Ast: «ThyssenKrupp dica cosa vuole farne»

Terni, il senatore del Pd Gianluca Rossi pone la questione con chiarezza e si fa portavoce dei dubbi di una comunità intera

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Lei, la lady d’acciaio, ha già ‘battezzato’ il suo successore. Per Lucia Morselli, infatti, Massimiliano Burelli, che dal 1 aprile la sostituirà al vertice della ThyssenKrupp Ast di Terni, avrà un compito sicuramente più facile di quello che ha dovuto svolgere lei. Lo ha detto, chiaro, al termine della messa di Pasqua.

L’INTERVISTA A LUCIA MORSELLI – IL VIDEO

Tante le sedie rimaste vuote

Tante le sedie rimaste vuote

Le assenze Una messa di Pasqua, peraltro, che ha fatto registrare – come già avvenne per quella di Natale – la fragorosa assenza di una larghissima parte del mondo istituzionale, politico ed economico cittadino. Anzi, a differenza di quella Natale, domenica non c’era nemmeno la sparuta rappresentanza sindacale. Industriali zero, politici zero (sindaco a parte), istituzioni zero (prefetto a parte). L’impressione di una ThyssenKrupp Ast isolata dal contesto locale – forse questo è uno dei punti che in Germania sono stati meno graditi, della gestione Morselli, tanto che si starebbe già correndo ai ripari – è apparsa quanto mai evidente.

Messa Ast Terni Foto di A (38)

Leopoldo Di Girolamo e Lucia Morselli (Foto A.Mirimao)

Il compito Quello che sarà interessante – e importante – capire, anche a questo proposito, è il tipo di compito che Burelli dovrà svolgere a Terni su mandato della ThyssenKrupp. Perché è di tutta evidenza che il cambio di amministratore delegato, in questa fase e con l’applicazione dell’accordo del dicembre 2014 ancora da portare a compimento, non è indipendente dalle scelte complessive che la multinazionale ha operato in relazione al sito ternano.

Massimiliano Burelli

Massimiliano Burelli

Burelli Il nuovo ad, insomma, porterà con se il piano operativo da applicare nei prossimi mesi e che – visto che Lucia Morselli ha detto che le acciaierie ternane sono tornare ad essere uno dei grandi player dell’inoxmondiale – dovrà dimostrare se la volontà del gruppo tedesco è quella di continuare ad operare nel settore o se, invece, non ci sia altro nei progetti di Essen: quella vendita di Terni che ai più appare una delle strade più facilmente percorribili.

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Il Prefetto Angela Pagliuca e Lucia Morselli (Foto A.Mirimao)

I dubbi E che sul futuro della ThyssenKrupp Ast di Terni qualche dubbio ci sia, pare confernato dalla presa di posizione di Gianluca Rossi, senatore del Partito Democratico, che sull’appuntamento ministeriale previsto per il 22 marzo al Mise, incardinato sull’accordo siglato tra ThyssenKrupp Ast e Ministero dello sviluppo economico – e che probabilmente sarà l’ultima ‘uscita’ ufficiale di Lucia Morselli – esprime qualche perplessità.

L'Ast

L’Ast

I punti «La verifica dell’accordo tra Acciai Speciali Terni, Ministero dello sviluppo economico, Regione Umbria e organizzazioni sindacali, previsto per il prossimo 22 marzo – dice Rossi – è un’occasione di confronto fondamentale sulle risposte a questioni decisive per il futuro del sito siderurgico ternano, ancor più all’indomani dell’annunciata sostituzione dell’amministratore delegato di Ast. Cosa ci dobbiamo aspettare da questa scelta? Quale sarà il piano industriale che vincolerà il mandato del nuovo Ad? Questi mi sembrano i nodi salienti, oltre all’accertamento puntuale di quanto sottoscritto nel dicembre 2014».

Il contesto Rossi chiarisce che «vanno pretese risposte a due questioni decisive. La prima: quali saranno le scelte di Thyssen, rispetto al mantenimento del proprio ruolo nel settore della produzione di acciai speciali nel medio-lungo tempo; e la seconda che ne discende: quali saranno le scelte rispetto al sito di Terni in termini di volumi di produzione, investimenti ed eventuale vendita del sito produttivo ternano. Tutto questo – aggiunge il Senatore – alla luce del quadro europeo e mondiale, che deve fare i conti con il tema della sovracapacità produttiva cinese nel settore siderurgico pari a 350 milioni di tonnellate, ovvero il consumo europeo di due anni. Mi auguro – conclude il parlamentare ternano – che siano questi i nodi che anche il tavolo convocato per il 16 marzo dalla Regione vorrà affrontare e porre unitariamente, d’intesa con il governo nazionale, alla multinazionale tedesca».

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