Ast, Giorgetti: «Entro settembre il nome del nuovo proprietario»

Question time alla Camera. Il ministro: «Procedura trasparente e corretta, conclusione sarà positiva»

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di F.L.

«In base alle informazioni che abbiamo crediamo che la procedura di vendita di Ast possa concludersi con l’individuazione del soggetto entro settembre, forse anche prima della fine del mese. Le aspettative sono quelle di un piano industriale rispettoso sia delle dimensioni aziendali, e quindi dell’occupazione diretta e indiretta, che dei dettami ambientali». Accelerano i tempi della vendita dell’acciaieria di Terni, stando alle parole del ministro allo sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, che – dopo un lungo silenzio sulla vicenda – mercoledì pomeriggio ha parlato alla Camera rispondendo al question time ad una interrogazione del Pd che ha visto il parlamentare umbro Walter Verini come primo firmatario.

TUTTO SU AST – UMBRIAON

L’Ast

Il confronto a Montecitorio

Nell’atto si chiedeva «quali iniziative intenda adottare il Governo per assicurare la salvaguardia del patrimonio industriale di Acciai speciali Terni, tenuto conto del rilievo economico e occupazionale che ricopre per la regione Umbria e per l’intero panorama nazionale». «Stiamo seguendo la procedura in un rapporto trasparente e corretto con Thyssen, ma questa non può subire interferenze» ha specificato Giorgetti. Che ha comunque aggiunto di aver evidenziato alla multinazionale le proprie aspettative «rispetto al futuro di un’azienda così strategica», definita una «eccellenza nel mondo dell’acciaio». «Un’aspettativa – ha aggiunto – che credo possa rispondere a quelle del territorio di Terni, dell’indotto e dei lavoratori. È una pagina dell’acciaio nazionale – ha concluso – che, diversamente da altre, potrà trovare una conclusione positiva».

Massimiliano Burelli

Giovedì fitto di incontri

E intanto qualche novità sulla procedura di vendita (ma non solo) potrebbe emergere già giovedì, per bocca della stessa azienda. Alle 9 è infatti fissato un incontro tra le segreterie territoriali dei metalmeccanici e l’ad Massimiliano Burelli, reduce da un recente viaggio in Germania. Dalle 11 alle 13 è poi previsto il primo appuntamento del delicato tavolo sull’appalto scorie, che dovrà cercare di risolvere la questione dei 27 esuberi generati dal passaggio del Metal Recovery da Ilserv a Tapojärvi. Dalle 15 la discussione si sposterà infine sulla procedura di mobilità (volontaria) degli impiegati, già avviata nel 2019 e che Ast è intenzionata a portare a termine.

Cessione Ast, parla Federmanager: «Si torni alla massima produzione ‘a caldo’»

Walter Verini

Verini (PD): «Ecco cosa deve fare il governo»

In merito all’interrogazione rivolta al ministro, il deputato Dem Walter Verini spiega che «lo abbiamo fatto per portare il governo, e in particolare il ministro dello sviluppo economico, a dire qualche parola sul futuro di Acciai Speciali Terni. Oggi in parlamento si è detto qualcosa, ma noi pensiamo che, pur tenendo conto di aspetti riservati che presiedono alla vendita tra privati, il governo italiano debba essere il garante davanti ai lavoratori, ai sindacati, alle imprese dell’indotto, a una comunità intera, della trasparenza della vendita e del futuro delle acciaierie di Terni. Ciò significa chiedere a Thyssen Krupp che nella vendita siano assicurati garanzia dell’integrità del sito, mantenimento dei livelli e della qualità della produzione, dell’occupazione, innovazione ambientale. E poi il sistema Italia – prosegue Verini – deve garantire finalmente lo sviluppo infrastrutturale che serve. La presidente della Commissione europea Von Der Layen, i commissari Vestager e Gentiloni hanno garantito la vigilanza, entro le loro prerogative, su questi obiettivi. Ora il governo e il ministero non devono essere timidi su questioni come questa. Nel quadro di un nuovo piano siderurgico nazionale dove Taranto, Piombino, hanno le loro problematiche, Terni ha le sue specificità delle quali tenere conto e che vanno salvaguardate. La qualità delle produzioni di Ast offre competitività nei mercati e qualunque soggetto che dovesse acquisire il sito, dovrà garantire un piano industriale che assicuri e sviluppi questa competitività. Per questo il governo italiano non può stare alla finestra».

Raffaele Nevi

Nevi (FI): «Ministro informato e fiducioso»

A margine del question time a Montecitorio anche l’onorevole Raffaele Nevi, vice presidente del gruppo di Forza Italia, ha avuto un colloquio «cordiale» con il ministro Giorgetti. «Mi ha ribadito, al di là delle dichiarazioni appena rilasciate – fa sapere il parlamentare -, che sta seguendo personalmente la vicenda della cessione del sito produttivo di viale Brin ed è molto fiducioso del buon esito dell’operazione. L’ho trovato molto informato e cosciente dell’importanza del sito ternano per la siderurgia italiana. Giudico positivo questo colloquio – conclude Nevi -, ma chiaramente vanno tenuti gli occhi ben aperti fino alla fine e noi di Forza Italia manterremo alta l’attenzione su questa vicenda, che interessa non solo Terni ma l’intero Paese».

Pd Terni: «Finalmente se ne parla ma le istituzioni locali sempre silenti»

«Finalmente il tema della cessione di Acciai Speciali Terni trova uno spazio d’attenzione da parte del governo – afferma no il segretario provinciale del Pd Fabrizio Bellini e quello comunale Pierluigi Spinelli -. Merito dell’iniziativa dei deputati del Partito Democratico, tra cui l’umbro Walter Verini, che oggi alla Camera hanno interrogato il ministro Giorgetti in occasione del question time. Un fatto nuovo, che insieme alle note introdotte dal ministro sulla rilevanza strategica delle acciaierie ternane con il loro indotto, rappresenta sicuramente un elemento positivo. Non possiamo, però, che esprimere perplessità per i tempi strettissimi della vendita annunciati da Giorgetti, alla luce dei quali appare ancora più importante l’iniziativa portata avanti dal Pd per accendere l’attenzione sulla questione, e per la mancanza di nuovi elementi in grado di rassicurare sul futuro di Ast rispetto a quelli già a conoscenza della comunità. Quello che continua a stupire, invece, è lo scandaloso, clamoroso e inspiegabile silenzio su un fatto così decisivo per l’economia regionale e italiana, oltre che ternana, del sindaco Latini e della giunta Tesei. Il Partito Democratico continuerà a fare quanto possibile, a livello politico e istituzionale, perché Ast continui ad essere riferimento per la siderurgia europea e perché la vendita garantisca integrità del sito e delle produzioni, mantenimento dei livelli occupazionali e qualità dell’innovazione».


Daniele Francescangeli

Ugl: «Cauti nel gioire»

Così il sindacato Ugl Terni dopo quanto dichiarato dal ministro: «Rimangono le preoccupazioni riguardo i tempi della ‘reale’ chiusura della transazione tra le ipotetiche parti, i contenuti precisi e le priorità di rilancio di un piano industriale di Ast e, soprattutto, quanto e come l’azienda vorrà proseguire in attesa del nuovo acquirente e quale effettiva prospettiva aziendale garantirà al sito ternano, soprattutto sotto l’aspetto occupazionale. Intanto però – afferma l’Ugl nella nota – dai rappresentanti del governo sono giunte rassicurazioni sull’impegno di vigilare sulla vendita che, come si apprende, sarà a breve. Altri tipi di rassicurazioni non sono stati pronunciati, ossia mantenere le situazioni economiche e i volumi produttivi che come auspichiamo non siano legati alla conclusione della vendita. Altre note dolenti, come ad esempio il Tubificio, la ex Società delle Fucine, non sono di secondo piano perché a seconda di chi comprerà, avrà sicuramente una strategia che ad oggi, non essendo informati su niente, tiene in fibrillazione i lavoratori diretti e indiretti. Come sempre ribadito dal segretario Daniele Francescangeli – spiega il sindacato Ugl -, Terni ha un valore aggiunto: il suo ciclo integrato che permette di abbattere i costi del trasporto da un sito ad un altro durante la fasi di lavorazione, costi che aumentano il prezzo finale del prodotto senza dare nulla in più al cliente. Questo valore aggiunto non dovrà essere cancellato dalla burocrazia di una vendita che non coinvolge di fatto le parti sociali, le istituzioni e soprattutto le dinamiche europee che da sempre hanno penalizzato la siderurgia italiana, come si è già verificato ai tempi della vendita ad Outokumpu, quando il passaggio di mano sfumò con tutte le gravi conseguenze che portarono alla grande ristrutturazione del 2014».

Simone Lucchetti

Il ‘richiamo’ della Uilm

Intanto sulle vicende di Ast, questa volta legate a produzione, sicurezza e ambiente, intervengono le rsu Uilm. «Il percorso di vendita che sta interessando Ast non deve in alcun modo rappresentare un alibi finalizzato a limitare nel prossimo delicato periodo le attività e le iniziative sindacali e dei lavoratori» scrivono in una nota, sollecitando l’azienda «al confronto in commissione congiunta in merito a tutte le misure di tutela e salvaguardia da Covid-19» di tutti i lavoratori. Inoltre le rsu considerano «fondamentale mantenere e laddove necessario, alzare ulteriormente l’attenzione su tutte le materie riguardanti ambiente e sicurezza. Soprattutto in questi particolari mesi, dove anche i trend produttivi sono buoni – scrivono -, gli impianti devono essere proporzionalmente performanti, non devono in alcun modo emergere segnalazioni che si vada nella direzione del recupero costi a discapito di essenziali manutenzioni le quali, come noto, se non adeguatamente eseguite o erroneamente rinviate, potrebbero come prima conseguenza far aumentare i rischi infortunistici per i lavoratori». I delegati della Uilm ritengono inoltre che la direzione aziendale «debba rendersi disponibile ad una verifica complessiva dell’organizzazione del lavoro e delle professionalità».

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