Ast conferma investimenti, occupazione e magnetico. Attesa per il vertice al Mimit

Terni – L’azienda ha incontrato i sindacati, resta il nodo infrastrutture. Verso 4 settimane di stop in estate

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Conferma degli investimenti annunciati, implementazione del mix produttivo, saturazione degli impianti: si basa su questi tre punti fermi, nelle intenzioni dell’azienda, il futuro dell’Ast di Terni, stando a quanto riferito dai vertici di viale Brin nel corso dell’incontro tenutosi giovedì pomeriggio con i rappresentanti territoriali e nazionali delle organizzazioni sindacali. Incontro dal quale sono appunto emerse rassicurazioni sul piano di sviluppo programmato dal gruppo Arvedi – al momento comunque sempre illustrato nelle linee generali -, in attesa di una nuova convocazione del tavolo ministeriale annunciata entro luglio.

Gli altri impegni

Garanzie sono state espresse anche rispetto al mantenimento degli attuali livelli occupazionali e sul fronte dell’attenzione all’ambiente. Alla riunione, protrattasi per alcune ore, erano presente i vertici di Ast, l’ad Dimitri Menecali in testa, ma non quelli di Arvedi. Focus anche sulle infrastrutture, che rimane uno dei nodi principali da sciogliere con il contributo delle istituzioni, così come sul fronte di ambiente e energia, il 10% della quale – è l’obiettivo – arriverà dalla fonte idrogeno. Quanto alla situazione congiunturale, la flessione degli ordini che sta interessando lo stabilimento e che riguarda in generale il settore, per settembre dovrebbe essere risolta. Ma intanto si prospettano per questa estate quattro settimane complessive di stop alle produzioni, tra cassa integrazione e consueta fermata estiva.

La Fim: «Ognuno faccia la sua parte»

«Attenderemo come comunicatoci al Mimit il mese di luglio per poter comprendere come l’accordo di programma e l’intervento delle istituzioni nazionali e locali possano risolvere le criticità legate alle infrastrutture e ai fabbisogni delle aziende energivore», dichiara dopo l’incontro il segretario nazionale Fim Cisl Valerio D’Alò. «GIi investimenti – prosegue – sono confermati nella volontà aziendale già espressa nel febbraio 2022, in occasione della presentazione del piano industriale all’atto dell’acquisizione da parte del Gruppo Arvedi dell’Ast Terni. C’è la volontà di ampliare la gamma di prodotti e saturare i volumi produttivi degli impianti, tubifici compresi. Le linee a freddo dovranno essere avviate nei tempi previsti. Auspichiamo – chiude D’Alò – che ognuno faccia la sua parte perché almeno un pezzo di siderurgia italiana veda spianata la strada del rilancio e che sia dia seguito, con un piano nazionale della siderurgia, al rilancio del settore».

La Fismic: «Confermato il magnetico»

«L’azienda ha confermato gli investimenti e la propria volontà di ampliare la gamma dei prodotti e di realizzare nuove produzioni, comprese le linee a freddo e il nuovo investimento sulla linea del magnetico, come già precedentemente asserito nel febbraio del 2022», spiegano anche il segretario nazionale della Fismic Confsal, Giovacchino Olimpieri, e il coordinatore territoriale del gruppo Arvedi di Terni, Marco Bruni. «Attendiamo la nuova convocazione che, come comunicatoci dal ministro Urso nel precedente incontro al Mimit, dovrà avvenire entro il mese di luglio, per comprendere come l’accordo di programma e l’intervento delle istituzioni possano risolvere le criticità del Gruppo Arvedi. Come Fismic Confsal – continuano i due sindacalisti – auspichiamo che realmente e velocemente tutti gli attori coinvolti nella vicenda facciano la loro parte, affinché l’azienda possa finalmente avere, dopo anni pieni di criticità, un rilancio positivo». Per Olimpieri e Bruni «rimane, tuttavia, il problema legato alle infrastrutture che ormai da oltre un ventennio creano disagi all’azienda e anche su questo punto – concludono – noi continueremo a lavorare per cercare delle proposte costruttive per superarlo».

Fiom Cgil: «Investimenti confermati. Energia e infrastrutture nodi critici»

Questo il resoconto di Roberto D’Andrea, coordinatore nazionale Fiom Cgil di Terni, e Alessandro Rampiconi, segretario Fiom Cgil Terni: «Acciai Speciali Terni nella riunione di giovedì con le organizzazioni sindacali territoriali e nazionali – affermano in una nota – ha confermato gli investimenti nel sito, sia nella misura che nelle tempistiche. Investimenti che poggiano sulla sostenibilità ambientale e puntano alla decarbonizzazione del ciclo produttivo, con l’obiettivo di ridurre i costi di trasformazione e una rimodulazione e ampliamento dei mix produttivi e dei mercati, a partire dall’acciaio per il motore elettrico. Un piano industriale di espansione produttiva con il consolidamento dei livelli occupazionali, cominciato con la stabilzzazione dei lavoratori somministrati in staff leasing. L’azienda – spiegano D’Andrea e Rampiconi – ad oggi esclude l’utilizzo strutturale di ammortizzatori sociali straordinari per la messa in opera delle nuove linee. Rimangono come criticità i costi dell’energia e le infrastrutture che, se non risolte, rischiano di danneggiare la competitività dell’azienda che opera in un mercato di nicchia e con competitors a livello europeo e mondiale. Su questo versante è fondamentale il ruolo del Governo a partire dal Mimit e delle istituzioni locali che devono assumere allinterno dell’accordo di programma impegni precisi e certi per risolvere le problematiche sollevate. Al Governo chiediamo anche di fare la propria parte affinché finalmente prenda forma il piano nazionale della siderurgia che, dentro il quadro complessivo, colga le peculiarità degli acciai speciali. Ci attendiamo, come emerso nella riunione al Mimit del 26 maggio, una convocazione nei primi giorni di luglio per proseguire il confronto anche alla presenza delle istituzioni e giungere il prima possibile a livello aziendale, ai dettagli del piano industriale che ha già registrato troppi ritardi».

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