Ast: al via l’iter per la certificazione dell’acciaio sostenibile

L’azienda punta ad ottenere il ‘bollino’ ResponsibleSteel, più attenzione all’ambiente

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Mentre si attendono aggiornamenti sulla firma dell’accordo di programma, annunciata dal cavalier Giovanni Arvedi entro il 30 luglio, Arvedi Ast è impegnata su un altro importante fronte sul versante ambientale e della sicurezza: l’azienda ha infatti avviato l’iter per ottenere la certificazione ResponsibleSteel™, primo standard mondiale di certificazione per l’industria siderurgica che annovera già i principali player a livello internazionale.

Cosa è e a cosa serve

ResponsibleSteel™ nasce per promuovere e sostenere la produzione responsabile dell’acciaio affrontando le questioni ambientali, sociali ed economiche associate al settore siderurgico. Nel processo di creazione dello standard sono stati coinvolti produttori di acciaio, organizzazioni non governative, clienti, associazioni commerciali, sindacati e altre parti interessate. Insieme, hanno sviluppato oltre 200 criteri e requisiti che i produttori di acciaio a livello globale devono soddisfare per ottenere la certificazione ResponsibleSteel™. «Arvedi AST – spiega una nota dell’azienda – in questa fase sta affrontando gli audit dell’ente di certificazione DNV per verificare l’applicabilità nell’azienda dei criteri più importanti per la sostenibilità di un’impresa siderurgica, tra i quali: governance ed etica aziendale; salute e sicurezza e altri diritti umani e del lavoro; coinvolgimento delle parti interessate e relazioni con la comunità locale; cambiamento climatico, emissioni di gas serra e biodiversità; gestione delle risorse idriche e altri impatti ambientali. Individuando nei principi ESG (Environment, Social, Governance) che ispirano Responsible Steel, i valori della sostenibilità e responsabilità d’impresa dell’azienda, è stato istituto in Arvedi Ast anche uno specifico comitato di sostenibilità in grado di orientare il processo decisionale del vertice aziendale verso i temi ambientali, con l’obiettivo di assicurare valore nel lungo termine a beneficio di tutti gli stakeholder rilevanti per l’azienda e del territorio».


David Veller

La soddisfazione e le ‘stoccate’ della Lega Terni

La Lega Terni «accoglie positivamente la notizia della certificazione ‘Responsible Steel’ ottenuta dalle acciaierie ternane e resa nota da Giovanni Arvedi. Un importante riconoscimento di qualità del settore a livello internazionale – osserva il partito attraverso il segretario provinciale di Terni, David Veller – che sottolinea gli sforzi profusi dalla nuova proprietà di Ast verso una produzione sostenibile. Siamo certi che Arvedi abbia ereditato una situazione complessa e ci sia ancora da lavorare su questo tema, ma la direzione intrapresa è quella auspicata a più riprese dal centrodestra al governo della Regione e in precedenza del Comune di Terni, dalla presidente Tesei e dalla Lega a tutti i livelli, nel mantenere e potenziare gli standard produttivi e occupazionali dello stabilimento ternano, agendo nel quadro di politiche aziendali rispettose dell’ambiente e attente al fattore sicurezza. Imbarazzante l’atteggiamento di personaggi locali – osserva Veller – che hanno scoperto le acciaierie da poche settimane e che pretendono di pontificare su tutto e appropriarsi di meriti che non hanno». «La Lega, con i suoi amministratori a livello locale, regionale e nazionale – prosegue il segretario provinciale di Terni – è stata protagonista, insieme al centrodestra, della gestione politica del complicato momento della crisi Thyssen Krupp, felicemente risolta con la vendita all’italiana Arvedi e di tutte le interlocuzioni che hanno portato all’elaborazione del nuovo piano industriale, su cui, vorremmo ricordarlo, Arvedi investirà ben 100 milioni di euro per rendere la fabbrica un modello di sostenibilità ambientale. Così come abbiamo accompagnato le fasi che hanno portato alla stesura dell’accordo di programma che sostiene il piano industriale da 1 miliardo di euro, di cui 300 milioni del Governo e 700 milioni della famiglia Arvedi e non tutti a carico dell’esecutivo nazionale, come in modo incredibilmente sbagliato ha dichiarato Bandecchi. Questione, tra l’altro, sulla quale sindaco e vicesindaco farebbero bene ad informarsi, visto che di quel miliardo di euro di investimenti sul territorio ternano, oltre ai 100 milioni per la bonifica ambientale, molti altri riguardano il ritorno del lamierino magnetico, cuore dei motori elettrici, oltre a prevedere la crescita dell’occupazione e dell’indotto. Il piano, insomma, consentirà ad Ast Terni, marginale e in dismissione con i tedeschi, di diventare una delle principali e moderne acciaierie d’Europa e tutto questo non può essere messo a repentaglio dagli atteggiamenti irresponsabili di chi oggi amministra la città. In questo contesto – conclude David Veller – si inserisce la battaglia della Lega e del centrodestra ternano condotta al fianco della Regione Umbria per calmierare i costi dell’energia. Un’acciaieria tra le più importanti d’Europa, come diventerà Ast, ha bisogno di energia a prezzi concorrenziali rispetto a Stati che oggi peraltro afferiscono ad un rinnovato blocco ostile a quello occidentale. Da qui la richiesta già al Governo Draghi e ad Enel di condizioni in linea con l’ubicazione storica della acciaieria, stante anche il piano di decarbonizzazione completa in atto. Terni è la città dell’acciaio, ma è anche la città della Cascata e la Cascata è di Terni: per questo Enel deve riconoscere condizioni di competitività assoluta nell’interesse nazionale che ci accomuna. Sul tema dei canoni idroelettrici, grazie al lavoro della Lega in Umbria, è stata riscritta la lettera sui canoni dovuti per le grandi derivazioni idroelettriche. Una legge in vigore che porterà ulteriori e consistenti risorse a regione e comuni afferenti».

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