunale di Assisi, che ha emanato un bando per la formazione di una graduatoria finalizzata all’utilizzo di lavoratori con lo strumento dei voucher. Un ente pubblico che si impegna a diffondere e ad allargare un fenomeno strutturale di caporalato».

Il bando E’ vero, dicono Ciavaglia e Bravi, «che il Jobs act consente questa forma di barbarie, ma ci permettiamo di segnalare agli amministratori della città serafica che sono i primi nella pubblica amministrazione a prevedere questa possibilità. Triste primato. Inoltre, segnaliamo due ulteriori perle del bando della città di Assisi: si parla di una retribuzione oraria di 10 euro, nascondendo il fatto che la retribuzione netta, vera, è in realtà di 7,5 euro e nel bando si escludono i cittadini extracomunitari».

I voucher Ciavaglia e Bravi ricordano poi che «come abbiamo sottolineato più volte siamo di fronte ad un imbarbarimento del mercato del lavoro anche in Umbria. Lo dimostrano i dati sulla diffusione crescente dei voucher, il buono lavoro che costa 10 euro al cosiddetto committente e retribuisce con 7,5 euro quella che dovrebbe essere una ora di lavoro. Sottolineiamo il ‘dovrebbe’, perché non essendoci alcuna verifica, né controllo, spesso un voucher copre più ore di lavoro. Inoltre, nel voucher sono cancellati tutti i diritti, dalla maternità, alle ferie, alla sicurezza e la tutela previdenziale è solo formale, non reale. Da un’indagine svolta dal Ministero del lavoro risulta che il reddito medio annuo di un ‘voucherista’ è di 500 euro l’anno e solo il 20% supera i 1000 euro.

Lavoro nero E’ evidente, insistono, «che ci troviamo di fronte alla legalizzazione del lavoro nero. Questa forma di lavoro sta cannibalizzando sempre di più i potenziali rapporti di lavoro subordinato. E tutto questo si manifesta con forza anche in Umbria, dove nel 2015 sono stati venduti 2 milioni di voucher che hanno visto coinvolti 17 mila lavoratori umbri. Il ministro del Lavoro Poletti si è impegnato a contenere il fenomeno attraverso la cosiddetta ‘tracciabilità’. Una misura del tutto inadeguata e inefficace come ha sottolineato anche la Cgil nazionale e come dimostra il fatto che il fenomeno voucher invece che ridursi si sta allargando».

La richiesta La Cgilm in conclusione, «invita il Comune di Assisi a cancellare quel bando, che è un obbrobrio nel merito e nel metodo e un offesa per tutti i cittadini di Assisi. Intanto, la Cgil con la Carta dei diritti universali del Lavoro chiede l’abolizione dei voucher e su questo si prepara al referendum abrogativo».

 

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