Massimiliano Burelli, il nuovo amministratore delegato della ThyssenKrupp Ast, non scherza: «Il milione di tonnellate (di produzione di acciaio fuso; ndr) non è un dogma. Il secondo forno è attivo e rimarrà acceso fino a quando ci saranno le condizioni economiche che lo permetteranno». Per dirlo ha scelto, come interlocutore, ‘Il Sole 24 Ore’, mica pizza e fichi.
Le fermate L’affermazione, mentre a Terni da mesi si è fatto a gara a chi tranquillizzava di più, arriva il giorno dopo comunicazione dell’ennesino allungamento delle ‘fermate tecniche’ dell’area a caldo e della sommessa reazione sindacale. «La ristrutturazione è finita – ha scandito Burelli parlando con il quotidiano economico – ma prosegue la riorganizzazione. Gli impegni ci sono perché sono scritti, ma dobbiamo anche fare i conti col mercato». Andrea Cavicchioli (Pd) ha già chiesto che spieghi meglio.
Mes Cina Poi Burelli ha anche parlato di Cina e di dumping: «Il riconoscimento dello status di economia di mercato alla Cina – ha spiega l’ad– avrebbe per il settore manifatturiero conseguenze devastanti sul fronte occupazionale». E venerdì mattina, proprio nell’auditorium della ThyssenKrupp Ast di Terni, messo a disposizione per l’occasione, ilo Movimento 5 Stelle ha parlato dello stesso argomento.
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Terni Sulla situazione specifica dello stabilimento ternano, invece, i rappresentanti del M5S non hanno speso troppe parole: magari poteva sembrare brutto, visto che erano ospiti.