Ast, due mesi che non sono trascorsi invano

La cronistoria dell’epidemia Covid-19 fra scontri, misure adottate, chiusura e graduale riapertura: oggi l’azienda garantisce sicurezza

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Videocamere all’ingresso per misurare la temperatura corporea di chiunque varchi l’entrata, nuovi metodi per evitare ogni contatto con le superfici, divisori tra una postazione e l’altra, mascherine, kit e gel per proteggere se stessi e sanificare il posto di lavoro. Un video postato sui canali social di Ast mostra come si lavora oggi in acciaieria ai tempi del coronavirus. Dopo le giornate di Pasqua, la fabbrica ha ripreso il suo ritmo, ma tante cose sono cambiate. Il filmato descrive attraverso le immagini tutte le misure che sono state prese per evitare il contagio prima di riavviare la produzione in sicurezza.

La cronistoria, l’inizio

Ast sembra essersi mossa sin da subito nelle misure promosse per evitare il contagio. È il 23 febbraio, a due soli giorni dal primo caso a Codogno, e sulle mail aziendali arriva la prima comunicazione firmata da Massimiliano Burelli: l’ad chiede a tutti la massima attenzione sull’evoluzione del contagio e il rispetto delle indicazioni provenienti dalle autorità competenti. Il 25 febbraio una seconda comunicazione entrerà ancora più nel dettaglio sui comportamenti da tenere, annunciando inoltre la chiusura dei locali mensa, sostituita dalla distribuzione di cestini con piatti caldi.

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Si entra nella pandemia

I casi nel resto del paese continuano ad aumentare e il 10 marzo i dipendenti di Ast ricevono nuove indicazioni sulle misure adottate, visto l’evolversi della pandemia: tra le nuove azioni, il numero minimo dei partecipanti alle riunioni scende a tre, si limita l’utilizzo degli spogliatoi, parte a pieno ritmo lo smart working per gli impiegati. Scopriamo in quei giorni l’esistenza di una commissione in Ast – il Business Continuity Committee – che avrebbe il compito di seguire quotidianamente l’evolversi della situazione esterna e valutare eventuali ulteriori misure di prevenzione.

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Lo scontro

Le iniziative messe in atto non bastano a evitare lo scontro con le organizzazioni sindacali che accusano i vertici aziendali di disimpegno nel garantire la sicurezza dei lavoratori. L’azienda risponde con un comunicato in cui ribadisce di aver tradotto in norme comportamentali e disposizioni organizzative le raccomandazioni dell’Istituto Superiore di Sanità fin dai primi giorni dell’emergenza. I sindacati incalzano e i lavoratori hanno paura: iniziano così a utilizzare i buoni malattia per non recarsi in azienda. Arriveranno a 500 i certificati presentati e il problema si espanderà oltre le mura della fabbrica, diventando un pensiero in più per l’Ordine dei medici di Terni.

EMERGENZA CORONAVIRUS – UMBRIAON

La chiusura e i timori

È il 24 marzo e Ast decide di uniformarsi alle direttive emanate dalla presidenza del Consiglio dei ministri, chiudendo lo stabilimento fino al 3 aprile. «Acciai Speciali Terni ha dovuto sospendere la produzione a seguito del decreto del Governo che ha predisposto la chiusura dell’intero comparto metallurgico», spiegherà poi Burelli a mezzo stampa, lanciando un forte allarme: «Il settore dell’acciaio in Italia oggi è fermo al 95% mentre in altri paesi d’Europa la produzione va avanti. La nostra preoccupazione è che una volta finita l’emergenza, la siderurgia italiana si ritrovi priva di quote importanti di mercato, acquisito dalle aziende che hanno continuato a produrre».

La ripresa graduale

Il 3 aprile l’azienda comunica al prefetto di Terni la decisione di tornare a produrre per alimentare, anche indirettamente, le filiere dei prodotti essenziali. Il 6 aprile l’attività dell’acciaieria riprende. Non manca anche questa volta lo scontro con le rappresentanze sindacali, pronte a segnalare diverse criticità sulla ripresa dell’attività produttiva. L’azienda sembra avere una risposta a tutte le osservazioni: dall’avvenuta consegna delle mascherine, alla formazione necessaria effettuata in una giornata specifica dedicata proprio alle nuove misure contro il Covid-19, fino alla consegna dei cestini in piazzali con spazi sufficienti a garantire la distanza minima.
Arriviamo così all’8 aprile, giorno in cui tutti i reparti di Ast hanno ripreso l’attività in conformità con gli ordini del mese. Oggi in Ast tante cose sono cambiate, ma, come ci mostra quel video, la sicurezza parrebbe davvero garantita.

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