Assisi, maxi evasione: denunciati cinesi

Nel mirino della Finanza un sistema di frode dei laboratori ‘apri e chiudi’: 200 mila euro – imposte – non versati all’erario

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Oltre mezzo milione di euro di ricavi non dichiarati e mancato versamento di imposte per 200 mila euro. L’evasione è stata scoperta dalla Guardia di Finanza di Assisi: a non aver dichiarato nulla all’erario sono stati dei laboratori cinesi ‘apri e chiudi’. I responsabili sono stati denunciati per omessa dichiarazione e occultamento della documentazione contabile.

Controlli nel settore tessile La scoperta è arrivata in seguito ai controlli dei finanziari in attività legate al settore tessile. Il sistema era lineare ed efficace:veniva costituita una ditta individuale che provvedeva alla gestione del laboratorio ed all’assunzione di personale, tutto di etnia cinese; quindi l’azienda, allo scopo di sottrarsi ai controlli, presentava formalmente delle dichiarazioni, ma ometteva tuttavia il versamento delle imposte dovute.

Finta cessazione Uno o due anni dopo avveniva la finta cessazione della produzione: in realtà l’attività veniva ceduta ad una seconda ditta intestata ad un dipendente della precedente. L’ex titolare, a sua volta, trasferiva in maniera fittizia la propria residenza altrove, ma continuava a permanere in loco, assicurando continuità nella gestione dell’azienda. In questo modo il vecchio titolare si rendeva irreperibile e, al suo posto, veniva piazzato un altro cinese intestatario di una nuova posizione Iva. E la frode proseguiva.

Loop La nuova impresa subentrava negli stessi locali, assumeva i medesimi dipendenti e provvedeva alla gestione del laboratorio; quindi, dopo aver presentato le dichiarazioni – formalmente corrette – annuali ometteva il versamento delle imposte. Infine, trascorso un altro anno/biennio, anch’essa cessava apparentemente l’attività per essere rilevata, senza soluzione di continuità, da una terza ditta che seguiva lo stesso disegno criminoso.

Le ipotesi di reato sono di omessa dichiarazione e di occultamento della contabilità, oltre al mancato versamento all’erario di imposte per circa 200 mila euro e la contestazione di cinque lavoratori in nero.

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