Ast, nuova fermata estiva di 4 settimane

Terni – Venerdì mattina il confronto con rsu e rappresentanti territoriali dei metalmeccanici

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I timori degli ultimi giorni su un nuovo stop della produzione di Ast si sono concretizzati venerdì mattina, quando l’azienda – come preannunciato – ha confermato alle rsu l’attivazione di un nuovo periodo di cassa integrazione ordinaria per circa quattro settimane, per un massimo di 2.210 dipendenti, dal 19 luglio al 23 agosto, ad esclusione della fermata collettiva che sarà programmata 7 al 20 agosto.

TUTTO SU AST

Il calendario

Di seguito il calendario del fermo impianti.
Acciaieria: dalle 6 del 19 luglio alle 6 del 24 agosto.
Pix: dalle 22 del 23 luglio alle 6 del 23 agosto.
Treno a caldo: dalle 6 del 21 luglio alle 6 del 23 agosto.
CST ( Centro Servizi Terni): dalle 22 del 23 luglio alle 6 del primo agosto e dalle 6 del 7 agosto alle 6 del 21 agosto.
Sdf colaggio: dalle 6 del 24 luglio alle 6 del 21 agosto.
Sdf pressa: dalle 6 del 5 agosto alle 6 del 5 settembre.
Sdf trattamenti: dalle 14 del 10 agosto alle 6 del 21 agosto.
Sdf meccanica: dalle 6 del 5 agosto alle 6 del 21 agosto.

I timori dei delegati sindacali

La rsu di Ast, a fronte del protarsi della situazione di incertezza rispetto all’andamento produttivo, esprime «forte preoccupazione per la mancanza di volumi e scarsa visibilità nel breve e medio periodo e crede che l’azienda debba mettere in campo tutte le azioni necessarie per mitigare e rendere meno impattante questo periodo di grave difficoltà».

La Fismic preoccupata

Ad agitare i rappresentanti dei lavoratori è anche la lettera inviata dal gruppo Arvedi al governo e ai ministeri interessati in merito all’allarme relativo al boom dei prezzi energia. La Fismic Confsal si dice fortemente «preoccupata del contenuto della lettera del Gruppo Arvedi relativamente al sito produttivo di Terni. Purtroppo – scrive la segreteria provinciale – eravamo stati facili profeti quando alla presentazione delle linee guida del piano industriale dichiaravamo le nostre perplessità sui tempi e sulle garanzie, visti i risultati deludenti relativi all’accordo di programma del 2005. Alla luce di quanto dichiarato dal Gruppo Arvedi riguardo al sito produttivo Ast non è evitabile porsi alcune domande; 1) Il 22 giugno nell’incontro ufficiale e nella discussione affrontata, sul punto delle criticità incontrate dall’azienda, l’energia non era stata evidenziata come (invece sembra) emergenziale. 2) Il problema energia, infrastrutture, logistica, etc. sono da sempre le maggiori problematiche che impattano con le prospettive dell’azienda. 3) Sono intervenute novità sostanziali rispetto a quanto concordato tra le varie istituzioni locali e nazionali ed il Gruppo Arvedi rispetto l’acquisizione di Acciai Speciali Terni? 4) La situazione di Acciaierie D’Italia e il piano nazionale della siderurgia puo influire nel futuro di Acciai Speciali Terni? Per tutti questi motivi riteniamo che sia finito il tempo dei rinvii, delle attese e delle indecisioni ma che sia arrivato il tempo delle decisioni e delle assunzioni di responsabilita. Chiediamo al ministro Urso, come dichiarato il 26 maggio alla riunione al Mimit, la convocazione nei primi giorni di luglio con la presenza di tutte le istituzioni – conclude la Fismic – per continuare il confronto ed affrontare i dettagli del piano industriale che gia ha subito troppi ritardi. I ritardi della burocrazia non possono più continuare a pagarla i lavoratori, sia in termini economici che di tranquillità quotidiana».

Anche la Fim Cisl fa appello al ministro Urso

A prendere posizione anche il segretario generale Fim Cisl, Roberto Benaglia. «L’allarme – scrive – lanciato dal presidente di Federacciai Antonio Gozzi e da tanti diversi produttori del settore siderurgico italiano, a partire dal Gruppo Arvedi, sulla possibilità che due provvedimenti del Governo, attualmente in sede parlamentare di conversione, ovvero l’abolizione dell’esenzione degli oneri di trasporto e dispacciamento per i grandi carichi energivori e l’eliminazione dei crediti d’imposta per le imprese, rischiano di causare un’esplosione delle tariffe energetiche insopportabile per le imprese. Un allarme che anche noi come Fim Cisl condividiamo e per il quale ci esprimiamo verso il governo sulla necessità di mantenere alta l’attenzione sulla competitività dei settori industriali energivori come quello siderurgico, che rischiano di andare fuori mercato sul piano internazionale per l’esplosione dei costi energetici nel nostro Paese. Chiediamo per questo, al ministro Urso, una riflessione e una convocazione delle parti sociali per valutare come proseguire il sostegno alla competitività delle industrie siderurgiche. Bisogna in ogni modo evitare ripercussioni negative soprattutto sulla produzione e sulla continuità produttiva e quindi, conseguentemente sull’occupazione. Il tema della competitività dell’energia nel nostro Paese, nonostante gli sforzi messi in campo, continua ad essere, soprattutto in questi tempi, un fattore di differenza internazionale penalizzante per il nostro Paese, un tallone d’Achille che non possiamo più accettare in questo modo. La nostra mobilitazione del mese di luglio, come metalmeccanici, serve anche per mettere al centro delle politiche industriali di sostegno all’industria metalmeccanica il tema dell’energia.

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