Ast, la Cisl: «Il futuro come lo vediamo noi»

Terni, le criticità e gli aspetti positivi al centro dell’analisi del sindacato di categoria

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Del Coordinamento di Terni della Fim Cisl Umbria

Dalle macerie della rivoluzione che da un anno a questa parte ha coinvolto le Acciaierie, sta nascendo la Nuova Ast.

E’ in corso una fase epocale che sancirà un ulteriore prima e dopo. Sono arrivati segnali di impegno e cambiamento. Dalle misure antidumping all’interconnector, passando per le fusioni che sono state elaborate in una manciata di giorni grazie anche allo spirito di collaborazione e di sacrificio dei lavoratori interessati che hanno dato continuità a tutte le nuove divisioni, un risultato che a guardarlo ora sembra un miracolo.

Il campionato è in corso e probabilmente siamo ancora al girone di andata. C’è chi in queste ultime settimane cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno, dicendosi pronti ad affrontare con passione un mercato internazionale agguerrito. C’è chi, e forse è la maggioranza, continua a vedere il bicchiere mezzo vuoto, perché la riorganizzazione cominciata subito dopo l’accordo del Mise è ancora in corso lasciando parecchia incertezza. Probabilmente il bicchiere è solamente mezzo.

C’era un’Azienda che aveva accumulato perdite per centinaia di milioni e che rischiava di chiudere. Chi è rimasto in Ast lo ha fatto investendo sul futuro, credendo di contribuire al mantenimento della Fabbrica ma anche al suo mutamento.

Contestualmente sono emersi elementi che hanno avviato indagini sempre più pressanti da parte delle Autorità competenti. La sensazione è che siamo ancora in una fase di assestamento. Un assestamento che non però non può durare in eterno e che comunque è influenzato, seppur ancora velatamente, dalla messa in discussione del Piano Mckinsey, quello osteggiato a livello sindacale.

Il Coordinamento di Terni della Fim Cisl ribadisce che serve la stabilità delle relazioni che fanno l’industria. La stabilità serve al management ma anche alle maestranze e ai clienti.

Il Coordinamento della Fim Cisl si augura che con la chiusura e la conoscenza del risultato di bilancio, sicuramente in forte discontinuità rispetto al passato, si apra il girone di ritorno in cui si cominci a delineare la Nuova Fabbrica. Una Fabbrica capace di riprendere con i fatti la determinazione e l’umiltà del management, quella posizione di leadership nel mercato dell’acciaio inossidabile mantenendo chiaramente le produzioni di fucinati, tubi, titanio e i servizi per l’informatica.

Servirebbe un management che si metta in prima linea, che fornisca le indicazioni ai quadri intermedi, agli impiegati e agli operai per raggiungere gli obiettivi che debbono essere chiari e soprattutto trasparenti. Un management che spieghi cosa c’è da fare e come intenda farlo per mantenere fede agli impegni sottoscritti al Ministero dello Sviluppo Economico.

Servirebbe appunto una comunicazione costante per migliorare la promise dell’intero processo. Purtroppo la
comunicazione interna allo stabilimento continua a non essere efficace e spesso le maestranze sono disorientate. Come accade per esempio per la Linea 6: da una parte si confermano gli investimenti, dall’altra non c’è ancora la certezza dei tempi sull’inizio dei lavori.

Il Coordinamento della Fim Cisl ritiene che per la Nuova Ast servirebbe un business-plan in cui tutti gli attori svolgano un ruolo serio e costruttivo. Non ce ne possono essere alcuni che pensano di lavorare in proprio. Così come sta cominciando a diventare poco comprensibile ai più il compito di alcuni consulenti, apparentemente senza una funzione riconosciuta, con benefit sproporzionati. I lavoratori, operai, impiegati e quadri che hanno deciso di rimanere in Fabbrica, lo hanno fatto nella consapevolezza che i sacrifici sarebbero stati ripagati in termini di creare le condizioni per assicurare una nuova vita alle Acciaierie capace, come la Fenice, di rinascere dalle ceneri.

All’interno dello stabilimento ci sono persone, a tutti i livelli, che debbono essere ascoltate perché possono contribuire, se individuate motivate e soprattutto ben organizzate, al confezionamento della Nuova Ast, ponendosi come obiettivo quello di colmare le lacune di mancanza di professionalità, sviluppando al tempo stesso la promozione delle competenze. La formazione professionale diventa quindi strategica se si vuole veramente un nuovo modello di Fabbrica.

Il Coordinamento della Fim Cisl ritiene, laddove necessario, che sarebbe inoltre opportuno verificare con serietà l’Organizzazione del lavoro per tarare organici e turnazioni al raggiungimento degli obiettivi aziendali che non possono essere diversi da quelli di almeno un milione di tonnellate.

Il Coordinamento di Terni della Fim Cisl ritiene che per la “Factory del futuro” sarebbe necessario conciliare la rivoluzione delle macchine con la Green Job cioè con quelle iniziative utili per promuovere sia la tutela dell’ambiente, l’energia alternativa e la ricerca verso soluzioni ecosostenibili attraverso l’economica circolare che la salute dei lavoratori.

Il Coordinamento della Fim Cisl ritiene che in una fase cruciale come questa la Nuova Ast avrebbe bisogno del sostegno delle Istituzioni locali che insieme a imprese e parti sociali siano in grado di individuare il futuro della città e del comprensorio attraverso l’analisi dei fabbisogni territoriali.

C’è la necessità di un salto di qualità del lavoro e della professionalità nell’ambito di un percorso di innovazione organizzativa orientato alla qualità delle produzioni e dei processi produttivi richiede un investimento sulla formazione in termini progettuali verso quelli che saranno i lavori del futuro che, forse in maniera visionaria, la Fim Cisl di Terni ritiene possano offrire spazio a qualche verticalizzazione sul territorio.

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