Ast, Morselli: «Burelli avrà compito facile»

Terni, l’amministratore delegato uscente del sito ThyssenKrupp alla messa in fabbrica: «Acciaieria riportata al suo giusto ruolo »

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Terni Tk-Ast Ast messa pasqua (6) di M.T.

Il vescovo, Giuseppe Piemontese, c’è. Il sindaco, Leopoldo Di Girolamo, c’è. Il prefetto, Angela Pagliuca, c’è. L’arma dei carabinieri, c’è. Alla messa di Pasqua alla ThyssenKrupp Ast di Terni c’è anche Lucia Morselli. Ma come già accadde per Natale, le sedie rimaste vuote, tra quelle riservate agli invitati, sono la maggioranza.

LE FOTO DELLA MESSA IN ACCIAIERIA

Massimiliano Burelli

Massimiliano Burelli

Le assenze E sì che l’occasione non è comune: intanto perché l’ufficializzazione del cambio al vertice – con Massimiliano Burelli che dal 1 aprile prenderà il suo posto – ha scatenato una ridda di ipotesi sulle motivazioni (Morselli se va di sua sponte o è stata ‘invitata’ a farlo dai tedeschi? Burelli arriva con il mandato di rilanciare o di vendere il sito ternano?). Tanto che il vescovo Piemontese la saluta con parole non formali.

IL SALUTO DEL VESCOVO DURANTE LA MESSA – IL VIDEO

Terni Tk-Ast Ast messa pasqua (2)La sottolineatura E la stessa Lucia Morselli, prendendo la parola, sottolinea – «ci sono delle autorità, che ringrazio, come ringrazio quelle che non hanno potuto essere presenti» – proprio il fatto che Leopoldo Di Girolamo sia presente, «come sempre, nei momenti brutti e in quelli belli».

L’INTERVENTO DI LUCIA MORSELLI DURANTE LA MESSA – IL VIDEO

Terni Tk-Ast Ast messa pasqua (3)I saluti E poi perché, insomma, inutile girarci intorno: un po’ tutti speravamo che l’amministratore delegato uscente approfittasse dell’occasione per regalare qualche accenno personale alla vicenda che la riguarda e che interessa il sito ternano. E lei, infatti, non si nega. Precisando che il suo successo avrà certamente un compito più facile del suo.

L’INTERVISTA A LUCIA MORSELLI – IL VIDEO

Al Mise E prima di salutare anticipa che il 22 marzo, alla riunione programmata al Mise per la prima verifica dell’accordo del dicembre 2014, lei ci sarà.

L’omelia del vescovo «La tradizione della Messa pasquale nelle Acciaierie – dice il vescovo Piemontese nell’omelia – non è solo un’abitudine ormai consolidata, ma una avvenimento, che riunisce e unisce Direzione, Maestranze e operatori di questa Azienda in una celebrazione, che vuole essere l’espressione della nostra fede nel mistero centrale della Religione: il Mistero Pasquale, cioè la Passione, morte e risurrezione di Gesù Cristo. E’ da quell’evento che è cambiata la storia e a quel fatto storico che, come cristiani e lavoratori, dobbiamo fare riferimento se vogliamo cogliere e manifestare la nostra identità e la speranza in un mondo diverso e migliore. La coincidenza di questa Pasqua con l’Anno Santo della Misericordia è ulteriore motivo di rinnovamento e di gioia. L’epoca di trasformazioni e di incertezze culturali, politiche e sociali che stiamo attraversando oltre che essere motivo di preoccupazione, ci impedisce di vedere una meta definita e un futuro confortante. Per noi cristiani la Pasqua di Gesù rappresenta il vero punto di partenza e la meta di ogni vita riuscita, di un umanesimo integrale che raggiunge l’umanità intera e la pienezza dell’umanità. Tutta la vita di Gesù è stata dedicata a testimoniare e predicare la verità, la giustizia verso Dio, cioè il riconoscimento e l’amore verso Dio, e verso l’uomo, cioè riconoscere e dare a ciascuno quanto gli appartiene e gli è dovuto. Soprattutto la benevolenza e l’amore in tutte le sue sfaccettature: il rispetto e l’attenzione verso ogni uomo quale immagine e creatura di Dio al di sopra di ogni essere, la cura del Creato, il riconoscimento e l’attuazione del servizio vicendevole tra gli uomini. Gesù Cristo è venuto a predicare e ad annunciare questo progetto e ha posto in gioco la sua vita per affermare quanto predicato e per indicarci la misura dell’amore verso Dio Padre e tra gli uomini. Il tradimento di Gesù, la sua passione e morte altro non sono che l’espressione di quanto Dio ami l’uomo e di quale debba essere la misura del nostro amore, se vogliamo dare vita ad una umanità vera e felice, secondo il progetto di Dio. La risurrezione e la vita sono la condizione di chi segue quel progetto, ambizioso ma possibile con l’aiuto di Dio. Tutti noi battezzati, cresimati, con la celebrazione della Messa rinnoviamo e partecipiamo alla Pasqua di Cristo: passione, morte e risurrezione, attuata nel tempo, nella nostra condizione esistenziale e quotidiana. Oggi, in questo luogo, universo della nostra fatica e nostra missione, della nostra partecipazione alla creazione di Dio, trasformando la terra e la materia informe in manufatti di straordinaria utilità, bellezza e robustezza, attraverso la Messa partecipiamo alla Pasqua di Cristo e santifichiamo il nostro lavoro e noi stessi. Le nostre fatiche e preoccupazioni oggi acquistano valore di grazia e di speranza per la forza di Cristo, che per noi e con noi muore e risorge. Leggiamo nella seconda lettura: “Fratelli, ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore. Per lui ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero spazzatura, per guadagnare Cristo. Non ho certo raggiunto la mèta, non sono arrivato alla perfezione; ma mi sforzo di correre per conquistarla, perché anch’io sono stato conquistato da Cristo Gesù”. Ripercorrendo il Vangelo di oggi con l’episodio dell’adultera (non è una parabola, un racconto), intendiamo che la vita è impastata di fatica, passioni, trasgressioni, peccati… Ma non sono solo i tradimenti o i peccati afferenti alla sfera sessuale , che pure devastano la persona, i sentimenti, le relazioni. Di fronte ad una donna, colta in flagranza di adulterio, uomini di legge e di religione si sentivano autorizzati a chiederne la condanna e una pesante pena: la lapidazione secondo la legge di Mosè. Gesù non minimizza il comportamento sbagliato, ma mette gli accusatori di fronte alla gravità e pesantezza di altri atteggiamenti peccaminosi, nascosti, ma ugualmente gravi, commessi da ognuno nel privato: orgoglio, presunzione, ingiustizie raffinate, violenze, oppressioni di persone deboli, lussuria, sfruttamento, maldicenze, ipocrisia, e altro. Anche essi sono peccatori dalla faccia pulita. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani”.
Una trappola per condannare anche il Maestro, un sadico gusto omicida, camuffato da zelo per la legge, vengono smascherati da Gesù, che richiama alla considerazione della propria interiore malvagità che alberga in ogni mortale e che ciascuno, con un minimo di onestà, deve riconoscere. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanche io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più». Gesù non è venuto per condannare, ma per sanare i malati e salvare i peccatori, cioè tutti noi, proprio noi che siamo qui, senza distinzioni: vescovo, dirigenti, impiegati, maestranze, assistenti, uomini e donne. E siamo qui perché vogliamo essere sanati e santificati mentre siamo nel teatro del nostro lavoro, della nostra santificazione. Stiamo attraversando l’Anno Santo, il Giubileo: il tragitto nel quale siamo coperti e avvolti dall’abbondanza dell’amore del Signore che non vuole la morte del peccatore, ma va incontro lui alla morte per favorire la nostra vita. La dinamica pasquale sia il criterio delle nostre scelte: l’uomo al centro, rispettato e amato per amore di Dio, sull’esempio di Gesù, che ha dato la vita per ridare dignità e salvare la donna adultera e anche gli uomini che volevano lapidarla, il ladrone pentito che si è affidato a Lui, tutti i crocifissori “perché non sanno quello che fanno”. E infine Gesù è venuto per salvare anche tutti i protagonisti di questa azienda, che non sono su sponde contrapposte, ma tutti sullo stesso binario a spingere insieme il carrello della odierna colata, nella direzione del comune successo e del benessere di tutti. Gesù, che ha lavorato con mani d’uomo, che ha conosciuto e patito le sofferenze e le preoccupazioni comuni ad ogni lavoratore, dia compimento alle vostre speranze e ai vostri progetti di vita personale, sociale e cristiana».

 

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