Ast, ‘Acciaio sporco’: ora si punta in alto

Terni, la ‘caccia’ della Procura della Repubblica di Terni prosegue e – sul modello di un videogame – passa al livello superiore. E a ThyssenKrupp sembra non dispiacere

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Loro, quasi tutti, quello che ‘potevano fare’ lo hanno fatto. Chi rispondendo direttamente alle domande e chi presentando una memoria scritta. Tanto che Daniele Inches, Leonardo Manni, Alessio Petrollini e Alessandro Luzzi – i quattro ‘classificatori’ della ThyssenKrupp Ast di Terni arrestati nell’indagine ‘Acciaio Sporco’, sono stati rimessi in libertà dal giudice per le indagini preliminari.

UN’INTERCETTAZIONE – IL VIDEO

Elena Candela della Forestale

Elena Candela della Forestale

Le ammissioni I quattro dipendenti della multinazionale, chi per un verso e chi per un altro, hanno intrapreso un percorso chiaro e che non prevede possibili inversioni di marcia: hanno, in pratica, mostrato agli inquirenti la loro volontà concreta di collaborare – da qui la decisione di rimetterli in libertà – e di contribuire alla ricostruzione, per quanto sia possibile in base alla loro posizione decisamente subordinata, del meccanismo perverso che ha determinato l’enorme danno economico, e di immagine, alla ThyssenKrupp Ast.

Acciaio Sporco, indagine Forestale Terni - 23 giugno 2016 (3)La caccia prosegue E, anche sulla base dei nuovi elementi che sono emersi, adesso la ‘caccia’ della Procura della Repubblica di Terni prosegue e – sul modello di un videogame – passa al livello superiore. Perché, era apparso chiaro fin dall’inizio, la «meticolosità ed anche il grande dispiego di forze e di mezzi – dice uno dei legali dei quattro dipendenti», aveva fatto intuire che la ‘battuta’ non si sarebbe fermata con la cattura di prede piccole, ma che si mirasse a ben altro.

Palescandolo MassiniIl sistema Quello che si vuole fare – e i vertici aziendali non sono per niente infastiditi dalla cosa, peraltro fu la stessa Lucia Morselli, quando era ancora la ‘lady d’acciaio’ (umbriaOn lo scrisse a maggio del 2015) a stilare una sorta di patto con la Procura – è arrivare finalmente a ricostruire i contorni di quello che appare con sempre maggiore chiarezza essere un sistema, consolidato negli anni, in base al quale dipendenti (a vari livelli, ed ecco perché adesso si vuole risalirli uno ad uno) e altri soggetti possono aver lucrato in maniera indebita a danno dell’Ast.

Il parco rottami

Il parco rottami

L’eccezione L’unico ad essere ancora sottoposto al regime degli arresti domiciliari è Andrea Papa Italiani, il trasportatore che ha ripetuto al magistrato di non ritenersi in alcun modo responsabile di nulla e per il quale, ha annunciato l’avvocato Manlio Morcella, «ricorreremo al tribunale del riesame», che dovrebbe pronunciarsi la prossima settimana.

Gli sviluppi Il problema – ovvio che è una questione di punti di vista – è che proprio la prossima settimana potrebbe regalare nuovi sviluppi: le risposte, verbali e scritte, date agli inquirenti dai quattro ‘classificatori’ – che restano sospesi dal lavoro e molto probabilmente lo resteranno fino a quando non si arriverà al processo (a meno che la ThyssenKrupp Ast non decida di forzare la mano) – potrebbero dare il via ad un nuovo giro di giostra.

 

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